OMS rilascia prima linea guida per il trattamento dell’epatite B

Le indicazioni prevedono l'uso di due soli farmaci orali, con basso rischio di eventi avversi

venerdì 20 marzo 2015

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilasciato per la prima volta una linea guida dedicata al trattamento dell’epatite B cronica, un’infezione virale che si diffonde attraverso sangue e fluidi corporei, che attaccando il fegato e causa circa 650.000 morti ogni anno.

In tutto il mondo, sono circa 240 milioni le persone portatrici del virus dell'epatite cronica B e tassi di infezione più alti vengono registrati in Africa e Asia. Le persone infettate dal virus presentano un maggior rischio di morte a causa di cirrosi e cancro del fegato.

Esistono dei farmaci che impediscono lo sviluppo di queste patologie, consentendo ai malati di vivere a lungo, ma molti di loro non possono accedervi e di conseguenza ricevono delle terapie al di sotto degli standard. Una delle ragioni, secondo l’OMS, può essere proprio la mancanza di linee guida basate su evidenze chiare in merito alla scelta dei farmaci da utilizzare e ai criteri per individuare i pazienti a cui somministrarli, in particolare nei paesi a basso e medio reddito, in cui le risorse sono limitate.

"Decidere chi ha bisogno di un trattamento per l'epatite B dipende da una serie di fattori", spiega Stefan Wiktor, che guida il Global Hepatitis Programme dell'OMS. "Queste nuove linee guida, che danno raccomandazioni per il trattamento che si basano su test semplici ed economici, aiuteranno i medici a prendere le decisioni giuste”

Le raccomandazioni chiave emanate dall’OMS includono:

L'uso di pochi test non invasivi per valutare lo stadio della malattia epatica per aiutare a identificare gli individui che necessitano di un trattamento;
Priorità di trattamento per le persone affette da cirrosi - lo stadio più avanzato della malattia epatica;

L'uso di due farmaci sicuri ed altamente efficaci, tenofovir o entecavir, per il trattamento dell’epatite cronica B. Entrambi i farmaci presentano un bassissimo rischio di sviluppo di resistenze, sono facili da assumere (una pillola una volta al giorno) e comportano un basso rischio di eventi avversi. Sul mercato sono presenti dei farmaci equivalenti di entrambi;

Monitoraggio regolare utilizzando semplici test per la diagnosi precoce del cancro del fegato, per valutare se il trattamento stia funzionando, e se possa essere interrotto.

La linea guida considera anche le esigenze di popolazioni specifiche, come le persone co-infette dall’HIV, così come i bambini, gli adolescenti e le donne in gravidanza.

Il trattamento può prolungare la vita per le persone già infettate dal virus dell’epatite B, ma è importante concentrarsi anche sui nuovi casi, attraverso un’attività di prevenzione. L'OMS raccomanda che tutti i bambini siano vaccinati contro l'epatite B con una prima dose somministrata alla nascita. Alcuni paesi, in particolare in Asia, hanno ridotto i tassi di infezione da epatite B infantile attraverso la vaccinazione universale dell'infanzia. La sfida attuale, secondo l’OMS, riguarda la moltiplicazione degli sforzi per garantire a tutti i bambini del mondo la protezione dal virus.

Un’ulteriore via di infezione è attraverso il riutilizzo di apparecchiature mediche, in particolare delle siringhe. L’OMS ha recentemente lanciato una nuova politica in materia di sicurezza delle iniezioni che aiuterà anche a prevenire nuove infezioni da epatite B. La politica prevede l'utilizzo a livello mondiale di siringhe "intelligenti" per impedire il riutilizzo di siringhe o aghi.