I falsi tamponi positivi per ottenere il Green Pass la procura avvia verifiche

La testimonianza di un cittadino attraverso i canali social è stata acquisita dalla procura

martedì 25 gennaio 2022

Nuovi presunti "furbetti" dell'emergenza Covid sono nel mirino della Procura di Bari. Questa volta gli accertamenti degli inquirenti riguardano i tamponi rapidi nelle farmacie. Il sospetto è che vengano eseguiti tamponi con esito positivo falso per certificare la positività e ottenere così il super green pass evitando il vaccino. L'ipotesi investigativa della Procura, dopo una serie di segnalazioni diffuse via social da presunti testimoni del raggiro, è ora formalmente al centro di un'indagine conoscitiva, al momento senza indagati e senza ipotesi di reato. Gli inquirenti vogliono verificare quello che in diversi video e post è stato denunciato nelle ultime settimane: l'esistenza di farmacie compiacenti di Bari e provincia, che certifichino falsamente l'esito positivo di tamponi antigenici così da inserire i pazienti nell'elenco di coloro che hanno contratto il Covid. A distanza di una settimana, poi, accerterebbero la negativizzazione con un tampone di controllo, così consentendo al paziente di ottenere Il sospetto è che alcune farmacie compiacenti di Bari e provincia diano certificazioni taroccate. Segnalazioni dai canali social la certificazione verde rafforzata da avvenuta guarigione, senza doversi sottoporre a vaccinazione. Un "tranello, un raggiro, un accordo con le farmacie per certificare tamponi falsi" segnala sui social un cittadino, la cui testimonianza - raccolta in una video — è stata acquisita dalla Procura di Bari.

Il procuratore Roberto Rossi ha delegato accertamenti partendo dalla identificazione di chi ha fatto le denunce a mezzo social per raccoglierne le testimonianze, dal momento che in alcuni video c'è chi mostra anche documenti a conferma di quanto raccontato. Quello che vuole capire la Procura è se alla base di questi "falsi positivi" ci sia una volontà di alterare la fotografia delle diffusione del virus e dei contagi al solo scopo di agevolare quei cittadini no-vax che, con l'entrata in vigore del super green pass, subiscono notevoli limitazioni dovute al suo mancato possesso. Certificato che è possibile ottenere con il vaccino oppure con documentazione sanitaria che attesti di essersi infettati da non più di quattro mesi. Gli stessi presunti "furbetti" no-vax che pur di non vaccinarsi, avrebbero già architettato mesi fa un sistema truffaldino con la compiacenza, questa volta, di medici.

Su quest'ultima ipotesi la Procura di Bari sta lavorando in un'altra indagine aperta di recente, ancora in fase conoscitiva. In questo caso il sospetto è che ad essere falsificati siano stati i certificati medici presentati da alcuni lavoratori dopo l'entrata in vigore dell'obbligo del green pass base (vaccino o tampone negativo) sul luogo di lavoro, scattato il 15 ottobre scorso. Gli accertamenti della Procura sono stati avviati dopo alcune segnalazioni relative a lavoratori che si sarebbero messi in malattia immediatamente prima dell'entrata in vigore dell'obbligo, così evitando, in quanto non vaccinati, di doversi sottoporre a tampone ogni due giorni per andare a lavoro o di essere sospesi senza retribuzione. E per i lavoratori over 50, con l'introduzione dell'obbligo vaccinale, dal 15 febbraio non sarà più sufficiente l'esito negativo di un tampone. Di qui - sta accertando la Procura - la nuova strategia: i falsi positivi.