LIguria: Visite, prendi i soldi e scappa in ambulatorio non c'è nessuno
La Regione paga, assenteisti scovati dai Nas. La convenzione firmata nei mesi scorsi prevede studi aperti sei ore al giorno
venerdì 11 ottobre 2013

Giuseppe Filetto (Repubblica - Genova)
Hanno firmato la convenzione con la Regione, garantendo l'apertura dello studio medico di gruppo per almeno 6 ore al giorno. Il blitz dei Nas, scattato appunto per verificare le presenze negli ambulatori, invece avrebbe accertato le ripetute assenze. I medici non c'erano e così è stata inoltrata la segnalazione alla Procura della Repubblica, che dovrà valutare quali ipotesi di reato attribuire. Inoltre, la Asl chiede la restituzione dei soldi ad una decina di inadempienti, qualcosa come 130 mila euro. Con un'ingiunzione già notificata ai diretti responsabili, ripartita secondo le reali implicazioni di ciascuno.
Hanno firmato la convenzione con la Regione, garantendo l'apertura dello studio medico di gruppo per almeno 6 ore al giorno. Il blitz dei Nas, scattato appunto per verificare le presenze negli ambulatori, invece avrebbe accertato le ripetute assenze. I medici non c'erano e così è stata inoltrata la segnalazione alla Procura della Repubblica, che dovrà valutare quali ipotesi di reato attribuire. Inoltre, la Asl chiede la restituzione dei soldi ad una decina di inadempienti, qualcosa come 130 mila euro. Con un'ingiunzione già notificata ai diretti responsabili, ripartita secondo le reali implicazioni di ciascuno.
L'accordo, tra medici di famiglia e Regione, era stato voluto da Claudio Burlando, per evitare che i pazienti, non trovando il medico di famiglia, si riversino nei pronto soccorsi degli ospedali. Per tale ragione ciascun medico associato riceve, in aggiunta allo stipendio, un'indennità di 7 euro a paziente.
I controlli dei carabinieri del Ministero della Salute sono iniziati dal Ponente ligure, più intensi a Savona, dove il progetto è partito molto prima e in tutta la Asl Due si contano una ventina di studi associati. Sono bastati un paio d'anni di sperimentazione per scoprire che quella che è stata presentata come un'importante innovazione nel campo della sanità di base, in alcuni
casi probabilmente cela l'ennesima truffa all'italiana. E dire che sul sito Internet di "Saona Sanità", lo studio associato in questione, che ospita 16 professionisti in via Paleocapa, garantisce "continuità assistenziale anche nei giorni festivi". E conta 5200 pazienti visitati in un anno.
Sulla vicenda c'è il massimo riserbo, anche perché Flavio Neirotti, direttore generale della Asl Due, precisa che dal suo punto di vista si è ancora in fase di indagine interna: "Attendiamo l'istruttoria, per vedere se dobbiamo aprire anche un procedimento disciplinare". Qualcosa in più, ma evitando di entrare nel caso specifico, lo spiega Nino Dessì, responsabile della Medicina di Base a Savona: "Il medico di famiglia, oltre il suo normale orario di lavoro che dipende dal numero di pazienti, quando aderisce alla medicina di gruppo deve garantire, insieme agli altri colleghi, che lo studio sia aperto 6 ore al giorno, in modo che il paziente si possa rivolgere anche ad altri medici".
Va detto che il medico di base, oltre ad assicurare la presenza nello studio associato, deve rispettare l'apertura del suo ambulatorio personale per 15 ore
settimanali se ha più di 1000 clienti; per 10 ore se ne ha tra i 500 ed i 1000; per 5 ore se inferiore ai 500. Va aggiunto: chi aderisce alla medicina di gruppo, oltre i 7 euro in più a paziente, ha diritto a 3 euro e mezzo a paziente se nello studio ha una segretaria, più 4 euro se ha una infermiera. Complessivamente, ad un professionista associato, con 1000 pazienti, spetta un'indennità annua di circa 15mila euro. Che si va a sommare al suo stipendio lordo: un pediatra di base con 800 bambini (considerato massimalista, cioè con un numero massimo di pazienti) ha una busta paga di circa 120mila euro all'anno; stessa cifra guadagnata dal medico di famiglia con 1500 clienti.
"Questa presenza costante dei medici di famiglia può essere la chiave di volta - aveva detto il presidente della Regione al momento dell'adozione della delibera - cambia l'assistenza ai pazienti e risolve anche il problema dell'affollamento dei pronto soccorsi". L'assessore alla Sanità, Claudio Montaldo, aveva aggiunto che "il salto di qualità bisogna farlo anche a Genova, con l'obiettivo di avere almeno due studi medici associati per ciascun distretto sanitario, composto da circa 100 mila abitanti; e le medicine di gruppo diventino centri di riferimento del sistema sanitario regionale".
Tanto che per le medesime ragioni la Asl Tre di Genova, proprio negli scorsi giorni, ha annunciato la convenzione che permette ai medici di base attrezzati con opportuni macchinari, di fornire (dai primi di novembre) ai propri pazienti prestazioni sanitarie specialistiche, come le ecografie, gli esami doppler, gli elettrocardiogrammi. Debitamente rimborsati dalla sanità pubblica.