Mater Dei, tutto pronto ma non funziona nulla
Pazienti nel caos e liste d'attesa che «scoppiano». Particolarmente richieste cardiologia e ginecologia
martedì 11 marzo 2014

A quasi tre mesi di distanza dalla sospensione dei ricoveri, l'attività assistenziale nella clinica privata del gruppo Cbh, ex sede dell'Oncologico, è tutta ferma ad eccezione della medicina generale. Nulla si muove, invece, per le altre specialità, riunite nella Mater Dei dopo la chiusura e il conseguente accorpamento dei posti letto delle altre cliniche del gruppo.
I medici accumulano richieste e solleciti, soprattutto sul fronte della cardiologia che è parecchio gettonata e spesso sono costretti, per i casi più urgenti, a dirottare gli interessati presso altre strutture. L'ultimo sopralluogo degli ispettori regionali risale a due settimane fa e ulteriori visite, a quanto pare, sarebbero nell'aria. In ballo ci sono le nuove autorizzazioni, indispensabili dopo la recente ristrutturazione generale e senza le quali non si può rimettere in moto tutta la clinica.
Vediamo i numeri della questione. A pieno regime, la Mater Dei a cui sono state accorpate Villa Bianca, Santa Rita e La Madonnina, ha 449 posti letto, con unità operative di cardiologia, cardiochirurgia, ginecologia, ostetricia e neonatologia, ortopedia, chirurgia maxillo facciale, con sette sale operatorie di cui cinque già attrezzate, sala raggi e refertazione, tac, palestra per la riabilitazione, otto posti letto per la terapia intensiva, altrettanti per la rianimazione, dodici per la terapia intensiva cardiochirurgia, sala per l'emodinamica, laboratorio di analisi e l'obitorio.
Una marea di macchinari nuovi, alcuni ancora imballati. C'è anche la sala per il cyberknife, un'apparecchiatura esclusiva e di cui molto si sono occupati i giornali locali e non solo, nei mesi scorsi, a proposito della storia di una giovane donna campana, malata di tumore, che avrebbe voluto essere curata nelle strutture Cbh con il cyberknife, al posto delle terapie radioterapiche tradizionali. Una vicenda nella quale la Regione è stata irremovibile, nonostante la volontà della paziente, nel ritenere il macchinario inadatto al caso.
Nella Mater Dei mancano soltanto i pazienti, ad eccezione di quelli già presenti nella medicina generale, che funzionava già all'epoca dell'Oncologico e nel frattempo trasferito all'ex Cotugno, con la nascita del Giovanni Paolo E. La situazione è talmente tesa, in clinica, che i medici in servizio evitano qualsiasi commento con i rapporti con la Regione. E vani sono risultati, in questi giorni, i tentativi di avviare le attività di prericovero, pacchetti di analisi diagnostiche propedeutiche agli interventi o ad ulteriori approfondimenti.
Al momento, è operativo solo il personale della medicina generale, a parte i vari tecnici che sono quotidianamente all'opera in vista della partenza, mentre la maggior parte del personale è in congedo e sta anticipando le ferie dell'anno in corso. A pieno regime, la pianta organica della Mater Dei conta 123 medici, 18 biologi, due farmacisti e 326 infermieri.
Da un punto di vista burocratico, i tecnici della Regione hanno notificato alla struttura una serie di prescrizioni, mentre da fonti interne alla clinica si apprende che si tratterebbe di dettagli superabili. I lavori sono finiti, a parte l'ultima franche che riguarda il pronto soccorso. Al momento, funzionano soltanto settanta posti letto della medicina generale