Aggiornata la nota AIFA 90.
Viene reso prescrivibile (con nota) il Naloxegol Ossalato
mercoledì 29 marzo 2017

La prescrizione a carico del SSN e' limitata
- Metilnaltrexone
- Naloxegol
- Metilnaltrexone
- Naloxegol
| alle seguenti condizioni:
| - costipazione indotta da oppiacei in
| soggetti con malattia in stato terminale
| che rispondano contemporaneamente alle
| seguenti caratteristiche:
| - terapia continuativa con oppiacei della
| durata di almeno 2 settimane
| - resistenza al trattamento con lassativi ad
| azione osmotica per piu' di 3 giorni
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La nota è in vigore da domani
NOTA FEDERFARMA
E’ in vigore da ieri (30/3/2017) la nuova versione della nota 90 dell’Aifa che autorizza la prescrizione a carico del Ssn di Metilnaltrexone e Naloxegol, due antagonisti dei recettori periferici degli oppioidi con indicazione specifica per la costipazione indotta da oppiacei (cio). La rimborsabilità, specifica la nota, è limitata al caso di cio in soggetti con malattia in stato terminale che siano in terapia continuativa con oppiacei della durata di almeno due settimane e mostrino resistenza al trattamento con lassativi ad azione osmotica per più di 3 giorni.
Metilnaltrexone bromuro, ricorda il commento dell’Aifa alla nuova nota, è un'ammina quaternaria che agisce come antagonista µ-oppioide a livello periferico in tessuti quali il tratto gastrointestinale senza interferire con gli effetti analgesici oppioido-mediati sul sistema nervoso centrale. La dose raccomandata nei pazienti adulti con dolore cronico (tranne pazienti sottoposti a cure palliative con malattia avanzata) è di 12 mg (0,6 mL di soluzione) per via sottocutanea, secondo necessità, somministrata in almeno 4 dosi settimanali, fino a una volta al giorno (7 dosi a settimana). Naloxegol, un derivato peghilato del naloxone, funge da antagonista periferico dei recettori li per gli oppioidi presenti nel tratto gastrointestinale, riducendo in tale modo gli effetti costipanti degli oppioidi senza influire sugli effetti analgesici sul sistema nervoso centrale mediati dagli oppioidi. Il farmaco è somministrato per via orale una volta al giorno alla dose raccomandata di 25 mg. Federfarma diramerà a breve una circolare agli associati. (AS)
Background
Gli oppioidi, come indicato dalle linee guida Nazionali ed
Internazionali per la terapia del dolore, nonche' dalle linee guida
dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS), rappresentano uno
standard di cura per la gestione del dolore cronico da moderato a
grave in pazienti con e senza diagnosi oncologica (O'Brein 2017).
Il piu' comune e persistente effetto collaterale di questi
farmaci e' rappresentato dalla costipazione indotta da oppioidi
(CIO), dovuta ad una riduzione della motilita' intestinale e delle
attivita' secretorie associate, con conseguente formazione di feci
dure e secche. A lungo termine la CIO puo' causare dolore addominale,
dolore e bruciore rettale, stitichezza e diarrea alternata,
emorroidi, formazione di fecalomi. La costipazione indotta da
oppioidi puo' essere causa di interruzione del trattamento analgesico
con oppioidi, o della sua riduzione del dosaggio, in particolare si
stima che circa il 30% dei pazienti riduca o interrompa il
trattamento con oppioidi proprio a causa di CIO (Olesen 2011). In
aggiunta a cio' la CIO rappresenta un problema invalidante per i
pazienti, essendo associato a stress psicologico, sofferenza fisica e
isolamento sociale (Bell 2009a; Erichsen 2015).
Sebbene i dati epidemiologici siano estremamente variabili, si
stima che la CIO interessi una percentuale compresa tra il 40% ed il
90% dei pazienti in trattamento con oppiodi (Wald 2016), con una
prevalenza oscillante tra il 60% ed il 90% nei soggetti con patologie
neoplastiche e tra il 40% ed il 60% nei soggetti con dolore non
oncologico (Bruner 2015; Tack 2014). I dati di una survey condotta, a
livello internazionale (includendo anche centri clinici italiani), su
pazienti sia con dolore cronico oncologico che non oncologico in
trattamento con oppioidi e lassativi, indicano che una percentuale di
pazienti superiore a 80% continuava a soffrire di costipazione
malgrado il trattamento con lassativi convenzionali (Bell 2009b).
Attualmente le opzioni disponibili per il trattamento della CIO
sono le seguenti:
- interventi non farmacologici (stili di vita)
- interventi farmacologici di prima linea, tra questi sono
riconosciuti i lassativi convenzionali quali lassativi idrofili o "di
massa", lassativi lubrificanti, lassativi osmotici, lassativi
stimolanti o di contatto, lassativi emollienti
- interventi farmacologici di seconda linea, per la popolazione
che non risponde ai lassativi convenzionali: terapie target, quali
gli antagonisti periferici del recettore µ ("peripherally acting
mu-opioid receptor antagonists" - PAMORA), e "rescue medication"
(clisteri evacuativi, manovre manuali)
Evidenze disponibili
In Italia gli antagonisti dei recettori periferici degli oppioidi
con indicazione specifica per la CIO sono il metilnaltrexone e il
naloxegol.
Metilnaltrexone bromuro e' un antagonista selettivo degli
oppioidi legantisi al recettore µ- oppioide, con una potenza 8 volte
minore per i recettori degli oppioidi di tipo ^ e affinita' molto
ridotta per i recettori degli oppioidi di tipo ^. Essendo un'ammina
quaternaria, l'abilita' di metilnaltrexone di attraversare la
barriera ematoencefalica e' limitata. Cio' consente al
metilnaltrexone di agire come antagonista µ -oppioide a livello
periferico in tessuti quali il tratto gastrointestinale, senza
interferire con gli effetti analgesici oppioido-mediati sul sistema
nervoso centrale. La dose raccomandata di metilnaltrexone bromuro nei
pazienti adulti con dolore cronico (tranne pazienti sottoposti a cure
palliative con malattia avanzata) e' di 12 mg (0,6 mL di soluzione)
per via sottocutanea, secondo necessita', somministrata ad almeno 4
dosi settimanali, fino a una volta al giorno (7 dosi a settimana).
Nei pazienti adulti con malattia avanzata (pazienti sottoposti a cure
palliative) la dose raccomandata di metilnaltrexone bromuro e' di 8
mg (0,4 mL di soluzione) (pazienti il cui peso sia compreso tra 38-61
kg) o 12 mg (0,6 mL di soluzione) (pazienti il cui peso sia compreso
tra 62-114 kg).
I trial registrativi che hanno dimostrato l'efficacia e la
sicurezza del metilnaltrexone nel trattamento della costipazione
indotta da oppiacei in pazienti che ricevono cure palliative erano
due studi clinici randomizzati, in doppio cieco, placebo-controllati.
Gli studi sono stati condotti per un periodo di quattro mesi su un
totale di 287 pazienti (eta' media di 68 anni; 51% donne), con
malattia in fase terminale ed un'aspettativa di vita limitata. Per la
maggior parte di questi pazienti, la diagnosi primaria era una
malattia cancerosa. Prima del trattamento con metilnaltrexone, i
pazienti avevano ricevuto oppiacei per almeno 2 settimane ed un
regime stabile di lassativi per almeno 3 giorni prima dell'ingresso
nello studio. L'eleggibilita' e' stata valutata sulla base di una
costipazione definita sia come un numero di evacuazioni inferiore a
tre nella settimana precedente all'inizio del trattamento con
metilnaltrexone, sia come un'evacuazione clinicamente irrilevante
(come determinato dall'investigatore) nelle 48 ore precedenti al
trattamento. In entrambi gli studi i pazienti trattati con
metilnaltrexone mostravano un tasso significativamente piu' alto di
evacuazione entro 4 ore dalla dose in doppio-cieco rispetto ai
pazienti trattati con placebo. Dall'analisi pooled dei due trial
registrativi, il metilnaltrexone si e' dimostrato in grado di indurre
evacuazione nelle 4 ore successive alla somministrazione in oltre il
50% dei pazienti trattati rispetto al 14.6% del gruppo placebo
(Nalamachu 2015). Ad oggi, in totale, sono disponibili in letteratura
sette studi randomizzati, in doppio-cieco, controllati vs placebo, in
cui metilnaltrexone e' stato utilizzato in pazienti con malattie
terminali (Yuan 2000; Thomas 2008; Slatkin 2009) e in pazienti con
dolore non oncologico (Michna 2011; Rauck 2012; Anissian 2012; Iyer
2011). Una meta-analisi che ha valutato sei di questi trial clinici
ha dimostrato che metilnaltrexone era associato ad un rischio
relativo di fallimento terapeutico pari a 0.66 (95%CI 0.63-0.73)
rispetto al placebo (Brenner 2014).
Ulteriori studi hanno confermato che il metilnaltrexone per via
sottocutanea induce rapidamente defecazione in pazienti con patologie
in stadio avanzato e costipazione indotta da oppiacei (Rauck 2013;
Bader 2013). Una recente meta-analisi in cui sono stati considerati
oltre 1860 pazienti trattati con metilnaltrexone ha confermato
l'effetto del farmaco sia su misure di outcome oggettive (quali il
tempo alla defecazione e la loro frequenza) sia su outcome riportati
dal paziente (Siemens 2016).
Naloxegol, un derivato peghilato del naloxone, funge da
antagonista periferico dei recettori li per gli oppioidi presenti nel
tratto gastrointestinale, riducendo in tale modo gli effetti
costipanti degli oppioidi senza influire sugli effetti analgesici sul
sistema nervoso centrale mediati dagli oppioidi. Il farmaco e'
somministrato per via orale una volta al giorno alla dose
raccomandata di 25 mg.
L'efficacia e la sicurezza di naloxegol sono state valutate in
due studi clinici di fase 3, randomizzati, controllati verso placebo
e in doppio cieco, condotti in pazienti affetti da CIO e con dolore
non correlato al cancro (Chey 2014; Webster 2013). I due studi di
Fase III analizzati hanno avuto la durata di 12 settimane; sono stati
considerati eleggibili i pazienti ambulatoriali affetti da dolore non
neoplastico e in trattamento stabile con oppioidi (almeno 30 unita'
di oppioidi equivalenti alla morfina al giorno per almeno 4 settimane
prima del reclutamento e affetti da CIO riferita dagli stessi
soggetti). La CIO e' stata confermata durante un periodo di
pre-trattamento di due settimane ed e' stata definita come <3
evacuazioni spontanee in media alla settimana, con sintomi da
costipazione associati almeno al 25% delle evacuazioni. Entrambi gli
studi avevano la potenza sufficiente ed erano stratificati in modo
che almeno il 50% dei pazienti randomizzati ad ogni braccio di
trattamento fosse conforme ai criteri basali per essere classificati
come soggetti con risposta inadeguata ai lassativi (per essere
definiti tali, nel corso delle due settimane antecedenti alla prima
visita dello studio, i pazienti dovevano aver riferito sintomi
concomitanti di CIO di entita' almeno moderata durante la terapia con
almeno una classe di lassativi per un minimo di quattro giorni nel
periodo antecedente lo studio). I pazienti trattati con Naloxegol
25mg hanno avuto la prima evacuazione post^dose dopo 7,6 ore dalla
somministrazione rispetto alle 41,4 ore dei pazienti trattati con
placebo (p<0,001). Inoltre Naloxegol 25 mg ha comportato una migliore
risposta in termini di aumento del numero di evacuazioni dopo 12
settimane di trattamento, rispetto al placebo. Naloxegol ha
dimostrato di essere maggiormente efficace nel sottogruppo di
pazienti con risposta non adeguata ai lassativi convenzionali: la
percentuale di pazienti responder era significativamente superiore
nei pazienti trattati con naloxegol 25mg rispetto a placebo (47,7% vs
30, 1%; p<0,001) (Tack 2015; Garnock-Jones 2015).
Non sono disponibili al momento studi di confronto diretto tra
metilnaltrexone e naloxegol. Le recenti revisioni di letteratura e le
principali linee guida nazionali ed internazionali concordano nel
circoscrivere l'utilizzo della terapia target con antagonisti
periferici del recettore µ ai soggetti che non rispondono alla
terapia standard con lassativi per via orale (Larkin 2008; Gruppo
Italiano per la Costipazione indotta da Oppioidi 2009; Swarm 2010;
Candy 2011; Muller-Lissner 2016; Drewes 2016; O'Brein 2017).
Particolari avvertenze
In generale, in base ai dati cumulati ricavati dagli studi
clinici, le reazioni avverse da farmaco piu' comunemente riportate in
corso di trattamento con PAMORA sono state: dolori addominali,
diarrea, nausea, e flatulenza. Nella maggior parte dei casi, le
reazioni avverse gastrointestinali sono state classificate di entita'
da lieve a moderata.
Durante l'utilizzo post-marketing di metilnalterxone sono stati
riportati casi rari di perforazione gastrointestinale in pazienti con
una malattia allo stadio avanzato (Mackey 2010) e con condizioni che
possono essere associate con la riduzione localizzata o diffusa
dell'integrita' strutturale nella parete del tratto gastrointestinale
(ad esempio, ulcera peptica, pseudo ostruzione, malattia
diverticolare, tumori infiltranti maligni del tratto
gastrointestinale o metastasi peritoneali). Quando si utilizza
metilnaltrexone bromuro in pazienti con queste condizioni o altre
condizioni che potrebbero comportare l'integrita' alterata della
parete tratto gastrointestinale (ad esempio, il morbo di Crohn) deve
essere preso in considerazione il profilo complessivo
rischio-beneficio. I pazienti devono essere monitorati in caso di
dolore addominale grave, persistente o peggiorato; se si verifica
questo sintomo, metilnaltrexone bromuro deve essere interrotto.
Per quanto riguarda il medicinale naloxegol, al momento non sono
segnalati casi di perforazione intestinale in corso di trattamento
con naloxegol, tuttavia deve essere considerato che i soggetti con
patologie a rischio per perforazione intestinale erano stati esclusi
dalle sperimentazioni cliniche e il farmaco e' esplicitamente
controindicato non solo in caso di occlusione gastrointestinale, ma
anche in caso di neoplasie sottostanti che comportino un aumentato
rischio di perforazione (tumori maligni sottostanti dell'apparato
gastrointestinale o del peritoneo; carcinoma ovarico ricorrente o
avanzato; neoplasie in trattamento con inibitori del fattore di
crescita dell'endotelio vascolare - VEGF). Deve inoltre essere
considerato che i trial registrativi di naloxegol escludevano
soggetti con dolore correlato al cancro, per cui, a causa della
limitata esperienza clinica in questa popolazione, e' raccomandata
cautela quando si prescrive naloxegol in questo setting di pazienti.
Si rappresenta infine l'importanza della segnalazione delle
reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione dei
medicinali, al fine di consentire un monitoraggio continuo del
rapporto beneficio/rischio dei medicinali stessi. Agli operatori
sanitari e' richiesto di segnalare, in conformita' con i requisiti
nazionali, qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema
nazionale di farmacovigilanza all'indirizzo
delle-sospette-reazioni-avverse-ai-medicinali.