Medicina a Bari: la scure delle graduatorie: uno studente su tre dovrà andare fuori

Sono 117 i baresi che hanno superato il test di ammissione ma sono costretti adesso a iscriversi in un’altra città Medicina,

martedì 29 aprile 2014

FRANCESCA RUSSI (Repubblica Bari)

La graduatoria comprende i primi 10.120 ammessi in tutta Italia e tra questi ci sono proprio i 368 ragazzi che l’8 aprile scorso hanno sostenuto il test nel capoluogo pugliese e hanno indicato la “Aldo Moro” come prima scelta. Non ci sarà però posto per tutti: sono 237 i banchi riservati alle matricole di Medicina e Chirurgia e 14 quelli per gli aspiranti odontoiatri. Questo significa che un terzo dei giovani baresi dovrà andare in trasferta in un altro ateneo. Con tutto quello che comporta. Mantenersi in un’altra città vuol dire infatti pagare affitto e bollette e spendere soldi per pasti e trasporti. Costi che si vanno ad aggiungere alle tasse universitarie e ai prezzi già alti degli atlanti di anatomia e dei manuali di medicina. Non è detto poi che tutti siano in grado di affrontare queste spese e di richiedere sacrifici alle proprie famiglie. Insomma, fare i fuori sede non è per tutte le tasche.
A conti fatti, il costo della vita può lievitare anche fino a 800 euro al mese, un intero stipendio in tempi di crisi. «Tra il posto letto, circa 250 euro, e le spese per mangiare, vestirsi, spostarsi, comprare i libri e pagare le tasse universitarie ci vogliono almeno 500 euro – ragiona Alessandro Castellana, coordinatore dell’associazione studentesca Link a Bari – e questo per quanto riguarda Bari, in altre città in cui il costo della vita è superiore, si può spendere anche di più». I 117 ragazzi baresi ammessi perché classificati nella graduatoria con un buon punteggio hanno sì diritto a un banco in una della facoltà italiane selezionate, ma non a un posto letto e alla mensa, quelli dipendono dalle condizioni di reddito e dai sistemi di diritto allo studio regionali.

«Ad oggi si palesano sempre più problemi legati alle barriere all’accesso dei corsi universitari – prosegue Castellana – da un lato i ragazzi saranno costretti a spostarsi nonostante non ci siano adeguati sostegni e manchi un welfare universitario reale; dall’altro, lo sostiene anche l’Ordine dei medici, si profila, con il numero chiuso, l’incapacità di garantire il servizio di sanità pubblica perché il numero dei medici non è adeguato al bisogno. Siamo contrari al numero chiuso ma, al di là della posizione ideologica, occorre aprire un dibattito serio sulle modalità di selezione perché è evidente che queste non vanno bene». Gli studenti lo hanno ribadito anche davanti al ministro Stefania Giannini ieri a Foggia per l’inaugurazione dell’anno accademico. «Si è mostrata disponibile ad imbastire un confronto nazionale con le associazioni studentesche soprattutto sulla questione del numero chiuso e sulla possibilità di aprire un dibattito sugli strumenti di selezione e sulla loro revisione. Non possiamo che essere disponibili a mettere le nostre forze a servizio del confronto e della proposta, alla luce dell'apertura al dialogo - commenta Francesco Pagliarulo, coordinatore Rete della Conoscenza Puglia - Siamo però consci che ad oggi l'impegno del governo su scuola
e università non appare assolutamente soddisfacente». 

Bisognerà aspettare adesso il 12 maggio per la pubblicazione nominale delle graduatorie e il 20 maggio per gli elenchi con l’assegnazione delle sedi. Ad ogni modo si può già dire che chi ha totalizzato un punteggio minimo di 36,80 potrà studiare Medicina a Bari, lo score si potrà abbassare con l’eventuale scorrimento delle graduatorie.