Linea guida nazionale per la prevenzione e il trattamento dell’emorragia post partum
Lo studio è stato presentato oggi all’ISS. Raccoglie le migliori evidenze in materia
venerdì 04 novembre 2016
La prima Linea Guida italiana evidence based sulla prevenzione dell’emorragia post partum è stata presentata oggi all’ISS. Raccoglie le migliori evidenze cliniche a supporto di quella che è la prima causa di mortalità e grave morbosità materna a livello globale. La Linea Guida italiana, frutto del progetto di sorveglianza ostetrica coordinato dall’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) del Centro Nazionale di Epidemiologia Sorveglianza e Prevenzione della Salute dell’ISS e finanziato dal Ministero della Salute, insiste su alcuni punti chiave per prevenire e trattare questa grave patologia.
“Quella presentata oggi è una linea guida di estrema importanza – dichiara Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS – nonostante l’Italia sia tra i Paesi europei con i minori tassi di mortalità materna si può fare di più. Grazie ai progetti finanziati dal Ministero della Salute stiamo, infatti, cercando di rendere sempre più capillare la sorveglianza di questo fenomeno perché ci siano sempre meno morti evitabili. Anche questa linea guida, frutto della sorveglianza coordinata dall’ISS, va in questa direzione”.
Tra i focus individuati dalla linea guida l’identificazione precoce del rischio della donna come per esempio precedenti emorragie del post partum o tagli cesarei, una gravidanza gemellare o un bambino di peso superiore a 4 kg alla nascita. Tra i punti centrali una migliore comunicazione tra professionisti, la donna e i suoi familiari sin dall’esordio del quadro clinico, ma anche l’appropriatezza all’indicazione del cesareo e il monitoraggio della donna durante il post partum.
La linea guida è finalizzata alla promozione delle buone pratiche cliniche nella gestione della EPP (emorragia post partum) e completa le attività di aggiornamento promosse dall’ISS su questa grave condizione clinica.
“Da oggi grazie a questa linea guida abbiamo uno strumento aggiornato con le migliori evidenze cliniche a disposizione di medici e ostetriche - spiega Serena Donati, del Reparto Salute della Donna e dell’Età evolutiva dell’ISS - si tratta di una risorsa importante che nasce da un bisogno intercettato dall’analisi dei dati prodotti dal nostro sistema di sorveglianza ostetrica”.
Il documento passa in rassegna le procedure volte alla prevenzione dell’EPP grazie al riconoscimento delle donne a maggior rischio, la terapia medica e chirurgica della condizione e la sua gestione multidisciplinare, l’assistenza nel post partum e gli aspetti relativi alla gestione del rischio clinico, con particolare riguardo all’organizzazione e alla comunicazione all’interno del team assistenziale e con le donne e i loro familiari. La versione divulgativa sarà diffusa nei servizi sanitari frequentati dalle donne in età riproduttiva per permettere loro di affrontare un’eventuale emergenza con maggiore competenza e consapevolezza.
Nell’ambito delle stesse attività di ricerca da cui è nata l’idea di questa Linea Guida è stato possibile stimare, grazie al sistema di sorveglianza della mortalità materna coordinato dall’ISS in 8 regioni che coprono il 73% dei nati in Italia, non solo un rapporto di mortalità materna pari a 9 decessi ogni 100.000 nati vivi, ma anche la proporzione di morti materne dovute a emorragia ostetrica. Le regioni coinvolte nella sorveglianza sono: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia. Tra il 2006 e il 2012 su 100 donne morte a seguito di complicazioni ostetriche della gravidanza e del parto, 43 sono decedute per emergenze emorragiche. Il rapporto di mortalità materna stimato nel nostro Paese (9/100.000 nati vivi) si colloca nei valori medio-bassi europei, in analogia a quanto stimato in Francia e nel Regno Unito. Al contrario, la proporzione di decessi materni ascrivibili a complicazioni emorragiche è superiore rispetto a quella rilevata in altri paesi economicamente avanzati. Per questo motivo I’ItOSS ha provveduto a diffondere i risultati prodotti dal sistema di sorveglianza e ha promosso attività di ricerca e aggiornamento professionale sul tema della EPP con l’obiettivo di migliorare la prevenzione e il trattamento dei casi evitabili.
“Le indagini confidenziali hanno messo in evidenza criticità simili a quelle del Regno Unito che ha insieme a noi un basso tasso di mortalità materna – continua Serena Donati - le principali criticità riscontrate nella gestione delle emergenze emorragiche sono: l'inadeguata comunicazione tra professionisti, il ritardo nella diagnosi, l'inappropriata assistenza durante la gravidanza, l'inappropriata indicazione al taglio cesareo e l’inappropriato monitoraggio della donna nelle prime 24 ore dopo il parto, informazioni che abbiamo recepito e utilizzato nello sviluppo della nuova Linea guida”.
La linea guida, redatta sulla base di una rigorosa e aggiornata analisi della letteratura scientifica, è il frutto del lavoro di un gruppo multidisciplinare di esperti incaricati anche dalle società scientifiche: ginecologi, ostetriche, infermieri, anestesisti, ematologi, trasfusionisti, radiologi, anatomopatologi, epidemiologi, metodologi di linee guida, documentalisti e rappresentanti dei cittadini e del Ministero della Salute. La metodologia adottata è quella del Sistema Nazionale Linee Guida-ISS, basata sulla revisione sistematica delle prove disponibili nella letteratura scientifica, la loro valutazione e selezione e sulla interpretazione dei risultati alla luce dell’esperienza dei diversi professionisti coinvolti nel gruppo di sviluppo del documento.
I dati raccolti grazie alla disponibilità del sistema di sorveglianza hanno consentito di ricostruire i percorsi assistenziali offerti alle donne che hanno vissuto gravi complicazioni ostetriche e di produrre informazioni utili al miglioramento dell’organizzazione e della pratica clinica. Parallelamente l’ISS ha organizzato due corsi di formazione a distanza sullo stesso argomento accreditati ECM (http://goal.snlg.it/), rivolti a medici e ostetriche ai quali hanno partecipato oltre 8.000 professionisti sanitari in soli 18 mesi. Contestualmente anche gruppi di formazione dedicati alle emergenze ostetriche, società scientifiche e aziende sanitarie hanno curato attività di aggiornamento su questa problematica. La diminuzione di frequenza delle morti materne da EPP dal 43% al 26% registrata dalla sorveglianza attiva ISS-regioni tra il 2013 e il 2015 rispetto al periodo precedente potrebbe rappresentare un primo risultato delle numerose iniziative messe in campo a livello nazionale per ridurre le morti evitabili da emorragia ostetrica.
Fonte: Istituto superiore di sanità, comunicato stampa n. 34 del 24 ottobre 2016