Vaccini, Puglia paga medici in ritardo.

Fimmg: si cambi. Urge investire in personale (Doctor News)

martedì 19 aprile 2022

Fonte Doctor 33

«Dopo la diffida che abbiamo fatto la Regione ha iniziato a pagare le nostre prestazioni effettuate fino allo scorso mese di dicembre ma finché non vediamo prove tangibili restiamo "guardinghi". Donato Monopoli segretario di Fimmg Puglia ha scritto nei giorni scorsi alla Regione una lettera in cui chiede riscontro dei compensi spettanti a ciascun medico per l'effettuazione nel 2021 delle vaccinazioni alla popolazione a rischio non solo contro il Covid-19 ma anche contro influenza e pneumococco. I medici aspettavano i versamenti sulla mensilità di gennaio, cioè nella busta paga di febbraio, invece non sono arrivati. «Siamo ad aprile e stiamo parlando di impegni e cifre non modesti», dice Monopoli. «In particolare, i vaccini antinfluenzali, che abbiamo programmato noi con gli assistiti, erano remunerati euro 8,16 ciascuno; gli accessi con vaccino Covid a casa degli assistiti over 80 erano 15 euro. Un medico massimalista è arrivato a vaccinare fino a 500 utenti contro l'influenza, e in 10 mesi sono state fatte centinaia di inoculazioni per proteggere dal Covid, grosso modo stiamo parlando di una media di 10-12 mila euro a medico». Somme ingenti, dunque, «ma va considerato che il lavoro di un collega dell'hub pagato 40 euro all'ora, con pari o minor velocità d'esecuzione, considerando i costi dell'allestimento che raddoppiano gli importi, arriva a costare 30 mila euro, tre volte di più del nostro».

Ci sono poi i costi del personale dello studio del medico di famiglia, «per ricavare queste mezze giornate - che poi spesso si prolungavano per caricare le informazioni sui database, per cercare dati - abbiamo pagato ore straordinarie di assistenti di studio ed infermieri, mese per mese. Considerando 20 ore in più al mese, arriviamo a 400 euro netti da moltiplicare per una media di 6 mesi e i 10 mila euro diventano 7.600, e comunque dalla somma vanno tolte Irpef (fino al 43%) e contributi Enpam». In tasca, al medico sono rimasti alla fine poco più di duemila euro, «ma i pazienti hanno ricevuto un servizio accurato, appuntamenti che si incastravano in modo ottimale, anche a casa, sia per le prime e seconde dosi sia per i richiami. Inoltre, ci siamo organizzati in modo di non far coincidere, almeno per quanto possibile, le vaccinazioni contro Covid-19 ed influenza, così da minimizzare eventuali rischi di interazioni. Da una parte -conclude Monopoli -affidarci questo compito è stata un'intuizione giusta della Regione, dall'altra sarebbe stato altrettanto congruo pagarci mese per mese senza ritardi».

In prospettiva, il medico di famiglia pugliese, al pari di tutta la medicina generale italiana, è ora chiamato a una serie di compiti complessi. Spiega Monopoli: «Il Piano Regionale delle Cronicità pugliese, il primo in Italia ad essere approvato (già nel 2016, ndr) fin qui non è operativo, l'arrivo della pandemia lo ha bloccato, ma i compiti che ci riguardano e i relativi carichi di lavoro vi sono in qualche modo delineati e si andranno ad aggiungere a quarte dosi e nuove campagne antinfluenzali. Solo fermandoci alla necessità citate e a quelle di seguire i pazienti cronici e di recuperare le prestazioni perse in pandemia, è chiaro che serve un investimento della Parte pubblica sul personale di studio, o sarà impossibile realizzare la medicina di famiglia che tutti vorremmo. Oltretutto, in questo momento ci sono gravi difficoltà a trovare sia medici di famiglia sia infermieri, occorre cambiare marcia».