Scotti: Aggressioni a medici, l'emergenza continua

Disegni di legge a rilento telecamere ancora spente

lunedì 11 marzo 2019

«L'emergenza continua», dice con amarezza Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, registrando l'ultima aggressione e ricordando le tante azioni di denuncia ad alto impatto organizzate, dai giubbotti antiproiettile indossati nei pronto soccorso, ai manifesti in strada, alla lettera aperta "Picchiate me" indirizzata ai cittadini.

«Non sappiamo più che altro fare», aggiunge, spiegando che diverse soluzioni sono state messe in campo, a livello nazionale e locale, ma nessuna è ancora operativa.

Ecco tutti i fronti aperti.

In Parlamento c'è un disegno di legge present a to dalla deputata di LeU Michela Rostan (tra i firmatari anche il pediatra del Pd Paolo Siani) per riconoscere lo status di pubblico ufficiale al medico o all'operatore sanitario aggredito in modo da procedere d'ufficio contro i violenti.

Un provvedimento caldeggiato da Scotti, che ne spiega la ratio: «I colleghi non si espongono per paura, si sentono abbandonati dallo Stato». E, per dare un segnale, c'è anche un altro disegno di legge depositato dai ministri Giulia Grillo (Salute), Matteo Salvini (Interno) e Alfonso Bonafede (Giustizia).

Obiettivo: istituire un osservatorio nazionale per la sicurezza degli operatori sanitari, monitorare gli episodi di violenza, per analizzarli e quindi tentare di rimuovere ifattori di rischio, applicando le norme e attribuendo la responsabilità (anche di eventuali omissioni) ai manager della sanità.

Il testo introduce, inoltre, un aggravante quando la violenza avviene ai danni dei camici bianchi.

«Ma se la vittima non presenta denuncia, non può neanche essere inflitta una condanna», osserva Scotti.

«Il governatore Vincenzo De Luca ha annunciato l'istituzione di un tavolo regionale sulla sicurezza coinvolgendo gli Ordini dei medici: a distanza di due mesi, non ci ha ancora convocato», ricorda Scotti.

Ancora: le telecamere, previste a bordo delle ambulanze e da applicare sulla divisa degli operatori, non sono state installate. E questo perché sono stati chiesti chiarimenti dal garante sulla privacy.

«Tuttavia, gli occhi elettronici possono aiutare a individuare chi commette un reato: non a prevenirlo, come dimostra quanto avvenuto nell'ascensore di una stazione della Circum, dove una ragazza è stata stuprata», obietta il presidente dell'Ordine dei medici.

Quanto alla scorta dei mezzi di soccorso, «è praticamente irrealizzabile.

Si possono invece individuare le zone ad alto rischio aggressioni e, in circostanze selezionate, allertare le forze dell'ordine già presentisul territorio».

Prosegue Scotti: «De Luca ha annunciato un piano anche nei presidi di continuità assistenziale, l'ex guardia medica, ma non mi risultano interventi attuati».

Altra questione irrisolta, il triage che regola gli accessi dei pazienti per le urgenze in ospedale, dando un codice di priorità contrassegnato da un colore, dal bianco al rosso.

«Questo servizio non è ancora operativo in tutti i territori, ma necessario per ridurre i tempi di attesa in base a criteri obiettivi», dice Scotti, che conclude: «Nei pronto soccorso, occorre anche dare maggiori spiegazioni su quel che accade anche prima della visita per cercare di evitare reazioni scomposte».

Fonte Il Mattino