Taranto, linfomi in aumento. Nume il problema è l'Ilva

«Taranto vive l'abbraccio mortale della più grossa azienda siderurgica d'Europa»

venerdì 18 novembre 2016

Doctor 33

«Taranto vive l'abbraccio mortale della più grossa azienda siderurgica d'Europa». Cosimo Nume, presidente dell'Ordine dei Medici di Taranto e Annamaria Moschetti, presidente della Commissione Ambiente dello stesso Ordine, hanno ritenuto opportuno ribadirlo, dopo che specialisti della Rete ematologica pugliese, nel corso di un convegno tenuto a Martina Franca, a fronte dell'incremento di alcune patologie ematologiche e di linfomi che si registra a Taranto, avevano suggerito un rapporto con l'esposizione ai pesticidi. 

«L'affermazione è stata espressa in un contesto di grande spessore scientifico, oltretutto da una persona che è un riferimento per la lotta all'inquinamento ambientale della città - specifica Nume - ma va appunto contestualizzata. Prescindendo dal fatto che sicuramente c'è un'associazione tra l'uso di pesticidi e linfomi, la grande enfasi della stampa generalista locale rischiava di distogliere l'attenzione dalle cause principali e dalle fonti inquinanti, la cui correlazione con l'aumentata incidenza di patologie ematologiche e soprattutto nei bambini è scientificamente documentata». 

Il riferimento esplicito è allo stabilimento Ilva, mentre non risulta che vi siano studi, condotti in modo specifico nell'area di Taranto, riferiti ai pesticidi. Nel frattempo, la città pugliese sembra finalmente ricevere dai politici, regionali e nazionali, quell'attenzione che è necessaria per l'elevata percentuale di patologie da inquinamento ma che, lamenta Nume, in passato non c'è stata. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si è detta disponibile a una deroga dal decreto ministeriale 70/2015 che permetterà di potenziare la sanità pubblica nella città e deputati pugliesi del Pd hanno chiesto un emendamento alla legge di bilancio per portare 50 milioni di euro nelle casse dell'Asl locale. «Anni fa - riferisce però Nume - si festeggiò la posa della prima pietra del San Raffaele del Mediterraneo e quell'opera non è mai nata. Spero che gli stanziamenti prevedano anche i fondi per la costruzione di un polo oncologico di eccellenza che, in una città con una tale incidenza di neoplasie, possa sostituire le strutture attuali, vetuste, logisticamente problematiche e del tutto inadeguate».