Visite private in ospedale le Asl ci rimettono il ticket

La Regione fa i conti: persi ogni anno 10 milioni

giovedì 13 settembre 2018

Scagliarini (Gazzetta del Mezzogiorno)

 Soltanto la Asl di Bari sembrerebbe aver correttamente implementato, come richiesto dalla legge, la contabilità analitica relativa all'attività intra-moenia dei medici. In tutte le altre Asl e aziende sanitarie pugliesi i dati relativi all'«Alpi» mancano, sono incompleti o - peggio - vengono nascosti persino alla stessa Regione. Lo dice uno studio dell'ufficio legislativo del Consiglio regionale, che nell'ambito dell'esame del disegno di legge Amati sulle liste d'attesa ha esaminato i bilanci 2017 per trarre una conclusione - se si vuole - anche banale: l'attività privata dei medici non porta benefici diretti alle casse del servizio sanitario, e produce un danno indiretto. Perché ciò che viene incassato dall'Alpi finisce in gran parte nelle buste paga del personale, mentre la Asl rinuncia del tutto all'importo del ticket. Parliamo di non meno di 10 milioni di euro l'anno. Il tema è interessante per due motivi. Primo, perché è già emerso co- me le Asl pugliesi (in questo caso con la lodevole eccezione della Asl di Foggia) continuino a nascondere i dati relativi alle retribuzioni dei medici, pubblici per obbligo di legge eppure non resi noti sui relativi siti istituzionali. Secondo, perché in una situazione come quella pugliese l'attività professionale intra-moenia finisce per diventare una scorciatoia: una stessa prestazione - lo dicono i dati di monitoraggio - può richiedere 6 mesi in regime istituzionale e tre giorni in intra-moenia. Significa che chi ha i soldi paga e viene operato immediatamente, tutti gli altri si mettono in fila e aspettano. Nel 2017 la Asl Bari ha incassato per intra-moenia5,3 milioni di cui 3,9 retrocessi al personale e poco meno di un milione di costi vivi. C'è un avanzo di 368mila euro, ma i dati non sono sufficienti a dire se si tratti di un guadagno reale per l'azienda perché non vengono indicati gli accantonamenti. Ma se per quelle stesse 71.730 prestazioni avesse incassato il ticket, l'azienda avrebbe ricavato una somma variabile da 700mila a 2,1 milioni, con spesa nulla. Stesso discorso a Taranto: l'avanzo (bilancio 2016) è pari a 384.019, l'accantonamento del 5 % per la legge Balduzzi (il fondo di perequazione) non è stato effettuato e le 24.691 prestazioni avrebbero prodotto ticket tra 246 e 740mila euro. Nella Asl Brindisi l'in-tra-moenia ha creato un disavanzo, pagato dai cittadini: per quelle 57.601 prestazioni l'azienda ha rinunciato a una cifra oscillante tra 576mila e 1,7 milioni di euro di ticket. Al Policlinico di Bari ricavi (11 milioni) e costi pareggiano, ma senza tener conto degli accantonamenti: le 68.810 prestazioni avrebbero prodotto ricavi per ticket da 688mila a 2 milioni di euro. Le Asl Bat, Lecce e Foggia non hanno fornito al Consiglio regionale i dati necessari ad effettuare le valutazioni, mentre quelli dei «Riuniti» di Foggia sono parziali perché riguardano solo le prestazioni oggetto di monitoraggio ministeriale. In un caso e nell'altro, l'intra-moenia resta un mistero.