Truffe con intramoenia i medici pugliesi trai peggiori d'Italia

Eseguono le prestazioni professionali in strutture pubbliche ma non versano quanto dovuto: i fascicoli finiscono in procura

giovedì 08 maggio 2014

Repubblica Bari

A precederla c'è soltanto il Lazio: la Puglia vanta un primato negativo. E' la regione dove lavora il più alto numero di medici che è stato denunciato perché non ha rispettato il regolamento sul-l'intramoenia. Gli uomini della guardia di finanza hanno accertato un danno erariale di 942.048 euro. Nove medici sono stati segnalati alla Corte dei Conti, 6 sono stati denunciati anche alla magistratura ordinaria. Tra i medici che sono stati segnalati c'è chi è in servizio all'Asl diBari, all'Ireos Ospedale Oncologico "Giovanni Paolo II" e al Policlinico. «I comportamenti censura- ti - spiegano gli investigatori -sono stati realizzati per lo più attraverso il mancato rispetto degli obblighi di esclusività delle prestazioni da parte dei dirigentimedicipubbliciel'in-debito introito di somme che dovevano essere versatenelle casse della struttura sanitaria pubblica». Visitano negli ospedali ma con tariffe private ecco la truffa dei medici I primi nove episodi sono stati scoperti dalla finanza Indaga la procura. La Puglia in Italia seconda solo al Lazio GABRIELLA DE MATTEIS
Ancora una volta il primato è negativo. La Puglia è al secondo posto (preceduta soltanto dal Lazio) per il numero di medici che la guardia di finanza ha denunciato perché hanno violato le norme che disciplinano l'attività di intramoenia. O almeno è quello che emerge da un progetto che le fiamme gialle hanno condotto, sviluppando un'analisi di rischio preventiva sui dati forniti dalle strutture sanitarie pubbliche. L'indagine ha riguardato i medici che fanno visite, erogano prestazioni in forma privata, ma senza corrispondere, così come prevede la normativa, una parte del ricavato alle aziende pubbliche per le quali lavorano. Così scorrendo i dati dell'attività investigativa condotta dalla guardia di finanza, si scopre come nel Lazio i medici segnalati alla Corte dei Conti sono stati 14 per un danno erariale complessivo di quasi un milione e quattrocentomila euro. La Puglia è seconda. Gli specialisti che ora dovranno fornire una spiegazione alla magistratura contabile sono 9. E sei di loro sono stati denunciati anche alla procura per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e di peculato. Ingente il danno che con il loro comportamento hanno causato: 942mila euro i soldi che le aziende sanitarie non hanno incassato.

«I comportamenti censurati - spiegano gli investigatori - sono stati realizzati per lo più attraverso il mancato rispetto degli obblighi di esclusività delle prestazioni da parte dei dirigenti medici pubblici, autorizzati alla pratica di attività libero-professionale intramoenia, e l'indebito introito di somme che dovevano essere versate nelle casse della struttura sanitaria pubblica». Tra i medici che sono stati denunciati c'è chi è in servizio all'Asl di Bari, all'Irccs Ospedale Oncologico "Giovanni Paolo II" e al Policlinico. E il risultato dell'indagine del nucleo Spesa Pubblica della guardia di finanza conferma un fenomeno che in Puglia già altre inchieste avevano evidenziato.

E per questo l'assessorato alla Sanità, nel settembre scorso, ha avviato una due procedimenti disciplinari nei confronti di due primari, denunciati dalla guardia di finanza perché non solo i due primari lavoravano anche negli studi privati, omettendo così come prevede il regolamento, di versare una parte degli introiti alla Regione, ma anche di pagare le tasse. L'assessore Elena Gentile ha più volte spiegato come comportamenti di questo tipo non saranno più tollerati. Ora i medici, denunciati in questa indagine della guardia di finanza, saranno chiamati non soltanto dinanzi alla Corte dei Conti e dinanzi ai giudici penali. Anche la Regione Puglia potrebbe chiedere loro i danni, costituendosi parte civile in un eventuale processo.