ASL BAT: Troppe aggressioni ai medici andranno in visita scortati

Le visite domiciliari saranno scortate e gli operatori dovranno utilizzare uno smartwatch dotato di rilevatore gps per chiedere aiuto

mercoledì 15 novembre 2017

Repubblica Bari

FRANCESCA RUSSI Visite a domicilio 'sotto scorta'. Saranno le guardie giurate che già presidiano ospedali e pronto soccorso ad accompagnare i professionisti della guardia medica per le visite a domicilio su chiamata. Il servizio di accompagnamento da parte dei vigilantes è stato già approvato dalla direzione della Asl Bat ed è pronto a partire. «Stiamo procedendo con un accordo a trattativa diretta, nell'ambito delle norme vigenti per gli appalti pubblici, per avere ad horas la disponibilità di questo servizio» spiega il direttore generale della Asl della sesta provincia, Ottavio Narracci. Ma non è l'unica novità. I medici ritenuti 'a rischio' saranno dotati di dispositivi hi-tech in grado di lanciare l'allarme in caso di aggressioni: si tratta di smartwatch (orologi intelligenti da indossare al pol- so) che, attraverso il collegamento a una piattaforma informatica, potranno dialogare con una centrale operativa. «È una innovazione che stiamo perfezionando, l'operatore dovrà semplicemente spingere un tasto di allarme in caso di emergenza e la centrale operativa procederà a contattare il medico - spiega Narracci - in caso di mancata risposta si capirà che è in difficoltà». La caratteristica dei modernissimi smartwatch, infatti, sarà quella di geolocalizzare con esattezza la posizione del medico per poter intervenire in maniera mirata. A studiare le misure anti-ag-gressione è stato un gruppo di lavoro ad hoc coordinato dal direttore dell'Unità operativa sicurezza e sorveglianza sanitaria della Asl Bat, Danny Sivo. «Abbiamo disegnato una piantina precisa dei luoghi di lavoro per individuare il punto esatto in cui si trova la persona che lancia l'allarme - spiega Sivo -a essere dotati di smarwatch saranno i medici più esposti: quelli in servizio al pronto soccorso, nei dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze patologiche, nelle guardie mediche e nella Rems (residenza esecuzione misure di sicurezza)». Fornire i "braccialetti" da polso consente di evitare casi come quello di Catania dove un giovane ha violentato una dot-teressa in ambulatorio dopo aver staccato il telefono fisso dell'ufficio. «Così miglioriamo la sicurezza e la percezione della sicurezza» osserva Narracci. Negli ospedali del territorio Barletta, Andria, Trani, infatti, non ci sono stati particolari episodi di violenza. «Non c'è un allarme - fa i conti il direttore dell'Unità operativa sicurezza -le aggressioni nella Asl Bat non sono statisticamente rilevanti: sono solo il 3 per cento degli infortuni e hanno una media di prognosi di dieci giorni. L'obiettivo del piano messo a punto, fatto di vigilantes e smartwatch, non è la militarizzazione, ma la sicurezza e il benessere. Anche perché lavorare con la paura di essere aggrediti ti fa lavorare male». Negli uffici della Asl in questi giorni sono stati già effettuati dei test per verificare il funzionamento dei dispositivi che l'azienda procederà a richiedere in comodato d'uso attraverso una convenzione Consip. «È un piano innovativo - prosegue Sivo - da tempo la nostra Asl è attenta a questi temi, ma non interveniamo a seguito di episodi particolari. Anzi. Guai quando la sicurezza insegue. Nella Bat abbiamo un sistema integrato di gestione della sicurezza». A cui si associa un programma di formazione specifico per gli operatori sanitari. «Partiamo subito con l'attività formativa indirizzata a tutti gli operatori - aggiunge il responsabile sicurezza - sulle tecniche di comunicazione da adottare con i pazienti, su come fare abbassare i toni della discussione: è questo il primo passo. Ci sono poi questioni organizzative su cui lavorare per la riduzione del rischio come l'organizzazione deali ambienti di lavoro»