Nuovo Isee: come funziona?

Cambia ancora il modello ISEE in vista del decreto Crescita

mercoledì 19 giugno 2019

La Legge per tutti (Noemi Secci)

Nuovo periodo di validità della Dsu, Isee corrente per chi perde la disoccupazione o il reddito di cittadinanza: che cosa cambia.

Il nuovo Isee, la cui operatività è prevista a breve, cambia ancora, a causa delle modifiche apportate dal ddl di conversione del decreto Crescita: l’indicatore della situazione economica equivalente, in parole semplici l’indice che misura la ricchezza delle famiglie, avrà infatti un diverso periodo di validità e di riferimento, per quanto riguarda redditi e patrimoni da prendere in considerazione.

Non solo: oltre al periodo di validità differente, la dichiarazione Isee, o Dsu (indispensabile per richiedere quasi tutte le agevolazioni e le prestazioni di assistenza, come il reddito di cittadinanza), potrà essere aggiornata nel caso in cui ci siano variazioni significative di reddito del nucleo familiare, compresa la decadenza da un sussidio, come la Naspi o l’assegno sociale.

Facciamo allora il punto della situazione sul nuovo Isee: come funziona, che deve presentarlo, quali redditi e beni si devono dichiarare, qual è la validità dell’attestazione.

È importante tener presente che nella dichiarazione Isee devono essere indicati numerosi dati: dall’auto al conto corrente, dalla carta prepagata al libretto postale, dalla casa al terreno in campagna. Devono peraltro essere riportati i redditi ed i beni posseduti relativi a ogni componente del nucleo familiare, non al solo dichiarante.

Mentire può costare molto caro: sono difatti previste anche sanzioni penali per chi dichiara il falso.

Indice

1 Chi deve presentare la dichiarazione Isee?
2 Che cosa si dichiara nell’Isee?
3 Per quanto è valido l’Isee?
4 Quali redditi e patrimoni vanno indicati nell’Isee?
5 Mini Isee corrente
Chi deve presentare la dichiarazione Isee?

La dichiarazione Isee, o Dsu, deve essere presentata da tutti coloro che necessitano di un’agevolazione, ad esempio per il pagamento della mensa scolastica o delle tasse universitarie, e da chi richiede alcune prestazioni di assistenza, come il bonus bebè o il reddito di cittadinanza.

Che cosa si dichiara nell’Isee?
La dichiarazione Isee, per certi versi, risulta più articolata della dichiarazione dei redditi, in quanto vanno indicati, per ogni componente del nucleo familiare:

i redditi di lavoro dipendente, parasubordinato e autonomo;
pensioni e prestazioni di assistenza percepite;
ulteriori eventuali entrate;
il patrimonio mobiliare (conti, carte prepagate con e senza Iban, libretti, depositi, titoli, buoni, partecipazioni, azioni, obbligazioni…);
veicoli posseduti;
immobili posseduti;
canone di affitto o mutuo a carico;
eventuali condizioni di disabilità.
Alcuni dati, come redditi di lavoro, pensioni e sussidi percepiti sono reperiti direttamente dall’Inps, salvo eccezioni (in questi casi, si deve presentare l’Isee integrativo o l’Isee corrente).

Per quanto è valido l’Isee?
In base alle nuove disposizioni del decreto Crescita, che a breve sarà convertito in legge, la dichiarazione Isee presentata nel 2019 sarà valida sino al 15 gennaio 2020. Si mantiene, dunque, il periodo di validità previsto negli anni precedenti, e non si applica più la validità prevista dalla normativa ora abrogata, ossia sino al 31 dicembre 2019, per le Dsu presentate sino al 31 agosto 2019, e sino al 31 agosto 2020, per le Dsu presentate tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2019

Per le Dsu presentate dal 1° gennaio 2020, la validità partirà dalla data di invio della dichiarazione e terminerà il 31 dicembre dell’anno stesso.

Quali redditi e patrimoni vanno indicati nell’Isee?
Ad oggi, i redditi indicati nell’Isee si riferiscono al secondo anno che precede la presentazione della dichiarazione, mentre il patrimonio mobiliare e immobiliare si riferisce al 31 dicembre dell’anno precedente.

In base alle previsioni del decreto Crescita, i redditi saranno aggiornati all’anno precedente, ma solo su richiesta del dichiarante, qualora l’aggiornamento risulti più conveniente per il nucleo familiare.

Nella generalità dei casi, invece, i redditi saranno aggiornati al 31 dicembre del secondo anno precedente l’invio della dichiarazione.

Mini Isee corrente
Il decreto Crescita prevede anche nuove disposizioni sull’Isee corrente, cioè sulla possibilità di aggiornare la Dsu in corso di validità per adeguarla alla situazione reale.

Ad oggi, questa possibilità è accordata ai nuclei familiari nei quali un componente perde il lavoro, se la variazione della situazione reddituale complessiva della famiglia subisce uno scostamento pari almeno al 25%, rispetto alla situazione reddituale calcolata con la dichiarazione Isee in corso di validità.

In particolare, è possibile richiedere l’Isee corrente se almeno un componente della famiglia si trova in una delle seguenti situazioni:

il suo rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato è cessato, anche negli ultimi 2 mesi;
la sua attività lavorativa dipendente a tempo indeterminato è stata sospesa, anche negli ultimi 2 mesi;
il suo orario di lavoro sia stato ridotto, se dipendente a tempo indeterminato, anche negli ultimi 2 mesi;
la sua occupazione a tempo determinato o flessibile è cessata, purché possa dimostrare di essere stato occupato per almeno 120 giorni nei 12 mesi che precedono la conclusione dell’ultimo rapporto di lavoro;
la sua attività di lavoro autonomo è terminata, se svolta in via continuativa per un minimo di 12 mesi.
Con le nuove modifiche normative, è prevista la possibilità presentare l’Isee corrente anche nel caso in cui siano interrotti eventuali trattamenti di assistenza, di previdenza e indennità, compreso il reddito di cittadinanza.

Il nuovo mini Isee corrente sarà valido per 6 mesi; non sarà, comunque, operativo a breve, in quanto, una volta convertito in legge il dl Crescita, occorrerà l’approvazione di un nuovo modulo sostitutivo della Dsu.