Vaccini: sì alla quarta dose subito per gli over 60 Cure a casa ancora al palo

Via libera di Aifa e Salute Al via la quarta dose di vaccino per gli over 60 e per i fragili over

martedì 12 luglio 2022

Di fronte alla quinta ondata in corso e dopo la raccomandazione di Ema e dell'Ecdc il ministero della Salute e l'Aifa ieri hanno rotto gli indugi dando il via libera dopo gli over 80 al secondo booster anche per chi ha dai 60 ai 79 anni. "Apriremo immediatamente sui nostri territori la somministrazione, la battaglia contro il Covid è ancora in corso", ha spiegato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza. La nuova dose potrà essere assunta a quattro mesi di distanza dalla terza o dall'infezione per il Covid.

Il Lazio è tra le Regioni apripista con la possibilità di prenotarsi dal 14 luglio, ma anche le altre Regioni stanno partendo con alcune pronte a riaprire alcuni hub o ad appoggiarsi a medici di famiglia e farmacie. Si lavora anche alla possibilità di vaccinare gli over 60 nelle mete estive più gettonate. Intanto in vista dell'autunno, le autorità sanitarie europee stanno esaminando due vaccini aggiornati contro la variante Omicron per un possibile via libera a settembre. Un fatto, questo, che potrebbe anche influenzare la scelta di molti over 60 di rinviare la quarta dose in attesa del nuovo vaccino oppure di accelerarla per poter accedere al primo richiamo in autunno già da metà novembre visto che l'intervallo di tempo sarà sempre almeno di 120 giorni dall'ultima iniezione. Se da una parte il Governo spinge ancora sul vaccino dall'altra lascia invece ancora troppo sguarnito il fronte delle cure a casa. Due le criticità in piena quinta ondata: la disattivazione in molte Regioni delle Usca, le unità speciali che visitano al domicilio i pazienti più a rischio , e il ricorso ancora troppo limitato, anche se nell'ultima settimana finalmente in crescita, degli antivirali e in particolare del Paxlovid che può essere prescritto dal medico di famiglia e ritirato in farmacia. Per quanto riguarda le Usca lo scorso 30 giugno è scaduto il finanziamento nazionale di queste mini equipe - formate da medici e infermieri - che bussano a casa. Al momento e ricorrendo alle proprie risorse hanno mantenuto attive le Usca fino a dicembre solo un drappello di Regioni tra cui Emilia, Campania, Veneto, Sardegna, Lazio, Umbria e Lombardia: "Ma altre Regioni potrebbero essersi aggiunte", spiega l'assessore dell'Emilia e coordinatore degli assessori alla Salute Raffaele Donini. Il punto però è un altro: il ministro Speranza non sembra più intenzionato a finanziare le Usca, perché con l'entrata in vigore della riforma del territorio (il Dm 77) ora l'attivazione delle Uca - così si chiamano nel decreto - spetterebbe alle Regioni. "L'accordo con il ministero - ricorda Donini - è di attuare la riforma progressivamente e invece noi siamo ancora in emergenza. Questo picco epidemico produce altri costi per il Covid che si aggiungono ad almeno 3,8 miliardi non ancora riconosciuti dal Governo per il 2020-2021. Insomma piove ancora sul bagnato "

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