Lombardia, sentenza del Tar contro l'eterologa a pagamento voluta dalla Regione

Il presidente Maroni ha preannunciato a sua volta un ricorso, al Consiglio di Stato, contro la sentenza del Tar

giovedì 29 ottobre 2015

Il Tar Lombardia boccia la Regione sull'eterologa: la sentenza è stata depositata ieri e accoglie parzialmente il ricorso dell'Associazione "Sos Infertilità Onlus". Ma la giunta lombarda non accetta la decisione e il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha preannunciato a sua volta un ricorso, al Consiglio di Stato, contro la sentenza del Tar. Il contrasto è nato lo scorso anno, dopo l'accordo raggiunto fra tutte le Regioni italiane che prevede su un ticket unico, variabile tra i 400 e i 600 euro, a carico delle coppie infertili che decidono di accedere alla fecondazione assistita di tipo eterologo.

La Regione Lombardia ha invece deciso di far pagare per intero ai cittadini lombardi il costo dell'eterologa, sia che si rivolgano in strutture ubicate in Lombardia che in altre Regioni. Tra le molte alzate di scudi c'erano stati subito anche due ricorsi, uno presentato da una società di medici operanti in cliniche private e l'altro, appunto, da Sos Infertilità Onlus, l'Associazione nata nove anni fa dall'esperienza di un gruppo di coppie. Sulla vicenda il Consiglio di Stato era già intervenuto e nello scorso aprile aveva emesso un'ordinanza in cui prendeva a posizione a favore delle coppie lombarde discriminate rispetto a quelle delle altre Regioni italiane e ordinava allo stesso Tar di sollecitare la procedura, in modo da arrivare il prima possibile a una pronuncia. Infatti, una dilatazione dei tempi avrebbe potuto comportare il rischio, per alcune coppie in attesa della fecondazione eterologa, di superare l'età massima consentita dalla legge.

A commento della sentenza di ieri, Massimo Clara, l'avvocato che ha seguito il ricorso al Tar lombardo, ha dichiarato che «i cittadini hanno diritto ad avere accesso gratuito alle tecniche di Pma sia omologa che eterologa. Processualmente la Regione può ricorrere al Consiglio di Stato, ma sarebbe assolutamente logico, invece, adeguarsi alla decisione del Tar di oggi. Non si vuole farlo per motivi ideologici: la Lombardia è contraria all'eterologa, ma così crea un danno a cittadini malati ed effettua una discriminazione».