Ospedali, scatta la rivoluzione Chiude Fasano
Meno reparti più posti letto Ok di Emiliano, martedì in giunta
domenica 27 dicembre 2015

Dopo diverse ore di riunione, è scaturita la bozza che sarà portata alla discussione della giunta. Tra le novità più significative - una delle gioie di cui sopra - è l'apertura di una Cardiochirurgia in provincia di Foggia. Si deve ancora valutare se inse- diarla agli Ospedali riuniti (struttura pubblica) o a Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo (ente ecclesiastico). Quest'ultima appare più avanti e potrebbe averla vinta. Tra i dolori è da annoverare la sostanziale chiusura dell'ospedale di Fasano. Sarà un processo lungo, di dismissione lenta ma progressiva, anche in vista della costruzione della nuova struttura che sorgerà tra Fasano e la vicina Monopoli. Si tratta di uno dei cinque nuovi ospedali messi in agenda dalla Regione all'epoca Vendola.
Per uno di questi - il San Cataldo di Taranto - si è conclusa prima di Natale la conferenza dei servizi dei vari enti interessati. L'esito è positivo: a gennaio sarà pubblicato il bando di gara per la costruzione dell'ospedale, n conto alle rovescia per il nuovo San Cataldo (costo 207 milioni) è co- minciato. A parte Fasano, per ora non sono previste dismissioni. Ma diverse strutture, pur continuando a conservare il codice ministeriale di ospedale, cam-bieranno attività. Vale per Manfredonia (che sarà caratterizzato per la riabilitazione), Lucerà, Terlizzi (da 70 a 90 posti letto, ma 75 per riabilitazione e lungodegenza), Triggiano (sempre più vocato ai malati post acuti), Grottaglie. Nel Salente, flusso di letti e reparti tra Casarano e Gallipoli (sono un unico presidio ospedaliero, sistemato in due stabilimenti).
Il primo chiamato alle emergenze-urgenze e chirurgie (è il 12° ospedale tra i più frequentati, dunque molto attivo); il secondo destinato ai trattamenti programmati. Stesso ragionamento per il presidio di Copertino e Galati-na: nel primo emergenze ur- genze e chirurgie, nel secondo attività programmabile. Il riordino toccherà anche i privati accreditati, ma prima di procedere, la giunta preferisce incontrare i rappresentanti delle cliniche. Rispetto all'originaria dichiarazione di Emiliano («pronto a chiudere 25 ospedali pur di non aumentare le tasse») la ricetta del riordino è molto meno amara. La gran parte della riorganizzazione si incentrerà sul gioco di accorpamento, fusione e spostamento di strutture di degenza (reparti) tra un ospedale e l'altro.
I reparti in Puglia passeranno dagli attuali 723 a 707, con una diminuzione delle strutture per acuti (da 516 a 464, il 10% in meno) e l'incremento per lungodegenze e riabilitazione (da 77 a 128, il 66% in più). I posti letti complessivamente crescono: da 13.797 a 14-094. Quelli per pazienti acuti scendono (da 12.239 a u.742) ma quelli per lungode-genza e riabilitazione salgono (da 1.558 a 2.352). Facendo le somme, in termini percentua- li: i posti letto salgono del 2%, quelli per gli acuti scendono del 4% e quelli per riabilitazio-ne-lungodegenza salgono di un corposo 51%. Il riordino viene accompagnato dalla disponibilità di nuove assunzioni per 51 milioni, sbloccate dal ministero (la Puglia, in Piano operativo, deve sempre aspettare l'ok da Roma): 40 andranno a completare il piano delle assunzioni avviato ad agosto 2014, gli altri n a sanare situazioni pendenti.