Pistoia: Appropriatezza prescrittiva, sanzioni verso i medici che fanno troppe ricette.

Avvisi contenenti le anomalie prescrittive con i corrispettivi importi spesi dall'Asl. A riceverli, i medici di famiglia nella provincia di Pistoia

martedì 12 novembre 2019

Doctor News

Avvisi contenenti le anomalie prescrittive con i corrispettivi importi spesi dall'Asl. A riceverli, i medici di famiglia nella provincia di Pistoia; a spedirli è l'Asl, corrispondente all'Azienda Toscana Centro che ha inglobato anche le Asl Firenze e Prato; a spenderli, è chiamato il Servizio sanitario che però ne chiede il rimborso ai medici ai sensi della legge 425 del 1996. Ma sul punto il Presidente dell'Ordine di Pistoia Beppino Montalti è chiaro: l'Ordine si riserva di analizzare le posizioni dei medici che hanno ricevuto gli avvisi e sono stati chiamati a portare le loro controdeduzioni all'Ausl, e se risulta - come starebbe venendo fuori - che si tratta prescrizioni legittime ne assumerà le difese. Le contestazioni tra l'altro si riferiscono a violazioni sporadiche e non sistematiche, spiega Montalti a DoctorNews. «Nel 2017 con una delibera la Regione Toscana ha modificato la procedura aziendale sul mancato rispetto delle norme prescrittive, unificando le regole per medici dipendenti e convenzionati. Dove in convenzione era prevista una commissione dedicata alla medicina generale e alla prescrizione territoriale, con componenti dell'azienda e dei sindacati, ora c'è l'Ocap che interessa tutti i medici del Ssn e tutto il range prescrittivo.

E per mettere in campo azioni correttive è stato istituito un organismo, il Nucleo di Valutazione Aziendale, di cui fanno parte gli Ordini dei Medici delle tre province toscane». Rappresentati dai presidenti rispettivi? «In realtà non ci hanno mai convocati né ci è stato dato modo di nominare un rappresentante nel Nucleo finché non si sono manifestate le lettere ai colleghi. Una situazione che temevo e che ci ha impedito fin qui di dire la nostra su questa procedura. Che all'atto pratico può essere percepita come avente risvolti intimidatori: non è la "correzione" del medico dell'Asl cui eravamo abituati, ma una tappa formale in un percorso epistolare con tanto di raccomandate, scadenze da rispettare e di costi messi nero su bianco a mo' di spauracchio. Questo a fronte non di prescrizioni off label o inappropriate generalizzate ma, come stiamo verificando, di casi sporadici quali il medico che ha prescritto troppo analgesico per un paziente con grave nevralgia erpetica non remittente perché connessa a patologia autoimmune.

A questo collega ho detto di difendersi con le carte e che lo difenderò già alla prima seduta del Nucleo, dove citerò la sentenza della Corte di Cassazione 8254-113 del marzo 2011». La sentenza citata da Montalti ricorda come "a nessuno sia consentito anteporre la logica economica alla logica di tutele della salute" o diramare direttive che pongano in secondo piano il diritto alla salute. E ricorda come il medico non sia tenuto al rispetto di quelle direttive, ove siano in contrasto con le esigenze di cura del paziente, né può andare esente da colpa, ove se ne lasci condizionare degradando la propria professionalità e missione ad un livello ragionieristico. Per Montalti, sia il paziente sia il medico hanno bisogno di tranquillità nel rapporto fiduciario. «La condizione in cui l'addetto dell'Asl mette a punto una direttiva o vi sollecita l'adempimento è ben diversa dal vissuto quotidiano del medico del servizio sanitario nel suo studio, dove pesano carichi di sofferenza di cui tenere conto. Come diceva Don Milani, a scuola non puoi usare lo stesso metro sul profitto di un rampollo di famiglia ricca o di uno che viene da una situazione disastrata. Devi metterti nei panni del singolo. Tanto più che a livello di macro-dati l'incidenza della spesa farmaceutica territoriale qui è in calo da anni.

A salire è la spesa ospedaliera e non per colpa dei colleghi, ma dei prezzi dei farmaci oncologici e biologici: non si può pensare di rimediare tagliando ancora la farmaceutica territoriale che più di tanto ormai non può essere compressa». A Pistoia non sono nuove polemiche di questo tipo, già nel 2013 in termini simili l'Asl Pt contestò ai medici il dato oltre media regionale della spesa aziendale. Montalti sottolinea che se ci sono veri trasgressori vanno sanzionati, «ma di fronte a una terapia del dolore, Cassazione alla mano, la legge 425 cede il passo alla 38 che apre alla terapia con oppioidi a pazienti non oncologici. E anzi combatte la scarsa diffusione di questa terapia. Qui le esigenze contabili dell'Ausl credo cedano, e diventa mio dovere tutelare sia il paziente sia il ruolo del medico nei suoi confronti, specie del giovane collega che deve sapere di non essere solo di fronte a indicatori aridi e a lettere che partono come cartelle esattoriali».

Mauro Miserendino