Eparine, pioggia di ricorsi dalla filiera e dubbi dai medici
Il provvedimento sarebbe già stato impugnato davanti al Tar da diverse aziende produttric
venerdì 15 marzo 2013
15/03/2013 09:16:28. Fonte Federfarma
Ricorsi a raffica contro la determina dell’Aifa che a fine febbraio aveva spostato nel Pht tutte le eparine, a prescindere dall’indicazione medica. Il provvedimento sarebbe già stato impugnato davanti al Tar da diverse aziende produttrici e negli ultimissimi giorni anche da Farmindustria, ma sulla stessa strada potrebbe presto incamminarsi pure Federfarma: restano da chiarire alcuni risvolti tecnici con i consulenti legali, ma l’orientamento del sindacato è quello di evitare con ogni mezzo l’uscita dalla farmacia di questo gruppo di prodotti.
Intanto sulla riclassificazione continua il dibattito tra i professionisti del territorio, anche perché la determina dell’Aifa non parrebbe ancora nota a tutti: tra i medici di famiglia, per esempio, risultano al corrente quelli che esercitano in Toscana ma non i siciliani o i piemontesi.
E proprio dal Piemonte arrivano commenti critici: «Mi chiedo che cosa succederà nel momento in cui dovesse piombarmi in studio un paziente con tromboflebite il venerdì sera» osserva Roberto Venesia, segretario di Fimmg regionale, tra i componenti del Comitato cure primarie dell’Aifa (l’organismo consultivo sull’impiego dei farmaci nell’assistenza territoriale) «dovrò forse mandarlo al Pronto soccorso, così anziché sgravare di accessi impropri le strutture ospedaliere le intasiamo ancora di più?
Condivido le necessità di risparmio, ma si fa fatica a comprendere la logica di certe limitazioni distributive, che di fatto vanno a discapito delle terapie».
Intanto sulla riclassificazione continua il dibattito tra i professionisti del territorio, anche perché la determina dell’Aifa non parrebbe ancora nota a tutti: tra i medici di famiglia, per esempio, risultano al corrente quelli che esercitano in Toscana ma non i siciliani o i piemontesi.
E proprio dal Piemonte arrivano commenti critici: «Mi chiedo che cosa succederà nel momento in cui dovesse piombarmi in studio un paziente con tromboflebite il venerdì sera» osserva Roberto Venesia, segretario di Fimmg regionale, tra i componenti del Comitato cure primarie dell’Aifa (l’organismo consultivo sull’impiego dei farmaci nell’assistenza territoriale) «dovrò forse mandarlo al Pronto soccorso, così anziché sgravare di accessi impropri le strutture ospedaliere le intasiamo ancora di più?
Condivido le necessità di risparmio, ma si fa fatica a comprendere la logica di certe limitazioni distributive, che di fatto vanno a discapito delle terapie».
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