Perchè è utile prevenire le malattie con il vaccino
E' partita ufficialmente la campagna vaccinale anti-influenzale 2015 - 2106
domenica 18 ottobre 2015

Di Benedetto Del Vecchio (Presidente OMCeO BAT)
E stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Determina dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che autorizza i vaccini influenzali per la stagione 2015-2016, in accordo alle procedure registrative nazionale e di mutuo riconoscimento (Determina Aifal266/2015). E' partita ufficialmente insomma la campagna vaccinale 2015 - 2106 e con essa si riapre il capitolo di discussione sulla utilità delle vaccinazioni quale strumento di prevenzione delle malattie diffusive e contagiose.
Appare allora utile invitare tutti ad una riflessione serena e priva di atteggiamenti pregiudiziali nei confronti di una pratica sanitaria che come tutte le altre non è scevra da rischi ma che presenta una mole di dimostrazioni scientificamente accreditate a suo sostegno, studi che dimostrano che a fronte di milioni di vaccinazioni effettuate pochi sono gli eventi avversi clinicamente importanti e molti i vantaggi per la comunità. Partiamo da dai dati ufficiali e in particolare da quelli diffusi dall'Istituto Superiore di Sanità : nel nostro Paese siamo al di sotto della soglia minima (95%) stabilita dal Piano Nazionale Vaccini per quanto riguarda la vaccinazione per la poliomielite , difterite tetano ed epatite B e dati ancora peggiori si hanno per la vaccinazione per morbillo , parotite e rosolia con percentuali che scendono al di sotto dell'86% . Per il solo morbillo ben il 25% dei contagiati ha avuto almeno una complicanza e il 30% dei bambini colpiti ha avuto un ricovero in ospedale.
Nella nostra provincia per i nati nel 2012 la copertura percentuale per il vaccino esavalente è del 92,5 % , per il pneumococco è del 91,5%, per morbillo, parotite e tetano 83,6%, per la varicella 81,5 %, per l'epatite A 60,3 %, per il meningococco C 77,7 %. Quanto alla vaccinazione anti influenzale su scala nazionale la stagione 2014/2015 ha visto un calo notevole stimato intorno al 30 % circa. Nella nostra provincia si sono somministrate 80.000 dosi di vaccino nel periodo 2013/2014 contro le 48.200 dosi dell'anno 2014/2015, quasi il 50% in meno. La vaccinazione anti- pneumococ-cica destinata alla prevenzione di gravi forme di polmonite stenta a decollare infatti secondo i dati forniti dal Dipartimento di Prevenzione della Asl Bat nel 2013 - 2014 sono state somministrate 4348 dosi di vaccino mentre nel 2014 - 2015 le dosi sono scese a 1638.
Le conseguenze non si sono fatte attendere e non sono certo state positive. Il consumo di antibiotici è cresciuto del 2,5% per effetto di un aumento delle infezioni delle alte e basse vie respiratorie, contemporaneamente sono aumentate le riacutizzazioni delle broncopatie croniche ed è aumentata la morbilità nei soggetti a rischio: anziani, diabetici, ipertesi, soggetti immunode-pressi. Eppure solo nel 2011 l'Ufficio Europeo dell'OMS stimava che circa 32.000 bambini muoiono ogni anno per conseguenze legate a malattie che possono essere prevenute con la vaccinazione.
Eppure è grazie ai vaccini che malattie gravi quali il vaiolo sono scomparse e altre come la poliomielite e la tubercolosi sono quasi azzerate. Il 21 Giugno 2002 l'Italia è stata dichiarata dall'OMS "polio free" cioè non si sono più verificati nel nostro paese nuovi casi di poliomielite da virus selvaggio. Oggi purtroppo con l'aumento del flusso migratorio tali malattie conoscono una nuova virulenza di qui la necessità di vaccinare più soggetti possibile per ottenere il cosiddetto "effetto gregge" e cioè la protezione di massa contro le infezioni. La vaccinazione contro l'epatite B introdotta come obbligatoria per i nuovi nati nel 1991 ha ridotto notevolmente il contagio di una malattia che specie nel nostro territorio ha percentuali di prevalenza superiori rispetto al resto d'Italia, altrettanta alta incidenza hanno ovviamente le malattie epatiche correlate quali epatiti croniche, cirrosi, cancro-cirrosi.
Tornando in tema di vaccinazione anti influenzale in Italia l'incidenza dell'influenza è stimata in una forbice che va dal 4 % al 12 % della popolazione e ogni anno vi sono circa 8.000 morti per le conseguenze dell'influenza di cui circa un migliaio per polmoniti specie, come già detto, tra soggetti a rischio ed ultra sessanta cinquenni. La vaccinazione in generale e quella anti influenzale e anti pneumococcica che ci accingiamo ad avviare con la stagione invernale rappresentano una opportunità per i cittadini e un dovere etico per gli operatori della sanità che hanno l'obbligo di informare i propri assistiti circa i benefici derivanti dalle campagne di prevenzione vaccinale e insieme informare circa gli eventi avversi che possono manifestarsi con la somministrazione dei vaccini, senza timori, nel rispetto delle convinzioni di tutti ma con la consapevolezza che una informazione che si basa sulle migliori evidenze scientifiche è la migliore ga- ranzia per assicurare il diritto alla salute e alle cure migliori.
Appare necessario allora fornire a tutti alcune utili informazioni. Il periodo utile per vaccinarsi contro l'influenza inizia a metà Ottobre e termina a fine Dicembre. Il vaccino antiinfluenzale esercita la sua copertura dopo due settimane dalla somministrazione, ha una validità di circa sei otto mesi quindi la sua capacità di copertura inizia a decrescere. Il vaccino è gratuito per tutti gli ultra65en-ni, per i bambini tra i sei mesi e i nove anni, per tutti i soggetti a rischio ovvero affetti da malattie croniche (ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari età.), donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, per tutti coloro che per motivi di lavoro siano a contatto con soggetti a rischio o abbiano contatti estesi con la comunità da ricordare infine che devono vaccinarsi anche chi ha contatto con gli animali.
Infine alcune raccomandazioni di natura preventiva. Il lavaggio delle mani, soprattutto dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito, sebbene sottovalutato è l'intervento preventivo di prima scelta ed è riconosciuto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come una delle pratiche più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali. Altrettanto importanti sono una buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani), l'isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale e l'uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali).