Vaccinazioni in farmacia? La Fnomceo invita alla cautela.

La vaccinazione è un atto medico che implica un intervento

giovedì 28 maggio 2020

“Prendiamo atto dell’Ordine del Giorno, presentato dall’Onorevole Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani, e accolto ieri dalla Camera, che impegna il Governo ‘a valutare l'opportunità di utilizzare le farmacie aperte al pubblico dotate di spazi idonei sotto il profilo igienico sanitario e atti a garantire la tutela della privacy per la somministrazione dei vaccini da parte di medici, al fine di contenere gli accessi ospedalieri e di alleggerire il carico degli ambulatori medici’. Convinti più che mai dell’utilità di una strategia vaccinale contro l’influenza in questa fase 2 dell’epidemia di Covid-19, nutriamo tuttavia forti perplessità che il divieto, previsto dall’articolo 102 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie, sull’esercizio della professione medica in farmacia possa essere superato, in assenza di una regolamentazione che eviti un possibile conflitto di interessi”. 

A parlare è il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che commenta l’Ordine del Giorno accolto ieri dalla Camera dei Deputati.

“La vaccinazione antinfluenzale, in epoca di pandemia di Covid-19, ha un doppio obiettivo: quello di prevenire una comorbilità e di ridurre al minimo la circolazione del virus influenzale, prevenendo l’affollamento dei pronto soccorso e diminuendo i ricoveri ospedalieri; e quello di facilitare, in caso di sintomi, una diagnosi differenziale tra le due patologie – spiega Anelli -. Siamo tanto certi della sua utilità, che il Comitato Centrale, l’organo di Governo della Fnomceo, ha proposto di estenderne la somministrazione gratuita, già effettuata dai medici di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione, agli over 55”.

Allo stesso modo riconosciamo che le farmacie sul territorio rappresentino un presidio sanitario importante – continua – e auspichiamo accordi tra i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e le farmacie convenzionate, al fine di rendere ancora più efficiente e capillare la rete di dispensazione dei vaccini”.

“La somministrazione dei vaccini da parte del medico, tuttavia, prevede atti clinici, in quanto presuppone l’anamnesi, la valutazione dello stato di salute della persona, la prescrizione e l’eventuale intervento in caso del manifestarsi di reazioni allergiche o altri effetti indesiderati – conclude Anelli -. Per questo motivo, riteniamo opportuno che il Governo valuti con estrema cautela la realizzazione di quanto previsto nell’Ordine del Giorno”.