Fimmg Bari. Filippo Anelli eletto presidente

Per la prima volta la sezione barese ha un presidente: eletto per acclamazione, nel corso del Congresso del 12 gennaio

lunedì 14 gennaio 2019

Quotidiano Sanita

L’elezione nell’ambito del Congresso provinciale incentrato sul nuovo modello Puglia Care 3.0 per la presa in carico dei pazienti cronici. Ma i lavori hanno toccato anche gli altri temi caldi della sanità pugliese, dalla costituzione della Areu alla sicurezza delle sedi di continuità assistenziale, fino all’appropriatezza e al contenimento della spesa farmaceutica, anche grazie al contributo dei medici di medicina generale.

14 GEN - "Filippo Anelli è stato eletto per acclamazione Presidente della sezione provinciale Fimmg Bari”. Lo annuncia una nota della Fimmg Bari, che riporta le dichiarazioni a caldo del neo presidente. “Ringrazio tutti i colleghi. Abbiamo attraversato e superato un momento difficile, soprattutto nella fase di ricambio generazionale. L’abbiamo fatto insieme. Sono orgoglioso che si possa continuare con forze nuove l’azione avviata quasi vent’anni fa, affinché la medicina generale di Bari possa rimanere forte e unita”

L’elezione nell’ambito del 18° Congresso provinciale di sabato scorso dedicato a “La svolta assistenziale della Puglia: cure territoriali più vicine ai cittadini. Il modello Puglia Care 3.0”. “Una medicina generale al centro di una rete di assistenza territoriale, all’interno di un modello di gestione della cronicità innovativo a livello internazionale come il Puglia Care 3.0, capace di rispettare l’autonomia dei medici, di garantire la sostenibilità del sistema e di tutelare la salute dei cittadini”, è quanto emerso nel corso del Congresso provinciale Fimmg Bari.


 
I lavori hanno toccato tutti i temi caldi che investono la sanità pugliese, dalla costituzione della nuova Areu alla sicurezza delle sedi di continuità assistenziale, fino all’appropriatezza e alla spesa farmaceutica.

Oltre ad Anelli, che è anche presidente della Fnomceo, hanno partecipato ai lavori, il Segretario Nazionale Fimmg Silvestro Scotti, il Vice Segretario Nazionale Fimmg e Segretario Generale Provinciale Fimmg Bari Nicola Calabrese, il Segretario regionale Fimmg Ignazio Aprile, il vice sindaco della Città Metropolitana, Michele Abbaticchio, oltre ai segretari provinciali della Fimmg Puglia.

Sono intervenuti inoltre al Congresso il Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, Giancarlo Ruscitti, Direttore del Dipartimento per promozione della salute della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni Direttore dell’ARESS, il Direttore Generale Asl Bari Antonio Sanguedolce e Vincenzo Gigantelli Presidente CARD Puglia.

La presenza del Governatore Michele Emiliano ha subito acceso il dibattito sul tema della nuova Areu, l’Agenzia regionale dell’Emergenza Urgenza, rispetto alla quale la Fimmg ha ribadito di non è contraria ma su cui da tempo esprime forte preoccupazioni rispetto al destino del personale attualmente impiegato in convenzione nel 118, come ha sottolineato Nicola Gaballo, Segretario regionale Fimmg emergenza urgenza. “Non vedo problemi insuperabili e credo che sia importante la vostra condivisione sul modello AREU. - ha dichiarato il Governatore Emiliano, riconoscendo gli ottimi risultati del servizio attuale del 118 e la sua centralità nel sistema - “Bisogna ragionare su come in via transitoria si passerà da un modello ad un altro. Abbiamo bisogno di un sistema dell’emergenza urgenza flessibile su tutto il territorio che si doti di nuovi strumenti, come la telemedicina. L'Areu deve bonificare le sacche minimali di opacità, che non riguardano i medici ma che devono essere risolte”. E per quanto riguarda la natura giuridica del rapporto di lavoro, convenzione o dipendenza, Emiliano sostiene che “non c'è bisogno di costringere i medici del 118 a scegliere subito tra un'opzione e l'altra. Nel diritto transitorio tutti coloro che intendono mantenere un rapporto convenzionato potranno farlo. È chiaro che il modello cui tendiamo è di medici formati e dipendenti.”

Il segnale del Governatore sull’AREU è stato colto positivamente da Nicola Calabrese: “Valorizzare tutte le componenti risolvendo il problema dei precari e dei volontari rappresenta un valore aggiunto per il sistema. Tuttavia, al momento per accedere come dipendente da dirigente medico nel sistema sanitario in questo paese è necessaria una specializzazione. Ci chiediamo quindi come i medici del 118, che hanno una formazione da medici di medicina generale, possano diventare dipendenti e temiamo una demedicalizzazione del sistema di emergenza urgenza, che costituirebbe un grave errore a danno dei cittadini. Siamo fortemente convinti che non sia il ruolo giuridico a determinare le competenze di un professionista e crediamo che i colleghi medici di medicina generale impegnati oggi nel sistema 118 con un rapporto in convenzione abbiano le competenze necessarie per garantire la migliore risposta possibile in situazioni di emergenza. Lasciare indietro anche uno solo dei colleghi sarebbe un grave danno. Serve quindi aprire una contrattazione regionale per il settore”.

Emiliano ha poi sostenuto l’opportunità di integrare la continuità assistenziale, in modo da sollevare le strutture del pronto soccorso dalla gestione dei codici bianchi, individuando il luogo ideale dove collocare le strutture di CA nei pressi del pronto soccorso. Un’ipotesi su cui Fimmg esprime grandi perplessità, dato che il numero dei pronto soccorso si è ridotto sul territorio. Meglio portare i servizi in prossimità, mettendo i servizi di continuità assistenziale in condizione di rispondere ai bisogni dei cittadini con strutture adeguate.
Sulla continuità assistenziale grava anche il problema della sicurezza delle sedi, come ha evidenziato Piero Drago, Segretario regionale Fimmg Continuità Assistenziale. Fimmg registra lentezze nell'affrontare il tema, richiede interventi urgenti e un cambiamento del modello organizzativo che porti all'uscita dall’isolamento delle guardie mediche che può dare risposta alla sicurezza oltre che all'assistenza.

I lavori si sono concentrati sul peso crescente della cronicità sul servizio sanitario pubblico e sul ruolo che dovrà assumere la medicina generale, a partire dal modello pugliese del Puglia Care 3.0, che rappresenta una best practice a livello internazionale e vede il medico di medicina generale al centro di un sistema integrato di assistenza territoriale, attraverso il lavoro di team multidisciplinari.  “Il modello Puglia Care 3.0 è nato da una felice intuizione di Fimmg Puglia, anche grazie alla particolarità della nostra regione che poteva contare sulla presenza sul campo di oltre 600 infermieri e più di 2mila collaboratori di studio per implementare un sistema di gestione della cronicità che avesse al centro lo studio del medico di famiglia, interamente all'interno del sistema pubblico”, ha ricordato Filippo Anelli.

L'86% della spesa sanitaria pugliese è assorbita dalle patologie croniche. Gestire meglio questo aspetto consentirebbe, quindi, non solo di migliorare l'assistenza ma anche di rendere il sistema sostenibile. “Il Care Puglia 3.0 non è un progetto, è IL progetto della Sanità pugliese. Il Care Puglia 3.0 è il pivot di diversi temi dell’assistenza, dall’appropriatezza alle liste di attesa. – ha dichiarato Giovanni Gorgoni. Ma è anche un tema che interessa particolarmente il sud dato che alle criticità di salute si somma il disagio socio-economico. “La cronicità - continua Gorgoni - è una questione meridionale, perché dai dati Istat emerge come le regioni del sud siano sopra la media italiana per tasso standardizzato di cronicità, con tassi di crescita più alti nel tempo. La Puglia ha un tasso di crescita del 13% contro il 7% della media Italia.”

Secondo i dati presentati al Congresso, l’Assistenza Domiciliare Integrata in Puglia è cresciuta passando dall’1,8% dei pazienti ultra 65enni del 2010 al 3,1% del 2016 grazie agli infermieri dei medici di medicina generale (Fonte: Ministero della Salute - DG Sistema Informativo e Statistico Sanitario - Ufficio II - Elaborazione SIS Modello FLS21). Esiste la volontà dei medici di diversi comuni della provincia di Bari di evolvere costituendo i CPT – Centri Polifunzionale Territoriali – utilizzando come sede i vecchi ospedali dismessi. Significa aumentare, ancora prima della realizzazione a regime del Puglia Care, la capacità del sistema di cure distrettuali di erogare servizi di prossimità all’interno del sistema pubblico: diagnostica di I livello attraverso sistemi di telemedicina, centro prelievi, assistenza infermieristica per 12 ore in maniera continuativa gratuita e senza ticket, assistenza infermieristica a domicilio gratuita.
Inoltre, la medicina generale ha contribuito ad aumentare il livello occupazionale di questa regione: oggi sono 2 mila i collaboratori di studio assunti e 622 gli infermieri che lavorano negli studi medici.

Sulla spesa farmaceutica, è emerso il contributo fondamentale dei medici di medicina generale, che hanno fatto responsabilmente la propria parte per la sostenibilità del sistema. “Nel 2018 ci sono stati 35milioni di risparmio sulla spesa farmaceutica lorda a livello regionale; di questi il 46% (17 milioni) sono della Asl Bari. I medici hanno contribuito a ottenere questi risultati, tutelando l'autonomia dei professionisti e rispettando l'idea dell'appropriatezza come strumento di tutela della salute del paziente e non come strumento di compressione dei costi.”, ha sottolineato Nicola Calabrese. Un risultato riconosciuto da Antonio Sanguedolce, Direttore ASL Bari, che ha parlato di un’inversione di tendenza oltre le più rosee aspettative: “Ringrazio tutti i medici di medicina regionale e i direttori di distretto che hanno contribuito a raggiungere questo risultato. E auspico che la distanza tra i medici di medicina generale e la direzione della ASL sia essere sempre più breve, grazie ad una maggiore condivisione”.