A un passo dalla "card" che unifica carta d'dentità e tessera sanitaria
(Sole 24 Ore Sanità)
lunedì 16 settembre 2013
A un passo dalla realizzazione la "card" unificata che accorpa in un unico documento tessera sanitaria e carta d'identità elettronica, sullo stesso supporto, rilasciato gratuitamente dal Comune di residenza. Dopo essere stato annunciato prima dall'ex ministro Brunetta e poi dall'ex premier Mario Monti nell'agenda digitale, lo schema di regolamento sul «documento digitale unificato» è all'Ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni straordinaria di giovedì 19 settembre.
Lo schema in otto articoli prevede che la nuova carta unica abbia una validità pari a quella fissata per le carte d'identità dal Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza (dieci anni per i maggiorenni, tre anni per i bambini sotto i tre anni e cinque anni per bimbi e ragazzi tra 3 e 19 anni) e che sia rilasciata dal Comune di residenza o di dimora a tutti i cittadini italiani iscritti al Servizio sanitario nazionale nonché agli europei o agli stranieri residenti che abbiano diritto all'assistenza sanitaria pubblica. Il rilascio è formalmente gratuito ed esente da bollo, ma i Comuni possono esigere, oltre ai diritti di segreteria, il pagamento previsto dall'articolo 291 del regolamento per l'esecuzione del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, per un massimo di 5 euro (le vecchie 10mila lire).
Il modello di documento - con le modalità tecniche di produzione, distribuzione e gestione – deve essere definito da un successivo decreto del ministro dell'Interno, di concerto con gli altri dicasteri interessati. L'unico cambiamento tecnico esplicito riguarda il codice fiscale: nella tessera sanitaria è riportato anche in banda magnetica, sul supporto fisico del documento unificato sarà solo per esteso e nel codice a barre. Per ora non sono in cantiere utilizzazioni diverse da quelle attuali, ma un altro decreto, stavolta del presidente del Consiglio, potrà ampliare il ventaglio.
Sui costi per la nascita del nuovo supporto il regolamento è netto: le amministrazioni coinvolte dovrebbero provvedere «con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Per il progetto il Governo Monti aveva autorizzato 60 milioni di euro per il 2013 e 82 milioni di euro a decorrere dal 2014.
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