Legge 104: quando si rischia la sospensione per uso illecito?

Permessi Legge 104: il lavoratore che abusa dei tre giorni di assistenza al disabile rischia sanzioni, ma è prevista una certa flessibilità

martedì 06 giugno 2017

La Legge per Tutti
Le agevolazioni da Legge 104 [1] danno diritto, come è noto, a tre giorni retribuiti di permesso al mese, anche continuativi, a tutti i lavoratori che assistono un parente fino al secondo grado con handicap in situazione di gravità.

L’abuso dei tre giorni di permesso, ossia l’utilizzo delle ore concesse per altre attività non correlate all’assistenza al disabile, può essere punito con sanzioni disciplinari.

A chi spetta la 104

La legge 104 è il riferimento legislativo “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”.

Per beneficiare delle agevolazioni e dei permessi previste dalla Legge 104, è necessario possedere un handicap grave: minorazione fisiche, psichiche o sensoriali, in situazioni stabilizzate oppure progressive, che siano causa di difficoltà di apprendimento e di integrazione.

La Legge sulla Disabilità, inoltre, disciplina trattamenti economico-previdenziali ad hoc anche per i parenti che assistano un disabile grave, riconoscendo loro il diritto di fruire di permessi retribuiti dal lavoro.

Cosa comporta l’abuso dei permessi 104

Principalmente l’abuso dei permessi retribuiti per l’assistenza di un familiare disabile si concretizza quando durante le ore di assenza da lavoro si svolgono mansioni diverse a quelle necessarie per l’assistenza del disabile.

Dunque nel caso in cui le ore di permesso retribuite siano utilizzati per motivi totalmente estranei all’assistenza del familiare disabile, si tratterebbe di una vera e propria frode e quindi di abuso punito con relative sanzioni.

Il datore di lavoro può applicare sanzioni che portano al licenziamento per giusta causa del lavoratore titolare di permessi legge 104 qualora le ore di assenza dal lavoro siano utilizzate per svolgere attività personali diverse da quelle riconducibili all’assistenza.

Nuove  considerazioni dalla Cassazione

Sull’argomento dell’abuso dei permessi c’è stato un recente orientamento grazie ad una sentenza della Cassazione dello scorso dicembre [2], che ha stabilito che è possibile garantire ai lavoratori una maggiore flessibilità nell’uso dei permessi da Legge 104: i tre giorni di permesso, a livello teorico, non servono solo a garantire una maggiore assistenza al disabile ma anche a concedere al lavoratore che assiste “un breve spazio di tempo per provvedere ai propri bisogni personali“.

Gli abusi vanno comunque puniti, ma non è necessario che il lavoratore dedichi tutto il suo tempo all’assistenza del disabile. D’altronde, anche nei normali giorni di lavoro, quest’ultimo non può ovviamente dedicarsi all’assistenza del parente per buona parte della giornata. Giusto allora che l’aiuto alla persona disabile sia fornito nei momenti di bisogno, e non necessariamente nelle specifiche ore durante le quali il lavoratore sarebbe altrimenti rimasto in ufficio. Abusi sarebbero, in questo caso, solo le attività totalmente disconnesse da ogni tipo di assistenza: ad esempio, come nel caso di specie, un viaggio o una vacanza.