La replica della FIMMG a Ivan Cavicchi
Stefano Zingoni replica all'articolo "Perche non mi convince lo sciopero della Fimmg"
mercoledì 13 maggio 2015
Stefano Zingoni presidente della Fimmg scrive una risposta a Quotidiano Sanità alla lettera del 12 maggio di Ivan Cavicchi "Perche non mi convince lo sciopero della Fimmg" ( LEGGI QUI)
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13 MAG - Abbiamo semplicemente detto le cose come stanno, fuori dalla forma "politically correct" delle tavole rotonde e dei simposi. Perché questa è la sostanza delle azioni regionali e noi l'abbiamo denunciata. E la maggioranza dei medici di famiglia l'ha capito molto bene
Nello scrivere non sono spinto da fatto personale, né tantomeno dal desiderio di rispondere con un consiglio terapeutico, lungamente covato e rimuginato, ma di dubbia appropriatezza, ad una battuta estemporanea. Sono semplicemente stupito di come si possa equivocare una intera linea politica di una organizzazione, la Fimmg, evidentemente disdegnando la lettura di atti pubblici dalla stessa prodotti o forse aggrappandosi ad una interpretazione onirica degli stessi, piegata ad una volontà antagonista, costi quel che costi.
Per questo scrivo dopo aver letto l'articolo del 12 Maggio di Ivan Cavicchi, scrivo non per rispondere, lo fanno per me i fatti ed i documenti riferibili a Fimmg, ma per proseguire il ragionamento che ha portato alle iniziative di questo Maggio. Lo sciopero del 19 è solo un epifenomeno necessario sul piano mediatico e comunicativo nei riguardi dei palazzi del potere regionale, ma non è certo la parte più importante del calendario di eventi organizzati, costituita invece dalla sforzo argomentativo nei riguardi della popolazione per tentare di far nascere un movimento di opinione pubblica attento ai problemi della gestione e della organizzazione della salute, prendendo spunto dallo svuotamento del ruolo della figura del medico di famiglia. Non è un concetto "gappy" è semplicemente la capacità di estrapolare dalla forma "politically correct" delle tavole rotonde e dei simposi la sostanza delle azioni regionali e denunciarla. E' incontestabile che l'iniziativa, che è solo all'inizio, stia riscuotendo pieno successo sia tra i professionisti che tra la popolazione, ci conforta il fatto che tanti ne comprendano a pieno il significato e chiedano di poterlo condividere.
Occorre una notevole dose di faccia tosta nell'indicare incoerente la difesa del SSN pubblico da parte di Fimmg, che ne ha fatto una bandiera, anche quando negli anni era restata sola a sventolarla, qualcuno non si rammenta la teoria del piccolo rischio e di chi la combatté con successo. Oppure la disponibilità di Fimmg alla rendicontazione dell'attività del medico di medicina generale, nella certezza che ne potrà derivare solo la sottolineatura della sua insostituibilità, e la richiesta di farci partecipi e responsabilizzarci nella governance del sistema, possono essere scambiati per segni di disimpegno dal pubblico? Certo è più comodo estrapolare una frase da una relazione e fingere - per rispetto delle altrui capacità, in assenza delle quali resterebbe solo la malafede - di non capire che ci si riferiva a prestazioni aggiuntive ai LEA garantiti dal Servizio pubblico, nel tentativo di socializzare e quindi calmierare "l'out of pocket" esistente, sottraendolo alla deregolamentazione attuale e a tutto vantaggio dell'utenza.
La pioggia di documenti a supporto della nostra iniziativa stanno a testimoniare a sufficienza quanto siano fuori dalla realtà affermazioni come quella che non facciamo nulla a difesa della nostra autonomia clinica, che decliniamo invece coerentemente con la difesa del nostro profilo giuridico di liberi professionisti convenzionati, che come tali mettono a disposizione del Servizio il loro "studio", come correttamente appellato persino in ACN. In realtà su questa difesa fondiamo non solo la nostra strategia politica, ma anche iniziative sindacali coerenti. Ma a quali fonti si abbeverano quelli che non vogliono riconoscere questa verità? Forse le stesse che definiscono imbelli le persone coraggiose o che reputano seri i sindacati che rivendicano inesigibili, per legge, aumenti economici sulle prestazioni e non colgono le potenzialità, anche finanziarie, di una riorganizzazione del lavoro.
Ci spieghino coloro che supportano la non adesione alla nostra opposizione, su quali basi viene invocata una strategia comune con altre sigle sindacali. Non basta reclamarla, occorrerebbe averla una strategia ed avendola comportarsi coerentemente. Altrimenti si finisce per richiedere una finta unità sindacale, solo per invischiare nella propria incapacità chi una precisa linea di condotta, invece, ce l'ha, la dichiara da dieci anni e l'ha sottoposta al confronto di chi fosse in grado di dire qualcosa di diverso dal rimarcare, a ogni piè sospinto, di essere più interessato a contrastare Fimmg piuttosto che a difendere gli interessi della Categoria e della popolazione nei confronti di un disegno di politica assistenziale aberrante.
A meno che non si scambi per strategia di politica assistenziale la demonizzazione della legge "Balduzzi", rea, in un più ampio contesto normativo di uguale indirizzo, di avere richiamato il concetto dell'obbligo del rinnovo dell'ACN "senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica". Ma allora perché con uguale forza non ci si lancia, come abbiamo fatto noi, controalmeno due leggi di stabilità e la Legge 122/2010, che hanno disposto il blocco economico dei contratti? Una ragione c'è. Perché Fimmg non ha nascosto che all'epoca del decreto Balduzzi si adoperò per contrastare la sua scrittura da parte di Sisac e delle Regioni, che vi avevano visto un'occasione per superare ex lege le dinamiche negoziali. Non solo, ma Fimmg ha indicato come perniciosa la cancellazione della legge Balduzzi, invocata dai benpensanti ma non "leggenti":
ART. 1
Omissis.
2. Le aggregazioni funzionali territoriali e le unita' complesse di cure primarie erogano l'assistenza primaria attraverso personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale. omissis....
3. Il personale convenzionato e' costituito dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta e dagli specialisti ambulatoriali. Per i medici di medicina generale e' istituito il ruolo unico, disciplinato dalla convenzione nazionale, fermi restando i livelli retributivi specifici delle diverse figure professionali. Omissis...
Questa legge, a tutt'oggi, ha chiuso in faccia al personale dipendente quella porta sulla Medicina Generale lasciata aperta dalla stessa legge istitutiva del SSN ed ha subordinato le indicazioni contenute per le regioni al vaglio del tavolo negoziale. Il vero pericolo quindi è che questo argine, nel mirino di Regioni e "Sindacatini", non regga ancora per molto tempo.
Da quale pulpito può venire, in maniera credibile, alla Medicina Generale l'accusa di essere inadempiente nei riguardi delle norme convenzionali? Abbiamo subito e stiamo subendo una continua spoliazione contrattuale da parte delle Regioni, tanto che la Convenzione 2009-2010 è oggi irriconoscibile. Un esempio per tutti: l'illegittimo blocco del fondo di ponderazione. Non c'è nessuna coerenza tra una simile accusa ed il fatto che stiamo chiedendo un rinnovo dell'ACN nel quale siano previste precise sanzioni per tutti i sottoscrittori, anche per noi, oltre che per le regioni, in caso di inadempienze contrattuali. Forse qualcuno si deve essere accorto che rinegoziare una Convenzione comporterebbe qualche rischio di cogenza ed ha deciso che è meglio andare avanti con le sperimentazioni locali. La cronaca dice che non è Fimmg a non impegnarsi per la Convenzione, ma un composito fronte pubblico/sindacale, nei fatti alleato nel reclamare condizioni inesigibili, che hanno però il pregio di lasciare ciascuno libero di perseguire i propri fini: i sindacati minori quello di attaccare Fimmg, le Regioni di dedicarsi allo smantellamento della normativa convenzionale nazionale superstite.
Quanto ai rapporti di Fimmg con la politica è difficile prendere lezioni da quanti, per esperienza sanno che in politica usare le patacche...non paga, ma non distinguono le patacche dalle aspirazioni autentiche che accomunano una Categoria. La capacità di riconoscere ed identificare le strade per trasformare queste aspirazioni in clausole negoziali non solo rendono autorevole un Sindacato, ma lo fanno maggioritario.
Stefano Zingoni
Presidente Nazionale FIMMG