Buona sanità e gioco di squadra la ricetta del nuovo dg dell'Asl Vito Montanaro
«Più è grande l'azienda, maggiori sono i rischi, anche giudiziari, delle scelte intraprese»
mercoledì 24 dicembre 2014

" Uomo di numeri e di bilanci con il pallino dell'organizzazione del personale e un forte spirito di squadra. «Perché da soU non si va da nessuna parte». Vito Montanaro, 50 anni, commercialista e revisore contabile, già direttore amministrativo del Policlinico di Bari, è stato nominato dal presidente Nichi Vendola alla guida della Asl di Bari. «Ruolo e responsabilità che incutono paura. Perché più grande è l'azienda, maggiori sono i rischi». E le trappole giudiziarie. Il presidente Vendola ha chiamato personalmente il neo direttore deUe Asl per riferire della scelta e della nomina.
Che telefonata è stata? «Vendola mi ha riferito che aveva intenzione di proporre il mio nome per la direzione della Asl di Bari. Ho detto subito di sì, con orgoglio, riconoscenza e onore». Uomo di numeri, alla guida di una delle più grandi aziende sanitarie d'Italia. Che contributo pensa di poter dare aUa sanità barese? « La mia esperienza professionale, nelle società private e pubbliche, mi ha permesso di seguire da vicino, oltre ai bilanci, anche il controllo di gestione, i processi di governance, la gestione delle risorse umane. Conosco molto da vicino diverse realtà della sanità pugliese perché, da consulente, ne ho seguito la trasformazione in aziende. Penso che questo sia il contributo più importante da dare alla Asl di Bari: governare i processi.
Al Policlinico, per esempio, abbiamo adottato la buona prassi secondo cui tutte le spese devono passare dalla direzione strategica. Una norma che è poi divenuta legge con la spending review». Tre priorità per la Asl di Bari. «Prima di tutto, conoscere, studiare approfonditamente la struttura organizzativa dell'azienda, perché nessuna scelta può prescindere da questa conoscenza. Poi ottimizzare le risorse, sia economiche che umane. Senza una buona squadra non si va da nessuna parte. Infine, migliorare le dinamiche dell'offerta socio-sanitaria perché sia più vicina e più rispondente alle esigenze del territorio».
A proposito di territorio, che risposta dare a comuni che, nell'ultimo decennio, hanno perso gli ospedali e aspettano ancora il miglioramento dei servizi sanitari territoriali? «Anche in questo caso, tutte le scelte non potranno prescindere daU'analisi dei bisogni. Ogni scelta, per essere razionale, deve seguire questo principio e, al momento, non ho numeri e dati per rispondere. In merito, mi affiderò a quanto già realizzato dai miei predecessori. Ho la "fortuna" di non partire da zero». Per i suoi predecessori, la poltrona alla guida dell'Asl ha comportato anche qualche pasticcio giudiziario. Ci ha pensato quando ha detto di sì a Vendola? «Assolutamente sì. Più è grande è l'azienda, maggiori sono i rischi, anche giudiziari, delle scelte intraprese. Non possiamo evitare questi rischi ma possiamo neutralizzarli, condividendo il lavoro con un gruppo di colleghi che conoscono e sostengono la tua visione e la tua missione». Insomma, un regalo di Natale impegnativo. Come passerà questi giorni di festa, già al lavoro?
«Prima della formalizzazione della nomina sono necessari alcuni passaggi amministrativi, il tempo necessario per vivere con mia moglie, i miei figli e i miei genitori il 25 e il 26 dicembre. Sarà il mio modo per dire loro grazie. Senza la mia famiglia, che sopporta le tante assenze, non sarei arrivato a questo incarico».