I falsi tamponi positivi per ottenere il Green Pass la procura avvia verifiche
La testimonianza di un cittadino attraverso i canali social è stata acquisita dalla procura
martedì 25 gennaio 2022

Il procuratore Roberto Rossi ha delegato accertamenti partendo dalla identificazione di chi ha fatto le denunce a mezzo social per raccoglierne le testimonianze, dal momento che in alcuni video c'è chi mostra anche documenti a conferma di quanto raccontato. Quello che vuole capire la Procura è se alla base di questi "falsi positivi" ci sia una volontà di alterare la fotografia delle diffusione del virus e dei contagi al solo scopo di agevolare quei cittadini no-vax che, con l'entrata in vigore del super green pass, subiscono notevoli limitazioni dovute al suo mancato possesso. Certificato che è possibile ottenere con il vaccino oppure con documentazione sanitaria che attesti di essersi infettati da non più di quattro mesi. Gli stessi presunti "furbetti" no-vax che pur di non vaccinarsi, avrebbero già architettato mesi fa un sistema truffaldino con la compiacenza, questa volta, di medici.
Su quest'ultima ipotesi la Procura di Bari sta lavorando in un'altra indagine aperta di recente, ancora in fase conoscitiva. In questo caso il sospetto è che ad essere falsificati siano stati i certificati medici presentati da alcuni lavoratori dopo l'entrata in vigore dell'obbligo del green pass base (vaccino o tampone negativo) sul luogo di lavoro, scattato il 15 ottobre scorso. Gli accertamenti della Procura sono stati avviati dopo alcune segnalazioni relative a lavoratori che si sarebbero messi in malattia immediatamente prima dell'entrata in vigore dell'obbligo, così evitando, in quanto non vaccinati, di doversi sottoporre a tampone ogni due giorni per andare a lavoro o di essere sospesi senza retribuzione. E per i lavoratori over 50, con l'introduzione dell'obbligo vaccinale, dal 15 febbraio non sarà più sufficiente l'esito negativo di un tampone. Di qui - sta accertando la Procura - la nuova strategia: i falsi positivi.