Mazzette per facilitare i malati oncologici: coinvolti quattro medici

Indagato anche il chirurgo del falso tumore Papa Takanori Fukushima

martedì 05 aprile 2016

Dott-Net

Il neurochirurgo giapponese Takanori Fukushima, alla ribalta delle cronache nell'ottobre 2015 per un presunto consulto su un inesistente tumore di Papa Francesco - notizia poi smentita - è indagato per concussione nell'inchiesta della Procura di Salerno che vede coinvolti altri medici per aver preteso soldi dai pazienti affetti da gravi patologie per accorciare i tempi delle liste d'attesa. E' il primo esito dell'"operazione Aragon" avviata dai Carabinieri di Salerno ad aprile 2015, che ha consentito di individuare un "sistema concussivo" nel reparto di neurochirurgia dell'ospedale "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" e del "Fukushima Brian Institute", clinica privata di San Rossore (Pisa) diretta da Fukushima.
 
Nei confronti del luminare giapponese non è stata emessa alcuna misura cautelare pur in presenza - secondo gli investigatori - di un grave quadro indiziario in quanto risulta residente negli Stati Uniti e non ha in Italia stabile dimora. Il primario del reparto di neurochirurgia del "Ruggi", Luciano Brigante, il neurochirurgo dell'Università di Pisa, Gaetano Liberti e la caposala del reparto di neurochirurgia dell'ospedale salernitano, Annarita Iannicelli sono agli arresti domiciliari, mentre Renato Saponiero, direttore del Dipartimento di neuroscienze e patologie cranio-facciali, accusato di omessa denuncia e abuso d'ufficio, è stato sospeso dal servizio per nove mesi, per non aver controllato la gestione delle liste d' attesa e degli interventi chirurgici, pur essendo a conoscenza delle modalità illecite con cui agivano gli altri indagati. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri il sistema corruttivo era gestito dal dottor Brigante. Fukushima ne era co-esecutore insieme al primario degli interventi chirurgici.
 
Era l'allievo del luminare giapponese, Gaetano Liberti, che operava al "Fukushima Brain Institute", a mettere in contatto i pazienti con il primario dell'ospedale di Salerno. Quest'ultimo si serviva del reparto diretto per eseguire interventi chirurgici dissimulati come prestazioni intramoenia, ed utilizzava l'ospedale come clinica privata, percependo indebiti compensi non dichiarati. In due casi Liberti aveva prospettato ai pazienti due possibilità: essere operati da Fukushima nella clinica di San Rossore, pagando 60 mila euro in un caso e 57 mila nell'altro, oppure essere operati al "Ruggi" per "appena" 20mila euro in un caso e di 15mila euro nell'altro. In uno dei due episodi, a causa del decesso del paziente, venne restituito alla famiglia del defunto il denaro per l'operazione.