Lorenzin chiede aiuto «In Italia i bambini fumano a 12 anni»

Lettera Aperta del Ministro ai Parlamentari

giovedì 15 agosto 2013

Melania Di Giacomo (Corriere della Sera)

ROMA — Batte su un tema dalla sicura presa emotiva, ma che è un dato di fatto. Il fumo costa in Italia la vita a 80 mila persone all'anno: «Come se una città come Varese o Grosseto venisse inghiottita in una nuvola di fumo».

Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, ha indirizzato una lettera aperta ai colleghi parlamentari per chiedere, al rientro dalle ferie, di aiutarla a fare un passo ulteriore nella lotta alle sigarette. La ministra rivendica l'importanza del suo provvedimento che impedisce il fumo nelle scuole anche all'aperto, e sprona ad abbattere le resistenze e vietarlo anche nelle auto coi bambini a bordo.


Certo, è passato un secolo da quando si fumava in treno o al ristorante, e il collega di scrivania accumulava i mozziconi nel posacenere. Se ci sono ancora 10,6 milioni di italiani che non possono stare senza sigarette, gli «ex» sono 6,7 milioni, una platea che, seppur lievemente, aumenta, secondo l'Istituto Superiore di Sanità. «Il paradosso — è la sintesi della lettera — è che i grandi hanno smesso di fumare e i nostri figli invece cominciano a 12 anni».

 Evidentemente, riflette, sugli adolescenti le campagne antifumo non hanno avuto presa. Perciò l'«allarme» è «culturale e sociale, prima che sanitario». Lorenzin ha ingaggiato una vera e propria lotta al fumo, prima prendendo di mira le sigarette elettroniche vietate ai minori, come il tabacco. Ha poi presentato il disegno di legge — passato in Consiglio dei ministri a fine luglio — che vieta il fumo a scuola, anche in cortili e palestre all'aperto («un divieto che va vissuto come un salvavita», dice la lettera), e che dovrà passare per le Camere.

Da quel testo era stato tolto il divieto in auto, inizialmente voluto, in presenza dei bambini e delle donne incinte, che Lorenzin però reputa fondamentale. Dire il contrario «è un inno a uno stile di vita che insegna a non aver cura della propria salute e di quella di chi ci sta vicino». Poi prosegue: «Parificare le scuole a quanto avviene già da tempo negli uffici pubblici, nei ristoranti, negli aeroporti, in aereo e treno, può bastare per avere la coscienza a posto?». Quindi la difesa della norma stralciata dal ddl: «È stata da alcuni criticata come un attentato alle libertà personali, un'ingerenza dello Stato etico che vuole entrare in casa tua per darti ordini.

Intossicare un bambino nell'angusto abitacolo della tua auto non è prova di liberalismo né un'affermazione di libertà». Infine l'appello ai parlamentari per avere «sostegno, dentro e fuori il Parlamento» in nome della prevenzione.
In attesa che i colleghi rientrino in Aula e possano raccogliere l'appello, Lorenzin riscuote il consenso dei medici. Quelli di base (Fimmg) apprezzano l'attenzione agli stili di vita. Mentre i pediatri (Fimp) spiegano come in presenza di soggetti deboli come donne incinte e bambini i loro interessi prevalgono sulle libertà individuali (dei fumatori).

La Società italiana malattie respiratorie infantili denuncia un aumento dell'asma nei bambini se mamma e papà fumano. L'unica voce fuori dal coro (per adesso), è quella di un fumatore incallito, Guido Crosetto (Fratelli d'Italia), che grida no al proibizionismo: «Sono contrario alle leggi che disciplinano la vita nel privato, che sia tra le mura domestiche o in auto», facendo affidamento sull'intelligenza delle persone e non delle leggi.






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