Solo, dimenticato, impaurito una notte in guardia medica

Un cronista ha trascorso un turno in compagnia di un dottore in un paese della provincia

venerdì 17 novembre 2017

Repubblica Bari

ANTONELLO CASSANO DIMENTICATE Google Maps. Per arrivare alla meta bisogna lasciar perdere le indicazioni del navigatore satellitare, non in grado di orientarsi in quest'angolo di periferia di Noicattaro, e affidarsi all'intuito, imboccando una stradina a metà tra campagna e paese, circondata da vecchie abitazioni dalle fac- ciate non rifinite. Qui, in via Cappuccini, incastrata tra la stazione ferroviaria e il grande stabilimento della Divella, si trova la guardia medica di Noicattaro, una delle più insicure di tutta l'Asl Bari se non proprio di tutta la Puglia, stando alle denunce degli stessi medici di continuità assistenziale che da mesi segnalano ai vertici i problemi della struttura senza ottenere risposte. Del resto tutte le denunce fatte finora sugli altri punti di continuità assistenziale sparsi per la regione, compresa quello in cui lavorava la dottoressa barese perseguitata e minacciata di morte da un uomo arrestato due giorni fa, non hanno sortito effetti. Eppure anche questa guardia medica a Noicattaro è un posto insicuro, in cui in ogni momento potrebbero ripetersi episodi simili, se non peggiori. La struttura è "uno scandalo" come ha dichiarato nei giorni scorsi Ombretta Silecchia che ha stilato un libro bianco con le segnalazioni di molestie e stalking subiti dalle sue colleghe (libro consegnato anche al governatore Michele Emiliano, ai prefetti e ai manager Asl, ma non si è mossa una foglia). Basta entrare per capire perché sia così malfamata. Ed è quello che abbiamo fatto. È passata da poco la mezzanotte e al citofono della guardia medica non risponde nessuno. Sul cancello c'è un cartello: "Il medico è in visita domiciliare. Si prega di attendere". A fare da colonna sonora un po' sinistra c'è il rumore costante dei macchinari del pastificio poco distante. L'attesa però non dura molto. Da un angolo della via spunta un'auto. È quella del medico di turno questa notte. Un turno cominciato alle 20 della sera e che terminerà solo alle 8 del mattino seguente. Le domande di rito per identificarsi a vicenda e per scacciare cattivi pensieri sono rapide e sbrigative. «Prego entri pure» dice l'uomo che ha appena terminato una visita a casa di una paziente. «Nulla di grave» spiega Carlo, nome di fantasia. Preferisce rimanere anonimo, «lo faccio per motivi disciplinari, altri miei colleghi che hanno parlato hanno avuto problemi». La guardia medica si trova in uno stabile di tre piani, affia-cato alla chiesa dei cappuccini. Una struttura enorme che avrebbe dovuto ospitare una residenza sanitaria assistenziale per anziani lungodegenti. Un vero e proprio monumento agli sprechi della sanità pubblica in Puglia. Ma questa è un'altra storia. La postazione della continuità assistenziale è al piano terra. Il primo grave problema di sicurezza sono le porte di ingresso: «Non si chiudono  dice Carlo, 45 anni barese, con moglie e figli che lo attendono a casa al suo rientro la mattina a fine turno  sa quante volte lo abbiamo segnalato anche con lettere pro- tocollate alla Asl? Non è venuto nessuno a ripararle. Nel frattempo chi vuole può scavalcare il cancello e entrare indisturbato nella struttura. Deve solo scegliere da quale porta fare il suo ingresso». All'interno l'androne principale è al buio. Sulla sinistra si vedono delle scale che portano ai piani superiori. «Anche da lì possono entrare» dice indicando altre scale che portano al piano seminterrato. Per arrivare all'ambulatorio bisogna attraversare un lungo corridoio. Nella stanza, un lettino, un armadietto per i farmaci e la scrivania su cui è aperto il registro delle visite. Nient'altro. «Si respira un'aria di insicurezza, vero? Ma i problemi veri cominciano quando citofonano e dicono "Dottore apri, sto male". Purtroppo anche quando la situazione non mi convince sono costretto ad aprire. Se mi rifiutassi farei un'omissione di soccorso». In questi giorni in cui si susseguono notizie di attacchi e violenze contro dottoresse di guardia medica, l'aria nella struttura è ancora più tesa: «Io ho la scorza dura, faccio questo lavoro da quasi 20 anni, ma una mia collega che lavora qui a Noicattaro è talmente terrorizzata dal turno di notte che ha deciso di pagare un suo amico per farle da guardia del corpo. Siamo arrivati a questo punto. Abbiamo provato a denunciare. Siamo scesi anche in piazza la settimana scorsa  dice il medico riferendosi alla manifestazione di protesta organizzata dalle sigle sindacali anche contro la mancanza di sicurezza fra i camici bianchi  ma non è cambiato nulla». Squilla il telefono: «Pronto? Pronto? Un'altra telefonata muta. Su venti telefonate per turno in media sei o sette sono mute. C'è qualcuno che si diverte a chiamarci e non rispondere». Telefonate mute nel cuore della notte in una grande struttura isolata. Ce n'è abbastanza per scrivere la sceneggiatura di un film horror. E infatti l'obiettivo principale, oggi come in ogni notte di lavoro, è arrivare a fine turno. Bisogna superare la nottata e aspettare fino alle otto del mattino, come in quei film in cui i protagonisti devono vedere l'alba per salvarsi la vita. Qualcuno potrebbe obiettare: e i sistemi di allarme? C'è un sistema di videosorveglianza, una macchinetta nella stanza del medico. Basterebbe premere il tasto verde per mettersi in contatto con i carabinieri: «Ma non ha mai funzionato, se premi il tasto verde non viene nessuno. Noi qui siamo isolati dal resto del paese. Anche la gente si lamenta per questa posizione periferica. E pensare che fino a febbraio scorso la nostra sede era all'interno del Comune, proprio nel centro di Noicattaro. Poi il sindaco ha deciso che quegli spazi servivano all' amministr azione e siamo finiti qui. Siamo considerati di serie B. Anche quando facciamo richiesta di farmaci arrivano con ritardo». Ma la mancanza di sicurezza riguarda tante postazioni di guardie mediche. I sindacati ne parlano da tempo. «A questi colleghi quotidianamente esposti al rischio urge dare risposte immediate» ha affermato il presidente dell'Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli, che martedì incontrerà il governatore Emiliano per parlare dell'emegenza sicurezza. «Qualsiasi malintenzionato potrebbe entrare qui e fare quello che vuole  conferma Carlo, seduto su una sedia nel corridoio, mentre guarda impaziente che ore si sono fatte  l'altra sera per esempio un tipo, non una bella faccia, mi ha chiesto una siringa. "È per il mio cane" mi ha detto. Avrei potuto rifiutare e chiedere maggiori informazioni. Ma uno pensa anche "domattina voglio tornare a casa dai miei figli. Sano e salvo"

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