Entro il 2023 previsti 23mila nuovi medici. Diecimila gli over 65

Confermati gli 820 camici bianchi all'Inps. Aumenteranno gli specializzandi

venerdì 20 dicembre 2019

Dott-Net

Boom di ingressi nel mondo della medicina. Il problema delle carenze potrebbe essere giunto a una svolta, secondo i piani dle Ministero della Salute a cui si aggiunge l'Inps che sta per assumere 820 camici bianchi. In base ai piani del Dicastero della Salute tra il 2020 e il 2022 ci saranno 23.000 potenziali candidati specializzandi agli ultimi anni di corso (dal terzo al quinto) a rafforzare il Servizio sanitario nazionale. Inoltre, si stima che la platea degli over-65 specialisti con un'età inferiore a 70 anni, che potrebbero essere interessati a restare volontariamente in servizio oltre i 40 anni di servizio effettivo nel triennio 2020-2022, sia mediamente pari a circa 10.000 unità.

"Stimare quanti saranno i medici, gli infermieri e il personale sanitario e amministrativo che entreranno in servizio nei prossimi mesi è un esercizio che può essere influenzato da molte variabili. Innanzitutto - spiega il ministero in una nota - le assunzioni dovranno basarsi sul fabbisogno e, va sottolineato, resta ad ogni singola Regione individuare le relative coperture economiche e i relativi capitoli di spesa. Le Regioni non avranno a disposizione solo ed esclusivamente i fondi corrispondenti alla quota incrementale sul Fondo sanitario nazionale, che passa dal 5 al 10%, (con la possibilità nei casi specificati di arrivare fino al 15%). Potranno, quindi, assumere personale (con concorsi, scorrimenti di graduatorie e stabilizzazione di precari) in base alle risorse disponibili fino ad arrivare a quei limiti di spesa indicati dalle nuove norme".

Riguardo al numero degli specialisti con un'anzianità di servizio effettiva superiore a 40 anni ed un'età anagrafica minore di 70 anni, "è possibile esclusivamente procedere ad una stima effettuata sulla base dei dati disponibili sul Conto Annuale IGOP, dati di fonte ENPAM e sulla base di una serie di assunti sull'età di ingresso nel SSN e sul riscatto degli anni di laurea e di specializzazione. Ciò premesso si stima - afferma il ministero - che la platea dei possibili interessati, cioè degli specialisti con un'età inferiore a 70 anni, che potrebbero essere interessati a restare volontariamente in servizio oltre i 40 anni di servizio effettivo nel triennio 2020-2022, sia mediamente pari a circa 10.000 unità". Per quel che riguarda gli specializzandi iscritti al terzo, quarto e quinto anno di corso delle scuole di specializzazione di 4 e 5 anni, "tenendo conto dei contratti di formazione specialistica finanziati, si stima che nel 2020 siano circa 11.600 e nel 2021 circa 13.000".

Ma, come anticipato da Dottnet nei giorni scorsi, anche l'Inps darà il suo contributo: dal 2021 saranno assunti a tempo indeterminato, con incarichi di 35 ore settimanali, per attività medico-legali, come l'accertamento delle invalidità, spiega il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico. "Si è trovata una soluzione ad una annosa questione. Oggi abbiamo 1.404 medici che lavorano 25 ore a settimana per l'Istituto e sulla base di un contratto che ogni anno rinnoviamo". L'ultima convenzione è stata firmata a maggio scorso. "Per il prossimo anno metteremo a punto i dettagli normativi. Alla scadenza della convenzione attuale, la stessa verrà prorogata per sei mesi e poi da gennaio 2021 dovrà esserci il convenzionamento a tempo indeterminato". Con una selezione. "Questi medici, insieme ai nostri, gestiscono circa 50 miliardi di euro di prestazioni. Mi pare doveroso stabilizzarli, anche per un rapporto fiduciario, esclusivo", afferma ancora Tridico spiegando che sarà "una convezione simile a quella dei medici di famiglia". E' "il momento finale di un percorso cominciato un anno fa", sottolinea la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo: questo nuovo percorso "significa migliorare il servizio per i cittadini e dare maggiori tutele" agli stessi medici.

Novità anche per la formazione specialistica: per il prossimo anno accademico, a legislazione vigente, la disponibilità finanziaria statale "consentirebbe di ammettere al primo anno di formazione specialistica, tramite procedura concorsuale, a graduatoria nazionale, circa 8.000 giovani medici, in continuità con l'anno accademico precedente. A questa base di contratti di formazione specialistica si andranno ad aggiungere, sempre per il prossimo anno accademico, i circa 1200 contratti derivanti dagli ulteriori finanziamenti stabiliti dalla Legge di bilancio 2020". Lo annuncia, in una nota, la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Sanità del Senato, Maria Domenica Castellone. In particolare, spiega, "da calcoli del Mef e della Ragioneria emerge che gli interventi stabiliti nel ddl di Bilancio, ora all'esame della Camera, consentiranno ulteriormente di ammettere stabilmente circa 200 medici in più all'anno a decorrere dal 2020, nonché circa 1.000 medici cui sarà garantita copertura finanziaria per tutta la durata della loro formazione, quindi fino al 2024".

Secondo Castellone, "solo a conclusione della formazione di questa coorte saranno ammissibili altri 1.000 medici, secondo un processo ciclico. Pertanto, è possibile stimare che per il prossimo anno accademico lo Stato potrebbe mettere a concorso un contingente di contratti di formazione medica specialistica pari a sino 9200 circa". Tutto questo, conclude, "è possibile in quanto, ormai per prassi, la capienza del capitolo di spesa sulla formazione medica specialistica consente di valorizzare parte dei finanziamenti residui derivanti dagli anni accademici precedenti a favore degli anni accademici successivi, fermo restando la necessità di garantire la copertura finanziaria delle coorti di specializzandi che sono state avviate nei diversi anni accademici. Grazie ai viceministri della Salute Vice Pierpaolo Sileri e dell'Economia Laura Castelli abbiamo avuto il necessario supporto del governo in occasione dell'approvazione degli emendamenti al ddl di Bilancio in Senato". "Fermo restando che è in capo al governo ed ai ministeri competenti ogni decisione relativa all'utilizzo dei finanziamenti residui - conclude - ritengo che la divulgazione di queste informazioni sia doverosa nei confronti delle migliaia di giovani medici aspiranti specializzandi".