Detenzione armi, visita medica e rilascio certificato obbligatorio ma italiani riluttanti
Nel Tigullio il Questore ha spedito le lettere a 1300 cittadini: molti hanno preferito riconsegnare l'arma
giovedì 29 ottobre 2015

Doctor33
Dovevano mettersi in regola con una visita medica e un passaggio in questura. Ma forse non lo sapevano o lo hanno dimenticato: tanti italiani detentori di armi ancora non hanno intrapreso l'iter imposto dalla legge comunitaria che prevede visita medica e rilascio di un certificato in Questura. E ora rischiano che la forza pubblica venga in casa loro a confiscare le armi. In alcune aree d'Italia i commissariati stanno inviando le diffide ai "renitenti".
Nel Tigullio il Questore ha spedito le lettere a 1300 cittadini: su 1800 possessori d'armi solo 500 si sono recati al Commissariato e hanno ottenuto il permesso. «Stiamo parlando di Chiavari Asl 4 - dice Angelo Canepa segretario Fimmg Genova leggendo l'articolo sul Secolo XIX- ma da noi a Genova città Asl 3 sono censiti 89 mila detentori, che dovevano per prima cosa recarsi dal medico di famiglia in base alle disposizioni del decreto legislativo e che non abbiamo visto. A occhio e croce staremmo aspettando 70 mila nostri pazienti per l'adempimento». Certo «si tratta di certificati libero professionali, nulla hanno a che vedere con l'attività convenzionata. E molti miei pazienti quando li ho avvertiti del nuovo iter mi hanno detto che preferivano consegnare direttamente le armi in questura e qualcuno credo lo abbia fatto».
Dovevano mettersi in regola con una visita medica e un passaggio in questura. Ma forse non lo sapevano o lo hanno dimenticato: tanti italiani detentori di armi ancora non hanno intrapreso l'iter imposto dalla legge comunitaria che prevede visita medica e rilascio di un certificato in Questura. E ora rischiano che la forza pubblica venga in casa loro a confiscare le armi. In alcune aree d'Italia i commissariati stanno inviando le diffide ai "renitenti".
Nel Tigullio il Questore ha spedito le lettere a 1300 cittadini: su 1800 possessori d'armi solo 500 si sono recati al Commissariato e hanno ottenuto il permesso. «Stiamo parlando di Chiavari Asl 4 - dice Angelo Canepa segretario Fimmg Genova leggendo l'articolo sul Secolo XIX- ma da noi a Genova città Asl 3 sono censiti 89 mila detentori, che dovevano per prima cosa recarsi dal medico di famiglia in base alle disposizioni del decreto legislativo e che non abbiamo visto. A occhio e croce staremmo aspettando 70 mila nostri pazienti per l'adempimento». Certo «si tratta di certificati libero professionali, nulla hanno a che vedere con l'attività convenzionata. E molti miei pazienti quando li ho avvertiti del nuovo iter mi hanno detto che preferivano consegnare direttamente le armi in questura e qualcuno credo lo abbia fatto».
Secondo il decreto 121 del 2013 che recepisce la direttiva dell'Unione Europea 51 del 2008 tutti i detentori di armi regolarmente denunciate, situate in casa o in loro proprietà, ora sono tenuti a far produrre al medico di famiglia il certificato anamnestico che attesta l'assenza di problemi relativi alla capacità d'intendere e di volere o di abuso di alcol e stupefacenti, e poi a recarsi con il certificato dal medico del servizio medico legale Asl o militare o di Polizia o dei vigili del fuoco per il rilascio del nulla osta a detenere l'arma. Si può evitare il rinnovo dell'idoneità psicofisica se il certificato d'idoneità è stato rilasciato nei sei anni precedenti. Il documento prima non era richiesto. I dipendenti dei commissariati però sarebbero troppo pochi per i tanti controlli che si devono effettuare. «Sarebbe opportuna una campagna di sensibilizzazione sui media - dice Canepa - ma a chi spetta? Non al medico curante, non all'Asl né al sindaco, probabilmente alla Questura». Un rapido calcolo porta a stimare nelle zone come Genova almeno un cittadino su dieci con arma detenuta.
La situazione non va confusa con il porto d'armi, per il quale il certificato da rinnovare ogni sei anni è obbligatorio. E viene richiesto dalle armerie per tutti coloro che intendono acquistare un'arma da fuoco. «Ma altra cosa - commenta Canepa - è l'archibugio ereditato nella casa di campagna. Più frequente di quanto non si pensi».
La situazione non va confusa con il porto d'armi, per il quale il certificato da rinnovare ogni sei anni è obbligatorio. E viene richiesto dalle armerie per tutti coloro che intendono acquistare un'arma da fuoco. «Ma altra cosa - commenta Canepa - è l'archibugio ereditato nella casa di campagna. Più frequente di quanto non si pensi».