S. Donà, false visite domiciliari. Asl: «ora volontariato»

I medici garantiranno un lavoro di promozione della salute e di sviluppo nell’ambito degli screening oncologici

sabato 30 maggio 2015

Veneto Vox

A San Donà quattro medici di base dichiaravano visite a domicilio che non effettuavano, percependo comunque il compenso; ora risarciranno l’Asl 10 con il volontariato. Scoperti dalla Guardia di Finanza che ha svolto indagini su 1800 referti di visite domiciliari, i quattro medici hanno stipulato un accordo risarcitorio con il Pm Stefano Ancillotto, in base al quale svolgeranno un servizio di volontariato fino a coprire le cifre contestate nel capo d’imputazione. Giovanni Capovilla, Eligio Milan, Adel Chanà e Renato Boatto hanno scelto il patteggiamento, e solo Boatto il rinvio a giudizio con rito abbreviato.

Su richiesta dell’Asl i medici garantiranno un lavoro di promozione della salute e di sviluppo nell’ambito degli screening oncologici rivolto ai medici di base, istituzioni locali e associazioni territoriali, allo scopo di orientare verso una vita sana e di partecipare alle attività preventive ai tumori. «Quest’annosa vicenda si è evoluta in un accordo che punta a ristabilire il buon rapporto con questi professionisti», spiega il direttore generale dell’Asl 10 Carlo Bramezza alla Nuova Venezia, «dopo il totale rimborso economico e l’aggiunta dell’attività di volontariato, l’azienda ha rinunciato a costituirsi parte civile».