Andria: Veronica è morta per asfissia polmonare
I risultati dell’autopsia sulla bimba deceduta domenica La causa non sarebbe legata all'assunzione del farmaco
sabato 06 luglio 2013

TRANI - Asfissia polmonare. La causa della morte della piccola Veronica, la bimba di 3 anni deceduta domenica scorsa dopo aver assunto una supposta antivomito, è strettamente connessa ai disturbi metabolici di cui soffriva dalla nascita. È quanto emerge qualche giorno dopo l’autopsia, eseguita dal medico legale Roberto Vaglio su disposizione del pm Luigi Scimè. L’inchiesta per omicidio colposo, che coinvolge cinque professionisti in servizio alla guardia medica di Andria domenica scorsa, mira ad accertare le responsabilità omissive di chi avrebbe potuto diagnosticare per tempo che cosa stava succedendo alla piccola affetta da fenilchetonuria, una malattia che comporta numerose limitazioni alimentari. Veronica, domenica, vomitava in continuazione e i genitori allarmati si erano rivolti, nel pomeriggio, alla guardia medica prima di somministrarle la supposta di Peridon.
E, invece, la dottoressa presente alla guardia medica«San Raffaele», non aveva visitato la piccola e nemmeno consigliato di rivolgersi immediatamente al pronto soccorso o a uno specialista, prescrivendo invece il farmaco. Gli esami istologici stanno cercando di stabilire la causa dell’atrofizzazione muscolare, che ha riguardato anche i polmoni (da cui l’asfissia) e potrebbe essere dipesa dall’assunzione accidentale di sostante controindicate. Non è escluso - è questa l’ipotesi degli inquirenti - che una tempestiva diagnosi avrebbe potuto salvare la piccola, il cui organismo era comunque sano. Cioè non aveva altre patologie a parte la fenilchetonuria e l’autopsia ha escluso l’esistenza di altri problemi che possano aver causato la morte. La piccola aveva una dieta molto rigida da seguire e anche una terapia farmacologica precisa, secondo quanto prescritto dalla Pediatria del Giovanni XXIII. I genitori, Domenico e Maria Pia Cannone, avevano fatto di tutto per dare alla figlia una vita il più possibile normale, nonostante la malattia e le ristrettezze economiche. Il vomito continuo di domenica, cui era seguita la prescrizione del Peridon, non era certo una cosa normale. Ma quello che sarebbe dovuto essere un campanello d’allarme era stato, evidentemente, preso sotto gamba.
Carmen Carbonara
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