Ricetta bianca dematerializzata, dal 31 gennaio al via sette Regioni. (ma non in Puglia)

Dal 31 marzo dovrebbero aggiungersi Friuli Venezia Giulia e Puglia, secondo il tabellino di marcia del Mef

sabato 29 gennaio 2022

La ricetta dematerializzata è una realtà dal 2020. Ora lo è anche quella "bianca", per farmaci non a carico del Servizio sanitario nazionale. Il sistema Tessera Sanitaria di Sogei è pronto per ricevere le prescrizioni dai medici di famiglia. Si automatizzano milioni di transazioni pagate in genere dai pazienti di tasca propria: spese da cui detrarre il 19% nei modelli 730 ed Unico persone fisiche.

Almeno sette tra regioni e province autonome sono pronte a partire entro fine mese. La Lombardia si aggiunge ad Emilia Romagna, Veneto, Trento e Bolzano tra le regioni e province con proprio sistema di accoglienza dati pronte allo start dal 31 gennaio, data prevista già da un anno (dal Decreto del Ministero dell'Economia del 30 dicembre 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 gennaio 2021); ad esse si affiancano Piemonte e Sicilia che hanno lavorato sulla base del sistema di accoglienza nazionale Sogei.

Lo start regionale interessa da vicino i medici del servizio sanitario, che prescrivono questi medicinali. In parallelo il decreto prevede che sempre dal 31 gennaio le farmacie di tutte le regioni italiane abbiano già adeguato i loro gestionali alla ricezione di queste ricette con le specifiche Sogei e siano in grado di ricevere ricette dalle regioni "pioniere". Dal 31 marzo dovrebbero aggiungersi Friuli Venezia Giulia e Puglia, secondo il tabellino di marcia del Mef, e ad aprile Basilicata e Sardegna. Altre regioni verranno a primavera avanzata. Il cronoprogramma non è tassativo. La spedizione dovrebbe funzionare così: i medici - per i quali inviare online non è obbligatorio da subito - prescrivono nel sistema Ts o regionale ottenendo un numero di ricetta bianca elettronica ed un Pin e vengono messi in grado di produrre un PDF stampabile e consegnabile al paziente, almeno per i primi tempi, in formato cartaceo. Con quello, o semplicemente con numero d'ordine o Pin (più facile da memorizzare nelle comunicazioni a voce), il paziente si reca dal farmacista che visualizza la ricetta e la invia al sistema Ts oltre a conservarla nel proprio gestionale. Non è prevista la conservazione della ricetta bianca cartacea.

Ma come si stanno preparando le regioni sul campo? «In Lombardia non abbiamo ancora ricevuto dalla Regione notizie di una partenza imminente, come medici di famiglia, mentre sappiamo che il programma regionale già nei prossimi giorni dovrebbe essere in grado di recepire le ricette, attraverso le farmacie», spiega la Segretaria Fimmg Paola Pedrini. «In ogni caso, è a lavoro un tavolo con Federfarma, ordine dei farmacisti-Fofi mentre per i medici sta seguendo le specifiche la Federazione Fnomceo, sia per la prescrizione sia per la ricezione». In Sicilia, «i tecnici che lavorano ai gestionali per medici di famiglia sono convinti che già in settimana i problemi tecnici dovrebbero essere risolti. L'aggiornamento del software dovrebbe arrivare in automatico all'accensione del pc, e da febbraio dovremmo poter produrre ricette leggibili da inviare nel sistema di accoglienza centrale di Sogei», dice Luigi Galvano segretario Fimmg Sicilia. «Fuori dalla "produzione" elettronica restebbero solo ricette per oppioidi forti come la morfina in fiale e preparazioni galeniche. Invece rientreranno benzodiazepine, ipnotici, calmanti di cui si fa uso e abuso; il loro consumo ha avuto una crescita preoccupante negli ultimi anni e tale fenomeno forse non è estraneo alla necessità, percepita dal Servizio sanitario, di avere dati sul flusso reale degli acquisti sostenuti dai cittadini».

Per Galvano, alla dematerializzazione è strettamente legato lo sviluppo dei fascicoli sanitari regionali e nazionale. «Alla Regione ho sottolineato che entro la fine del periodo di attuazione del PNRR tutte le prescrizioni saranno convogliate sui fascicoli sanitari elettronici personali. Abbiamo di fronte un periodo decisivo per stabilire i contenuti dei fascicoli, che non credo debbano essere pletorici. La Sicilia finora ha prodotto 1,6 milioni di FSE su 4,8 milioni di residenti. Con il riprendere della pandemia c'è stato un rallentamento per via del calo degli accessi in studio, specie tra i giovani, in una procedura che ha fin qui richiesto la presenza e tre firme, una per la gestione nel FSE dei dati raccolti in epoca pregressa, una per gestire dati di specifiche condizioni, ed una terza per la raccolta dati futura. Approfittando del nuovo slancio offerto dalla dematerializzazione della ricetta bianca, e dallo snellimento delle procedure di raccolta del consenso al trattamento dati, occorre formulare con tempestività proposte per un fascicolo agevole da consultare e trattare».

Mauro Miserendino

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