Irap sul collaboratore, non si paga nemmeno se si è associati o in gruppo

La presenza di personale non determina il quid pluris atto a far lievitare il reddito, che invece resta quello previsto dalla convenzione

martedì 17 febbraio 2015

(Doctor 33)  Il collaboratore non fa scattare l'Irap. E non solo nella medicina di famiglia "single", come emerge dalle sentenze di Cassazione di fine 2014, ma anche nelle medicine di gruppo, per i soci.

Lo afferma la sentenza 1662 del 28 gennaio 2015, favorevole a quattro medici di famiglia associati in Piemonte con cui la Cassazione Civile consolida un indirizzo in passato altalenante. Tra il 2004 e il 2006 i quattro avevano pagato l'imposta ma avevano chiesto il rimborso, la Commissione Tributaria gli aveva dato ragione e la Cassazione ora conferma: non basta che l'associazione metta a disposizione dei mmg locali e personale per dire che questi fattori produttivi diano di per sé il quid pluris atto a far lievitare il reddito, che invece resta quello previsto dalla convenzione

La sentenza appare "controcorrente" rispetto a precedenti orientamenti della Corte come ricorda Dario Festa consulente tecnico commissione Fisco del Sindacato. Festa cita la Sentenza 13570 (11 giugno 2007) secondo cui se i medici si "sostituiscono" nelle reciproche competenze o si fanno sostituire da collaboratori si presume "che il reddito non sia frutto esclusivamente della professionalità di ciascun componente dello studio, ma di detta organizzazione associativa, costituita per potenziare la produzione di ricchezza a vantaggio degli associati, presupposto dell'Irap".

La Corte rivede ora l'indirizzo: l'Irap non si paga, beninteso se l'associazione se l'associazione è finalizzata al solo uso comune di sedi, attrezzature mediche e personale amministrativo. «Ci sarà Irap solo ove nell'esercitare l'attività professionale il medico dovesse eccedere, secondo l'id quod plerumque accidit, il minimo indispensabile in termini di risorse materiali (beni strumentali) ed umane (personale dipendente)». «Nonostante i buoni propositi della Corte la strada per la definitiva esclusione del mmg pare ancora lunga e carica di insidie», chiosa Festa. «L'Agenzia delle Entrate, dopo la Circolare n. 28/E del 28 maggio 2010, non sembra aver mostrato più interesse a riesaminare la questione lasciando, da un lato, i medici nella più totale incertezza».

Il vicesegretario Fimmg Carmine Scavone sottolinea: «Le sentenze di Cassazione per il momento non sembrano entrare nello specifico se il personale fosse stato assunto da un singolo medico o da una cooperativa avente personalità giuridica, ma tutto il dispositivo porta a pensare che dal punto di vista generale l'assunzione di personale come fattore produttivo o meno di Irap è indipendente con le modalità con le quali di quel personale ci si avvale».

Mauro Miserendino

Altri articoli sull'argomento