Verso conferma sanzione per i medici che rifiutano pagamento con bancomat.

La sanzione amministrativa di 30 €, annunciata per decreto, non è ancora in vigore

mercoledì 06 dicembre 2017

Doctor 33

Anche per il medico, l'obbligo del lettore bancomat alla cassa è sempre più incisivo. Con tanto di sanzioni, che però potrebbero essere meglio specificate in un articolato completo a partire dal 2018. Il Governo Gentiloni ha varato a settembre una norma che estende alle transazioni con moneta elettronica la sanzione da 30 euro già presente all'articolo 693 del Codice penale per «chiunque rifiuti di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato». È una sanzione amministrativa ma il decreto, annunciato dal viceministro dell'Economia Luigi Casero per il 30 settembre scorso, non è ancora entrato in vigore. Dovrebbe essere ripreso in questi giorni dalla Finanziaria che riparte in commissione bilancio alla Camera e si appresta ad essere votata entro l'anno. La Commissione Fisco Fimmg ha già fatto presente che l'attività libero professionale del medico di famiglia non è esonerabile dal nuovo adempimento, ma ha aggiunto che quest'ultimo sarebbe un aggravio sostenibile poiché costituito da una minima percentuale sulla transazione. Inoltre la deterrenza "de facto" è limitata: per esserci sanzione sul professionista ci dovrebbe essere una specifica denuncia del paziente alla Polizia amministrativa: si fa prima a pagare in contanti. Ora emergono dettagli su come potrebbe essere scritta la norma nella manovra 2018. Intanto, artigiani commercianti e professionisti dovrebbero accettare pagamenti con bancomat anche al di sotto dei 5 euro. In secondo luogo, non vi dovrebbe essere alcun esonero o tempificazione che ritardi l'adempimento per fatturati più bassi (fino al 2014 non c'era obbligo sotto il tetto di 200 mila euro). Terzo, potrebbero essere esentate categorie come tabaccai e benzinai che incassano le imposte con la transazione e le riversano al fisco. 

Infine, e forse è la norma che più interessa i medici, ci sono chance d'esenzione per i professionisti che non operano a contatto con la clientela e in tal caso ci sono delle chance di "esentabilità" per chi svolge la sua libera professione in strutture dove si effettua la riscossione è accentrata dei compensi dei professionisti. L'esenzione riguarda fino a prova contraria pure gli specialisti che effettuano prestazioni in centri polifunzionali come quelli gestiti da cooperative di medicina generale, meno i medici di famiglia che hanno un volume ridotto di prestazioni, in genere certificati. «In molte coop di servizio le cose funzionano così: un Pos nella sede di gruppo principale, un conto corrente unico, il paziente paga con bancomat e dopo la coop paga il medico tenendo un registro degli incassi conto terzi. Peraltro ­- ci spiega un medico di famiglia socio di cooperativa - è intuitivo che le sanzioni per chi non ha il Pos non si attagliano a strutture -quali i centri polifunzionali- già attrezzate con il lettore, bensì a medici single. Questi ultimi dalla coop di servizio possono spuntare condizioni più convenienti per i servizi di pagamento per carte di credito e di debito offerti dalle banche». Mauro Miserendino