Gli scienziati mettono in guardia: l’iperidratazione è pericolosa per gli atleti

Bere solo quando si ha sete, per evitare l'iponatriemia da iper-idratazione

giovedì 16 luglio 2015

Dal 1981, si sono registrati 14 casi fatali di iponatriemia associata all’esercizio fisico (exercise-associated hyponatremia, EAH) e tutti erano dovuti alla convinzione errata che l’iperidratazione possa migliorare le prestazioni. Le nuove linee guida internazionali pubblicate su “Clinical Journal of Sports Medicine” mirano a prevenire tali incidenti in futuro.

L’iperidratazione con acqua o bevande sportive può condurre a EAH quando l’organismo ha troppa acqua rispetto al livello di sali. L’EAH insorgeva di solito principalmente tra i partecipanti a sport di resistenza, come maratone e gare di triathlon, tuttavia ora i medici osservano la condizione nei partecipanti a una più ampia gamma di sport, il che ha condotto alle nuove linee guida, ha affermato Mitchell Rosner dell’Università della Virginia di Charlottesville, che ha presieduto il gruppo di sviluppo delle linee guida.

La chiave per la prevenzione dell’EAH, ha affermato Rosner, è bere solo quando si ha sete. Il timore di ridurre le prestazioni a causa della disidratazione è infondato. I dati dimostrano che lievi livelli di disidratazione non compromettono le prestazioni, ha fatto notare Rosner. “Se si beve quando si è assetati, non si arriverà all’iponatriemia e non si soffrirà di disidratazione significativa.” Ciò vale tanto per l’acqua quanto per le bevande sportive.

Laddove si sospetti che un atleta stia soffrendo di EAH, i passaggi più importanti consistono nello smettere di farlo bere e richiedere l’assistenza medica. Per gli atleti con sintomi lievi, limitare i liquidi e un attento monitoraggio della condizione li aiuterà a riprendersi in poche ore, ha affermato Rosner, tuttavia i sintomi più gravi come lo stato confusionale richiedono cure mediche urgenti.