Bitonto: Il CUP sta per esplodere ma nessuno interviene

Solo 3 addetti allo sportello: sono «parafulmini» dell'ira dei pazienti

sabato 07 febbraio 2015

La Gazzetta del Nord Barese
BITONTO. È ormai una nave alla deriva il centro di servizi sanitari territoriali, ciò che resta dell'ex ospedale di Bitonto. A un mese dalle prime segnalazioni, e nell'assoluto silenzio complice di politici locali e non solo, la situazione al Cup, il Centro unico di prenotazioni, è andata via via peggiorando, con tempi di attesa sempre più lunghi e file di pazienti inferociti con le ricette in mano. «Parafulmini umani» gli impiegati della Asl, costretti a fronteggiare la protesta dei cittadini. «Non si può lavorare così - commenta in una nota il segretario territoriale della Cisl funzione pubblica, Giovanni Stellacci -. Il personale del Cup vive gravi disagi.

La mole di lavoro espletata non basta a soddisfare l'utenza, e le tensioni sono all'ordine del giorno. Nel recente passato -ricorda Stellacci -, il personale del centro è stato aggredito con un veemenza verbale ingiustificabile e, nonostante questo, la direzione del Distretto sociosanitario non ha apportato alcuna modifica all'organizzazione del lavoro». La stima, che arriva direttamente dal personale in servizio, parla di circa 2 ore di attesa media per 200 utenti. Si aspetta quasi sempre in piedi, spesso nel corridoio, visto che i posti a sedere nella saletta sono solo 50. Lo sportello, con tre dipendenti per il pagamento dei ticket e per la prenotazione delle visite specialistiche, è aperto tutti i giorni, dalle 7,30 alle 12 dal lunedì al venerdì e il martedì e giovedì anche dalle 16 alle 18.

In una sola mattinata, si toccano punte di 350 pazienti. «I servizi non sono adeguati rispetto alle necessità degli utenti», attacca il sindacalista. Ma come si spiega questo sovraccarico di lavoro? «Per le visite specialistiche e, soprattutto, per gli esami di laboratorio, bisogna fare due volte la fila», spiegano dagli sportelli. E ancora: «Prima bisogna prenotare e pagare il ticket, poi tornare allo sportello per la "registrazione" della prestazione».

Insomma doppia coda e doppio lavoro per gli impiegati, doppio disagio per i pazienti o per i loro familiari. Secondo le stime del perso- nale, almeno la metà dei 300 utenti medi al giorno fa la coda per il laboratorio di analisi. Anche per i semplici test del sangue bisogna prima fare la fila per la prenotazione, poi a distanza di giorni tornare all'ex ospedale, sottoporsi al prelievo ematico e rifare la fila per la registrazione. «Le responsabilità non possono essere addebitate ai lavoratori - commentano dalla Cisl - e non devono essere sempre loro a pagare. Gli addebiti andrebbero formalizzati a chi organizza i servizi». Sul caso, nei giorni scorsi, è intervenuta anche l'associazione Più Valore, per la tutela del malato, con una segnalazione di disservizio inviata alla direzione dell'Azienda sanitaria metropolitana.