Picchiata al pronto soccorso «Adesso vogliamo i drappelli»

Aggradita al pronto soccorso Presentata denuncia ai carabinieri. Il medico ha riportato la frattura dei setto nasale e varie ecchimosi

venerdì 23 agosto 2019

Il Roma (Napoli)

NAPOLI. Il mondo della politica, professionale e della sanità si è mobilitato dopo la notizia dell'aggressione, l'ennesima, alla dottoressa Adelina La-provitera, picchiata selvaggiamente da alcuni parenti di un ammalato che non hanno voluto lasciare la sala del pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni Bosco per consentire al chirurgo di visitare un paziente. Massima solidarietà da Silvestro Scotti, come presidente dell'Ordine dei medici di Napoli e come segretario nazionale di Fimmg, che ha inviato un messaggio di solidarietà alla dottoressa in servizio air Asl Napoli 1. Scotti, ancora una volta, ha richiamato alle proprie responsabilità la politica nazionale, di governo e di opposizione, colpevole di «aver affrontato in maniera estremamente rilassata la questione e nel non aver considerato il tema come degno di un provvedimento di urgenza». Adesso, il disegno di legge che avrebbe finalmente inasprito le pene per coloro che aggrediscono dei ca- mici bianchi, è in standby. E su questo punto è chiarissima la posizione di Gennaro Napoletano, responsabile del pronto soccorso proprio dell'ospedale San Giovanni Bosco per il quale andrebbero ripristinati i drappelli di pubblica sicurezza nei pronto soccorso. «Diventa sempre più complicato gestire l'emergenza, vista anche la carenza dei medici. La polizia -spiega Napoletano - avrebbe una deterrenza maggiore». Un'aggressione vile e indegna per Ciro Verdoliva, direttore generale dell'Asl Napoli 1, il quale ha garantito che «l'azienda sarà al fianco della dottoressa anche in tribunale. Niente può giustificare quanto accaduto, un fatto che al di là del trauma fisico ed emotivo cagionato, mette a rischio l'assistenza». «Chi ha aggredito la dottoressa - ha aggiunto Verdoliva - ha aggredito ciascun medico, ciascuna infermiera e operatore dellAsl Napoli 1 Centro, ma soprattutto ha tolto ad altri pazienti il diritto di essere assistiti». Alessandro Garau, segretario nazionale del sindacato Coas medici dirigenti, dopo il nuovo episodio di violenza contro i camici bianchi, ha ricordato la battaglia del sindacato che da tempo chiede che siano assicurate ai medici le giuste tutele per poter compiere il loro lavoro in tutta sicurezza. «Tuttavia, sembra che continuino a mancare le più basilari garanzie. Fra le violenze, le situazioni logistiche e locali oggettivamente difficili, turni massacranti e lo stress lavorativo a cui sono sottoposti i nostri medici, non dobbiamo poi sorprenderci se in numero crescente decidono di andare a lavorare all'estero». Si dice sempre più amareggiato il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, di fronte alla nuova aggressione avvenuta all'ospedale San Giovanni Bosco: «Serve sicuramente una legge che aumenti le pene e che introduca, per le aggressioni agli operatori sanitari, la procedibilità d'ufficio, oltre a rendere le sedi più sicure anche con la previsione di presidi di Polizia - continua Anelli -. Ma occorre anche risolvere le disuguaglianze di salute e di organizzazione dei sistemi sanitari che espongono maggiormente al malcontento degli utenti e alla violenza i colleghi che operano nel Sud Ita-fra». Nel frattempo una buona notizia giunge dopo le prime visite effettuate dalla dottoressa La-provitola che confermano una frattura alle ossa nasali ma fortunatamente non dovrà operarsi. «Ora - ha spiegato la dottoressa - mi aspetta una consulenza maxillo-facciale, per fortuna pare che basterà una terapia e non l'intervento chirurgico».