Un vecchio antivirale trovato in deposito saranno distribuite 30mila compresse

I farmaci acquistati nel 2009. Il Ministero ne autorizza la distribuzione

sabato 31 gennaio 2015

Repubblica Bari 31 gennaio - Quaranta flaconi da mille capsule ciascuno. In pratica, una marea di pillole antivirali. Furono ordinate dalla Regione Puglia nel 2009, in piena pandemia da influenza A. Si trattava dei lotti di Oseltamivir, capsule da 75 milligrammi, il principio attivo equivalente contenuto all'interno del Tamiflu prodotto dalla Roche, un farmaco usato contro i ceppi di influenza A e B. I 40 flaconi furono prodotti dall'Scfm, Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, e consegnati all'Asl Bari, in quanto deposito referente per tutta la regione. Alla fine, ne servirono meno della metà. Le scorte rimanenti furono dimenticate nel deposito per gli antidoti dell'Asl barese. Di quelle migliaia di pillole si erano perse le tracce e, fino a qualche giorno fa, non si sapeva neanche se fossero scadute. Ora però, in piena pandemia (solo ieri un altro morto e casi gravi giunti a quota 34) quelle scorte reduci dalla campagna anti influenzale del 2009 potrebbero tornare utili.

Ieri, infatti, il ministero della Salute ha inviato una nota agli assessorati alla Sanità di tutte le Regioni italiane in cui ha fornito nuovi aggiornamenti proprio sui lotti di Oseltamivir: «Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare (Scfm) di Firenze – è scritto nella nota ministeriale – ha provveduto ad effettuare le prove di stabilità sul medicinale prodotto per il ministero della Salute nell'anno 2009, che hanno avuto esito positivo». Ciò significa che le migliaia di scorte che tutte le Regioni, Puglia compresa, hanno ancora a disposizione nei loro depositi, non sono scadute. Anzi, ora quelle pillole potrebbero rappresentare una nuova arma per combattere il ritorno aggressivo del virus H1N1, che in questi giorni sta causando seri problemi nelle rianimazioni pugliesi.

Ma quante compresse rimangono ancora a disposizione? Delle 40mila inizialmente ordinate, circa 20mila dovrebbero essere state distribuite nei vari reparti ospedalieri regionali da Foggia a Lecce. Si stima che ne siano state utilizzate circa 10mila. Ne restano, quindi, diverse migliaia a disposizione degli ospedali, più altre 20mila racchiuse nei megaflaconi all'interno del depo- sito degli antidoti dell'Asl Bari. Oggi sono ancora lì. Se è facile sapere quante scorte sono ancora a disposizione in Puglia, è più difficile capire quanto quelle scorte siano costate nel 2009. Quel che è certo è che per Tommaso Fiore, attuale dirigente del dipartimento di emergenza-urgenza del Policlinico, nominato assessore regionale alla Sanità proprio nel febbraio di 6 anni fa, non si trattò di una dose esagerata: «La gente non si rende conto del fatto che nel 2009 a causa dell'influenza ci siamo ritrovati in una situazione davvero brutta. Ci fu uno sforzo straordinario sul controllo dell'epidemia. I dati a nostra disposizione sul numero di malati erano impressionanti. Per questo, secondo me, non si trattò di una dose esagerata». Chiarito il dubbio sulla quantità di compresse, resta da capire quanto il principio attivo Oseltamivir sia realmente utile contro i ceppi A e B dell'influenza: «Alcuni clinici – commenta Michele Lattarulo, direttore della farmacia del Policlinico – parlano di una utilità relativa. Probabilmente avrà una validità limitata».