La denuncia di dentisti e odontoiatri: «Assistenza limitata a nullatenenti e migranti»

Una mutua solo per pochi Tetti d'accesso più bassi, crolla il numero di pazienti ammessi alle cure

sabato 13 gennaio 2018

Corriere del Mezzogiorno

E' polemica sui paletti posti dalla Regione Puglia per l'accesso alle cure odontoiatriche a spese del sistema sanitario pubblico. A causa dell'abbas- samento della soglia fissata all'inarca un anno fa a poco più di 8 mila euro lordi annui, moltissimi cittadini con redditi risicati non sono stati ammessi alle cure gratuite. Una situazione che ha portato alla denuncia di Tribunale dei diritti del malato, Ordine dei medici e dentisti. «Da noi ormai vengono solo migranti». a pagina 3 Della Rocca Sanità I II caso mutua Il reddito basso non basta più Sulla poltrona del dentista cure gratuite per pochi intimi Tetti di accesso calati, negli studi pugliesi solo nullatenenti e migranti La denuncia di Antonio Della Rocca É polemica sui paletti posti dalla Regione Puglia per l'accesso alle cure odontoiatriche a spese del sistema sanitario pubblico. Per il Tribunale dei diritti del malato e l'Ordine dei medici di Bari, la soglia del reddito famigliare fissata a "soli" 8263,31 euro è tale da creare clamorose situazioni di ingiustizia sociale. E a pagarne le spese, secondo il responsabile del Tribunale dei diritti del malato di Bari, Antonio Campobasso, sarebbero soprattutto i cittadini con redditi da fame, appena superiori al tetto stabilito dalla Regione, mentre alle cure gratuite avrebbe accesso solo una fascia ristretta di persone. Tra queste «anche i migranti che provengono da paesi dove l'Aids è molto diffuso - sostiene Campobasso -, cui dobbiamo senz'altro garantire assistenza sanitaria, essendo una nazione civile, ma che vengono accompagnati negli studi odontoiatrici senza avere fatto neppure un esame del sangue, mettendo così a rischio il dentista e gli altri pazienti». Inoltre, le nuove regole scaricherebbero sugli odontoiatri l'onere di assolvere a farraginose procedure, in barba alla tanto auspicata semplificazio- ne che le pubbliche amministrazioni dovrebbero perseguire liberando sé stesse ed i cittadini dalle zavorre della burocrazia. Ma andiamo con ordine. Tutto nasce dal decreto del 9 dicembre 2015 a firma della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, che detta «condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale», demandando alle Regioni e alle Province autonome la scelta degli strumenti di valutazione delle condizioni economiche e di «vulnerabilità sociale» che costituiscono il presupposto per l'accesso alle cure gratuite presso i medico convenzionati. Antonio Cam-Dobasso mette sotto accusa l'operato della Regione, in particolare la delibera 1879 del 30 novembre 2016. «Le limitazioni alle cure odontoiatriche previste per la vulnerabilità sanitaria - attacca l'esponente del Tdm - escludono molte patologie che invece andrebbero inserite. Mentre le limitazioni previste dalla vulnerabilità sociale, specialmente riguardo al reddito familiare, a nostro avviso troppo basso, precludono l'accesso alle cure a una larga fascia di utenti, alcuni dei quali si sono rivolti a noi perché si sono visti rifiutare le cure avendo un reddito appena superiore al minimo». E ancora: «Non sembra, comunque, dignitoso né rispettoso del diritto alla riservatezza costringere il cittadino a presentare la certificazione Isee (Indicatore della situazione economica, ndr) al proprio dentista prima di sedersi sulla sedia odontoiatrica», così co- me «non ci sembra dignitoso fare assumere la veste di burocrate - controllore all'odontoiatra nei confronti del proprio paziente», conclude Antonio Campobasso. Per il pre-sidente dell'Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli, quello della «equità nell'accesso alle cure» è un problema centrale che risente dello «squilibrio del finanziamento economico a svantaggio delle regioni del Sud, con ricadute drammatiche sui soggetti più fragili». Anche Anelli punta il dito contro le restrizioni della Regione Puglia che, osserva, «finiscono per penalizzare una buona parte della popola- zione che probabilmente avrebbe diritto alle cure». A farsi portatore dei malumori degli odontoiatri è il dottor Francesco Lorusso: «Noi non abbiamo chiesto più soldi, ma una norma migliore. La soglia di 8.300 euro non garantisce gli italiani in difficoltà, ma spesso i soli immigrati che giungono nei nostri studi, compreso il mio, ad Altamu-ra, senza un esame del sangue. Non è un discorso razzista, ma la realtà è che noi non sappiamo se queste persone hanno malattie gravi come l'Aids. Senza parlare del paradosso per cui il paziente viene operato gratuitamente, ma deve pagare il costo della sutura. Tutto questo è assurdo».