Pronto soccorso, 1 accesso su 3 è inappropriato
Questi dati sono stati illustrati nel corso del IX congresso nazionale della Simeu che si è chiuso a Torino
martedì 11 novembre 2014

Roma, 10 nov. (AdnKronos Salute) - In Italia, gli accessi inappropriati in pronto soccorso - quelli cioè che potrebbero trovare risposta al loro problema di salute in sedi diverse - sono il 30% del totale: il 95% dei codici bianchi e il 20% di quelli verdi. Questi i dati illustrati nel corso del IX congresso nazionale della Simeu (Società italiana di medicina emergenza-urgenza), che si è chiuso a Torino, e che ha visto la partecipazione di più di 1000 medici e circa 200 infermieri.
Gli accessi cosiddetti inappropriati - hanno spiegato gli esperti della Simeu - pur costituendo il 30% degli accessi, sono gestiti in tempi brevi e impegnano limitatamente il personale dell'emergenza: meno del 15% delle ore totali. L'impegno enorme del personale di pronto soccorso è invece sui casi più gravi, codici verdi, gialli e rossi, che dovrebbero essere ricoverati entro 6 ore, secondo gli standard di riferimento. Invece restano molto di più in pronto soccorso, con aumento proporzionale dell'impegno del personale e conseguente rallentamento della presa in carico dei nuovi arrivi".
Insomma, per gli specialisti dell'emergenza-urgenza, "la vera inappropriatezza per il pronto soccorso non è tanto il paziente con un codice basso, ma il paziente in barella in attesa di essere ricoverato in un altro reparto dell'ospedale. L'analisi corretta dei dati orienta a progettare interventi e destinare risorse non tanto sul problema degli accessi impropri, quanto piuttosto su altri fattori che sono i reali determinanti dell'affollamento: i percorsi intra-ospedalieri dai pronto soccorso ai reparti e i percorsi di uscita dall'ospedale al territorio, dove è indispensabile rafforzare il sistema di supporto domiciliare e la rete delle strutture residenziali".
Nel complesso, un terzo degli italiani, ogni anno, bussa alla porta di un pronto soccorso. Sono pazienti in pericolo di vita oppure casi meno gravi. Si tratta prevalentemente di pazienti anziani malati e soli (4 milioni l'anno); incidenti stradali (175 mila casi/anno); ictus (200 mila casi/anno); infarto e malattie cardiache (75 mila casi/anno). Nel 2013 gli accessi sono stati circa 24 milioni: 1% codici rossi; 18% gialli; 66% verdi; 15% bianchi. Ad essere dimessi senza necessità di ricovero è circa il 98% dei codici bianchi, l'88% dei verdi, il 64% dei gialli. Ma per i pazienti che necessitano di ricovero sono 'dolori'. L'endemico e ormai cronico problema del sovraffollamento dei pronto soccorso italiani è infatti figlio delle lunghe attese per il ricovero. L'attesa - hanno spiegato gli specialisti della Simeu - in molti casi si estende da 1 a 6 giorni.
La Simeu, per spiegare bene agli italiani cos'è e come funziona un pronto soccorso ha lanciato un'iniziativa: un video per il web, disponibile sui canali social di Simeu, realizzato in collaborazione con Africa Unite, gruppo musicale reggae-dub nato a Pinerolo, in provincia di Torino nel 1981, da un'idea di Bunna, cantante e chitarrista, e Madaski, cantante e tastierista. La regia del video è di Alex Caroppi, regista e producer torinese. Gli Africa Unite non sono nuovi all'impegno civile a favore di associazioni di tipo sanitario: nel 2003, in particolare, hanno collaborato con Emergency nella realizzazione di un video sulle vittime civile dei conflitti nel mondo e sul lavoro dei sanitari della Ong di Gino Strada in Afghanistan.