Assistenza sanitaria nelle RSA

Lettera al Direttore Generale ASL Bari

giovedì 23 aprile 2020

FIMMG Bari
Sezione Provinciale

Prot. 60/20 del 23/04/2020 
 

                                                                                                                   Gent.mo Signor
Direttore Generale ASL BA
                                 SEDE
       
Oggetto: Assistenza sanitaria nelle RSA.

Quale Segretario Provinciale della FIMMG, facendo seguito alle precedenti comunicazioni in materia scambiate in CPA, e al fine di dissipare ogni dubbio esistente in relazione alla condotta posta in essere dai Medici di Medicina Generale per i pazienti ricoverati nelle RSA, anche al fine di meglio comprendere quale deve essere da oggi in poi la condotta da tenere, specifico quanto segue.

E' opportuno innanzitutto precisare che i Medici di Famiglia non hanno mai abbandonato i propri pazienti, né sul territorio, né nelle RSA. Hanno continuato a offrire ai pazienti le migliori cure possibili nelle condizioni in cui sono stati costretti a lavorare, e cioè in assenza totale di DPI.

In una nota del 10 marzo il Dipartimento della Salute della Regione Puglia precisava che per "le attività di assistenza domiciliare integrata (ADI), dovevano essere garantite previo triage telefonico pre-trattamento secondo quanto previsto dalle circolari ministeriali in materia di emergenza sanitaria da COVID-19 e, fornendo agli operatori addetti i dispositivi di protezione individuale correlati al rischio individuato". Sempre nello stesso documento (Prot. N AOO/5/00197 del 10/03/2020, All. 5), si precisava che è fatto espresso divieto di far accedere al Centro Diurno visitatori, familiari e ogni altro soggetto che non sia il personale operante nella struttura.

Pertanto, nessun Medico di Famiglia, ha avuto accesso e può tuttora accedere all'interno delle RSA e RSSA, dovendosi limitare al triage telefonico e, in caso di necessità, far disporre attraverso i sanitari interni alla struttura, il ricovero con trasporto attraverso il SET 118.

Peraltro, tanto era opportuno proprio al fine di evitare che fosse il medico di famiglia, attraverso l’accesso alla struttura dall'esterno, ad essere egli stesso portatore del virus all'interno della medesima RSA in considerazione della mancanza dei necessari dispositivi di sicurezza.

Successivamente a tanto, in data 10 aprile, la ASL Bari ha inviato una lettera indirizzata al coordinatore della RSA Villa Giovanna invitando la struttura a consentire l’accesso per la valutazione delle condizioni dei pazienti e a mettere a disposizione i dispositivi di protezione che, di fatto, non sono mai stati consegnati dal Distretto o da alcuno e, pertanto, anche in tale caso, è stato impossibile consentire l'accesso al medico di famiglia.

Si continua pertanto, da parte dei Medici di Famiglia, a monitorare i propri pazienti a distanza, attraverso il coordinamento con gli infermieri e il responsabile sanitario della struttura.

Al fine di evitare inutili incomprensioni e facili strumentalizzazioni e al solo fine di garantire la giusta attenzione dovuta e necessaria ai pazienti, ribadendo ancora una volta la totale disponibilità di ogni singolo Medico di Famiglia a poter curare al meglio i propri pazienti, chiedo nella mia qualità sopra specificata di comprendere se ogni singolo medico di famiglia, in relazione ai propri pazienti ricoverati presso le RSA, oltre al triage telefonico, possa, e con quali modalità, accedere all'interno delle strutture RSA (come dalla ASL Bari specificato in data 10 aprile 2020) atteso che tale “invito” si pone apparentemente in violazione di quanto deciso e disposto con nota del 10 marzo 2020 dal Dipartimento della Salute della Regione Puglia, sovraordinato alla ASL. Se cioè questo invito è del tutto estemporaneo e dettato da esigenze di autotutela ovvero rientra in un piano organico di cura che sostituisce eventualmente la strategia originaria della Regione di cui però non si sa nulla.

In ogni caso, sempre e solo al fine di non essere proprio il medico di famiglia il portatore del virus all'interno della struttura con tutte le responsabilità a questo conseguenti, anche sotto il profilo penale, Vorrà chi di dovere –che si prega di indicare espressamente- fornire tutti i dispositivi necessari ad un accesso in piena sicurezza per tutti.
Si precisa pertanto che necessita disporre di:

1. tuta integrale (full body con cappuccio)
2  maschera (almeno ffp2 senza valvola)
3.occhiali e visiera protettive
4.doppi guanti
5 calzari soprascarpe
6.tutti gli strumenti idonei a visitare il paziente (fonendoscopio/sfigmomanometro/martelletto per riflessi/pulsiossimetro/penna per scrivere etc etc...)
7.Doppio Tampone diagnostico per individuazione Covid-19, cui sottoporre il medico prima e dopo l'accesso alla struttura stanza disinfettata all'interno della struttura, a breve distanza dall'ingresso esterno, ove potersi cambiare il medico e liberarsi di tutti gli indumenti anti contaminazione.

Ovviamente di tutta tale attrezzatura sarà necessario disporre preventivamente, a cura del DSS, i certificati di idoneità da parte delle autorità competenti. In mancanza, il DSS vorrà disporre l’ingresso con apposita autorizzazione e assunzione di responsabilità.

Si ritiene opportuno e, in tal senso si avanza specifica richiesta affinchè venga immediatamente convocato un CPA monotematico sul tema, al fine di fare definitiva chiarezza e dissipare ogni equivoco, oggi esistente.

Certo di aver meglio chiarito la posizione dei Medici di Famiglia e, in attesa di Vs. immediato riscontro, porgo
distinti saluti.               

Dott. Nicola Calabrese