Debiti Asl, la Puglia a due velocità
Le imprese: «Bene Bari, in ritardo Policlinico e Riuniti». La Regione: soluzione vicina
martedì 27 agosto 2013

BARI: II sistema sanitario pugliese è ormai stabilizzato, visto che dopo la cura lacrime e sangue del piano di rientro non crea più nuovo deficit. il tema, adesso, sono i debiti e soprattutto il pagamento del pregresso a i fornitori: un punto su cui la Regione ha fatto molti passi avanti. Anche se la situazione - spiegano gli addetti ai lavori - è piuttosto variegata: ci sono ASL importanti (a partire da Bari) che stanno smaltendo gli arretrati, ma anche aziende sanitarie (Foggia, Ospedali Riuniti e Policlinici)) che nelle classifiche ufficiali figurano «tra i 30 peggiori pagatori d'Italia»,
«Alla Regione - dice Giuseppe Marchitelli dell'Aforp (foto), che raggruppa 70 fornitori locali - va riconosciuto di aver fatto un'importante operazione dí recupero, seppur parziale perché il debito non è spalmato in modo uniforme.
L'Asl di Bari ha fatto in 12 mesi quello che non aveva fatto in 10 anni ma Foggia continua a mostrare poca reattività nei pagamenti, mentre a Lecce, Brindisi e Taranto abbiamo registrato rallentamenti e resta pericolosa la situazione debitoria torta di Policlinico e Ospedali Riuniti», Il tempo medio di pagamento del più grande ospedale della Puglia è infatti di 488 giorni, mentre il policlinico dauno arriva addirittura a 553: quasi due anni per liquidare una fattura. Un problema - spiegano dalla Regione - che dipende dalla mancanza di cassa e dovrebbe sbloccarsi entro fine agosto, visto che i mandati di pagamento sono già pronti.
L'Asl di Bari ha fatto in 12 mesi quello che non aveva fatto in 10 anni ma Foggia continua a mostrare poca reattività nei pagamenti, mentre a Lecce, Brindisi e Taranto abbiamo registrato rallentamenti e resta pericolosa la situazione debitoria torta di Policlinico e Ospedali Riuniti», Il tempo medio di pagamento del più grande ospedale della Puglia è infatti di 488 giorni, mentre il policlinico dauno arriva addirittura a 553: quasi due anni per liquidare una fattura. Un problema - spiegano dalla Regione - che dipende dalla mancanza di cassa e dovrebbe sbloccarsi entro fine agosto, visto che i mandati di pagamento sono già pronti.
Tuttavia anche il ministero dell'Economia, nel ripartire tra le Regioni il prestito da 5 miliardi per abbattere i debiti, ha riconosciuto che la Puglia è tra quelle che versano nelle condizioni finanziarie migliori: gli importi erogati sono infatti stati proporzionati ai debiti residui. Nel 2012 i bilanci aggregati dí MI e aziende sanitarie pugliesi, che nel 2010 (si veda la tabella in alto) avevano perso 332 milioni, si sono chiusi con un risultato complessivamente positivo per 3 milioni di euro.
Nei bilanci del sistema sanitario le perdite sono debiti netti, che - salvo ripiani - si accumulano anno dopo anno. Nei conti del 20121a Regione ha «scaricato» circa 200 milioni per l'azzeramento del debito storico, soldi che seguono gli altri 337 milioni erogati a fine aprile. Poi sono arrivati i 185,9 milioni di prestito ministeriale, tutti già utilizzati.
Dall'avvio del piano di rientro (novembre 2(1.0) a oggi, i tagli alle spese hanno riguardato soprattutto spesa farmaceutica e personale, oltre che (in misura molto minore) i privati accreditati. E cosi un sistema che nel 2010 accumulava ogni anno 350 milioni di debiti ha potuto ritrovare l'equilibrio.) numeri nascondono i sacrifici (chiusure di ospedali, ticket, addizionali Irpef, contratti non rinnovati) ma fanno intravedere l'inversione di tendenza: quando il piano di rientro sarà ufficialmente chiuso (il tavolo romano è convocato per il 10 settembre) la Regione potrà far ripartire investimenti e assunzioni.
Sul fronte dei pagamenti, al netto delle disponibilità di cassa (che dipendono, a loro volta, dai trasferimenti del Tesoro sul Fondo sanitario regionale), l'obiettivo della Regione -come spiega il direttore dell'area Sanità, Vincenzo Pomo - «è di arrivare entro fino anno a liquidare i fornitori in 90 giorni». Il che equivale al sostanziale azzeramento del debito pregresso: «Ce lo auguriamo - dice Marchitelli - ma il traguardo è ancora lontano. Se ci fossimo vicini, del resto, le banche avrebbero riaperto i rubinetti, cosa che non hanno ancora fatto. Dopo gli sforzi della Regione, bisognerebbe occuparsi anche del buon governo delle aziende sanitarie».
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