Emergenza medici, il Veneto assume neo-dottori

La sfida di Zaia: «Ricorsi e dubbi? Non c'è alternativa» Le perplessità dell'Ordine Il rischio reale è di chiudere reparti e Pronto soccorso

giovedì 15 agosto 2019

Il Gazzettino

Emergenza medici, il Veneto assume neo-dottori ?La sfida di Zaia: «Ricorsi e dubbi? Non c'è alternativa» Le perplessità dell'Ordine Il rischio reale è di chiudere reparti e Pronto soccorso. Per scongiurarlo, il governatore del Veneto Luca Zaia ha deciso di forzare la mano: assumerà medici laureati, ma senza specializzazione. Un caso unico, perché in Italia per poter fare il medico nelle strutture pubbliche la specializzazione è indispensabile. Peccato che i posti per le specialità siano inferiori alle necessità: in Veneto mancano 1.300 medici su un organico di limila dottori, ma le specialità assegnate alla nostra regione sono appena 600 (comprese le 90 pagate da Palazzo Balbi per 10 milioni di euro). Così il Veneto, che non sa più da parte girarsi per trovare camici bianchi, ha deciso che i medici se li formerà da sé. «Ci saranno gli immancabili esperti che storceranno il naso - anticipa Zaia - e se ci saranno ricorsi resisteremo in ogni sede. Ma non ci sono alternative concrete». Perplessi i rappresentanti dei sindacati e dell'Ordine dei medici. Vanzan e Pederiva a pagina 9 GOVERNATORE Luca Zaia La sanità in Veneto ¦ Medici in corsia solo con la laurea ?Per far fronte alla grave carenza di camici bianchi ?Zaia: «I giovani li formeremo noi. Le carte bollate saranno assunti 500 dottori senza specializzazione non ci preoccupano, è tutto previsto dalla legge» LA DECISIONE VENEZIA Le ha provate tutte pur di trovare un po' di medici. Ha fatto fare i concorsi: «Ma agli ultimi tre bandi per 192 posti si sono fatti avanti in 46. E sorvoliamo sul concorso da 81 posti che ha visto 3 partecipanti». Ha fatto riaprire le porte ai pensionati, ma neanche quello è bastato (anche perché volendo proprio ritornare a lavorare conviene andare nelle cliniche private dove al confronto ti coprono d'oro). E siccome di questo passo il rischio reale è di chiudere reparti e Pronto soccorso, il governatore del Veneto Luca Zaia ha deciso di forzare la mano: assumerà giovani medici laureati, ma senza specializzazione. Un caso unico, perché in Italia per poter fare il medico nelle strutture pubbliche, a partire dal Pronto soccorso, la specializzazione è indispensabile. Peccato che i posti per le specialità siano inferiori alle necessità: in Veneto mancano 1.300 medici su un organico di limila dottori, ma le specialità assegnate alla nostra regione sono appena 600 (comprese le 90 pagate da Palazzo Balbi per 10 milioni di euro). Così il Veneto, che non sa più da parte girarsi per trovare camici bianchi, ha deciso che i medici se li formerà da sé: prenderà i semplici laureati e una volta assunti a tempo indeterminato li manderà alla propria Scuola di sanità pubblica dove frequenteranno lezioni per 92 ore, poi li spedirà in corsia dove faranno 38 ore alla settimana. Il primo bando per 320 medici da destinare ai Pronto soccorso uscirà entro il 15 settembre. Il secondo, per 120 medici da impiegare nella Medicina generale e in Geriatria, entro il 15 ottobre. IL RISCHIO La vigilia di Ferragosto Luca Zaia convoca la giunta a Palazzo Balbi. Lo fa da quand'è presidente della Regione, quindi ormai sono nove anni, non fa neanche più notizia. Ha tutti gli assessori schierati in prima fila. Stavolta, però, la riunione dell'esecutivo riguarda una delibera rischiosa. Zaia ne è consapevole: «Ci saranno gli immancabili esperti che storceranno il naso e se ci saranno ricorsi resisteremo in ogni sede. Se ci sono alternative concrete a quanto fatto dalla Regione, non le ho ancora viste». L'ipotesi delle carte bollate non è peregrina: nel giorno in cui il Veneto approva l'assunzione di medici non specializzati, si apprende che la Cassazione ha sentenziando che la specialità de medici è attività formativa e non lavorativa. Zaia fa spallucce: «L'unica alternativa che non prenderemo mai in considerazione è di tagliare o chiudere i reparti, arrendersi non è nel nostro Dna». Le delibere - per un'operazione che alla Regione costa 25 milioni di euro all'anno - in realtà sono due. Una per l'assunzione di 320 medici da destinare ai Pronto soccorso, il cui avviso sarà pubblicato entro il 15 settembre. La seconda per l'assunzione di 180 medici che saranno impiegati nella Medicina generale e nella Geriatrica, con avviso entro il 15 ottobre. Questi 500 medici che saranno assunti con contrat- to a tempo indeterminato. Potremo fidarci? «Ma certo - assicura l'assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin - saranno formati alla nostra Scuola e avranno un "tuto-raggio" in corsia». Zaia: «Vi ricordo che la specializzazione una volta si faceva in corsia». È il nuovo Piano socio-sanitario 2019-2023 della Regione Veneto - che il Governo peraltro non ha impugnato - a prevedere la possibilità che le Ulss "possano, in via eccezionale, conferire a medici incarichi individuali con contratto di lavoro autonomo anche per lo svolgimento di funzioni ordinarie". Possono farlo, dice il Piano, solo dopo aver tentato il tentabile. Che, dice Zaia, è appunto quello che è stato fatto. Con risultati scadenti, visto che perfino i concorsi vanno a vuoto. «Noi dobbiamo garantire i Livelli essenziali di assistenza, che sono un obbligo costituzionale - dice il governatore - Lo facciamo a modo nostro, cioè garantendo la qualità dei professionisti e la sicurezza dei pazienti con un percorso formativo sia teorico che pratico». LE CRITICHE Duro il giudizio della Cgil: «Do- po aver per anni accettato come ministro e poi come presidente della Regione una programmazione sanitaria sbagliata, oggi Zaia si inventa che i medici con qualche ora di formazione potranno andare nei pronto soccorso o addirittura in geriatria dove i pazienti cronici sono tutt'altro che semplici da gestire - dice il segretario generale Fp Cgil Veneto, Daniele Giordano - La giunta fa l'azzeccagarbugli con la salute dei veneti mandando allo sbaraglio i giovani laureati». Alda Vanzan