Decreto Calabria, oltre 900 Mmg accusano: sanatoria svilirà la medicina generale

A rischio la meritocrazia nel corso di formazione in Medicina Generale

lunedì 20 maggio 2019

Doctor News

Esprime forti perplessità in merito all'articolo 12 comma 3 del Decreto Calabria, in questi giorni in discussione per la conversione in legge, il comunicato diramato da un gruppo di 900 medici di medicina generale. 

Bersaglio la possibilità di essere ammessi in sovrannumero e senza borsa di studio al Corso di formazione specifica in Medicina Generale anche a quanti non hanno superato il test, purché abbiano lavorato per almeno 24 mesi in incarichi anche non continuativi, indipendentemente dal numero di ore e turni effettivamente svolti, nei settori della medicina generale nei dieci anni precedenti. Una situazione che, in alcune realtà italiane, non avvengono per merito ma a chiamata diretta, e che prefigura uno scenario di svilimento della meritocrazia: i non vincitori del concorso con i requisiti adatti verranno inseriti in una graduatoria a parte, con il fiat a svolgere contemporaneamente altre attività libero-professionali per i medici già in possesso di altri titoli di specializzazione, possibilità dalla quale vengono esclusi per incompatibilità i vincitori di concorso. 

Il comunicato riconosce nella situazione delineata la legittimazione di una irregolarità o di una situazione di fatto, tipica della sanatoria, dove una condizione di dubbia costituzionalità esclude i primi tra i non classificati a favore di quanti possono vantare un'esperienza pratica. Esperienza pratica che, se dovesse essere valido il principio di equiparabilità formativa al corso, dovrebbe permettere a quanti possono vantarla di sostenere il concorso partendo dallo stesso livello degli altri e di concorrere per la stessa graduatoria.

Se la formazione sul campo è realmente efficace (e non un metodo per "arrotondare altri introiti economici" o godere di retribuzione più favorevole rispetto alla "più esigua borsa di studio"), dovrebbe essere sufficiente la somministrazione di casi clinici e linee guida in sede concorsuale, piuttosto che di quesiti di puro nozionismo, ed evitare "favoreggiamenti che nulla hanno a che vedere con il merito". 

Il comunicato prosegue sottolineando l'inutilità di conteggiare il servizio svolto ai fini della graduatoria in concorso, in quanto già convertito in punteggio nelle graduatorie regionali post-diploma senza penalizzazioni, come previsto da Acn vigente, e si interroga sulla qualità della formazione che scaturirebbe dall'approvazione di un sistema simile a quello profilato nel decreto. Se infatti è riconosciuta la possibilità per ogni Regione di attingere alle iscrizioni in sovrannumero in modo limitato, non si tiene conto della capienza dei poli formativi, né si esplicita in che modo si sorveglierà per evitare l'intasamento di corsie ospedaliere e ambulatori; un problema ben evidente "alla luce della proposta di modifica avanzata dalla Conferenza delle Regioni sull'abrogazione di ogni contingentazione del reale fabbisogno e sull'ammissione totalitaria e indiscriminata di circa ulteriori 6000 medici in eccesso nei prossimi tre trienni". 

Chiude la nota la proposta del gruppo di medici: l'adozione di un criterio unico di ammissione e di una unica graduatoria, con priorità al medico di maggiore età (per favorire i precari) in caso di punteggio uguale; sorveglianza Regionale per monitorare il numero di tirocinanti e formazione obbligatoria part time per tutti i medici che si iscrivono senza borsa.

"Il bene ultimo deve essere la salute dei pazienti e un miglioramento della qualità della medicina generale italiana, un cammino che inizia con l'ammissione al concorso e che prosegue con la formazione e col ruolo primario dell'Mmg nei percorsi clinici-assistenziali superando la visione tutta italiana di una medicina generale non specialistica e di secondo rilievo rispetto ad altre branche sanitarie, a differenza di quanto avviene nel resto d'Europa".