Medici USCA: necessario prorogare i contratti, per non lasciare il territorio scoperto

Nella Asl Bari ci sono 61 medici in servizio presso le USCA il cui contratto scade a fine mese

domenica 06 dicembre 2020

Bari, 6 dicembre 2020. “Nei prossimi mesi dovremo continuare a presidiare il territorio per contenere eventuali ritorni dell’epidemia e mitigarne gli effetti. Occorre quindi potenziare la medicina territoriale - dichiara Filippo Anelli, Presidente Omceo Bari - Nella Asl Bari abbiamo 61 medici attualmente in servizio presso le USCA il cui contratto scade a fine mese. È essenziale che i loro contratti vengano prorogati e che le Unità speciali di continuità assistenziale in cui operano siano potenziate con i medici che verranno assunti grazie al nuovo bando regionale. Non si può smantellare il sistema avviato e disperdere l’esperienza maturata nei mesi scorsi dai medici delle Unità Speciali, nella maggior parte dei casi giovani.”

L’attivazione da parte delle regioni delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) è stata prevista dal Decreto legge del 9 marzo per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitino di ricovero ospedaliero, in modo da consentire al medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta e al medico di continuità assistenziale di garantire l'attività ordinaria. Il Decreto prevede una Unità speciale ogni 50.000 abitanti: in Puglia al momento, su 80 previste, ne sono state attivate 50 (Fonte: Quotidiano Sanità su dati delle Regioni al 27 novembre 2020). Il fabbisogno nella Asl Bari è di 25 USCA da 8 medici l’una, per un totale di 200 medici. Confermando i 61 attualmente in servizio, quelli che dovrebbero essere contrattualizzati attingendo alle graduatorie del nuovo bando regionale dovrebbero quindi essere 139.

“Durante l’estate, dopo la prima ondata, i medici delle Unità speciali hanno coperto le carenze di personale dei dipartimenti di prevenzione, per esempio per le attività di tracciamento e per i tamponi - aggiunge Anelli - Oggi le richieste di assistenza domiciliare sono tantissime e i medici USCA devono essere il braccio operativo della medicina generale. Hanno dispositivi per garantire in sicurezza l’assistenza domiciliare ai pazienti positivi, evitando il rischio che i medici di famiglia, di continuità assistenziale e i pediatri possano contagiarsi. Dopo la firma da parte del Presidente Emiliano dell’Ordinanza che prevede il coinvolgimento dei medici di famiglia e dei pediatri nelle attività di contact tracing, accertamento diagnostico e applicazione delle misure di isolamento e quarantena, è fondamentale rafforzare la medicina del territorio attraverso le USCA. I medici pugliesi hanno già pagato un tributo altissimo di vittime alla pandemia e occorre adottare un’organizzazione che tuteli la loro sicurezza.”