Enpam: Il contributo minimo esce dalla cartella esattoriale

A partire dal prossimo anno, le cartelle del contributo non recheranno più il logo di Equitalia, ma quello dell'ENPAM

giovedì 05 dicembre 2013

Fonte: Medlex

Novità epocale per gli iscritti all’Enpam: dopo decenni la riscossione del contributo minimo obbligatorio, dovuto da tutti gli iscritti all’Albo professionale, esce, almeno parzialmente, dal perimetro dei concessionari per la riscossione. Succederà nel 2014: a partire dal prossimo anno, infatti, le cartelle del contributo non recheranno più il logo di Equitalia (già Esatri, poi Equitalia Esatri, oggi Equitalia Nord), ma solo il logo della Fondazione Enpam, che provvederà alla riscossione diretta del contributo attraverso un Modello MAV, pagabile in banca o in posta, così come già avviene attualmente per il contributo di riscatto degli anni di laurea. L’importante novità è stata decisa dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione il 15 novembre scorso e segna davvero una svolta nella storia della Fondazione. I medici più anziani si ricorderanno certamente che fino ai primi anni 2000 il contributo minimo obbligatorio alla “Quota A” del Fondo di previdenza generale veniva riscosso con una cartella esattoriale vera e propria, rateizzabile in quattro rate (aprile, giugno, settembre e novembre), soggetta ad una notifica ufficiale.

All’inizio del secolo, la riforma della riscossione (con il superamento del regime del non riscosso per il riscosso, che obbligava i concessionari a pagare alla Fondazione l’intero importo del ruolo, a prescindere dall’effettivo pagamento degli interessati) aprì le porte ad una esazione bonaria del contributo (almeno in una prima fase). In questo senso, la Fondazione trovò un accordo con Esatri (la concessionaria per la riscossione della provincia di Milano) perché provvedesse alla consegna degli avvisi bonari su tutto il territorio nazionale. L’Ente ne traeva un duplice vantaggio: un consistente risparmio sull’aggio dovuto ai concessionari locali e la possibilità di disporre comunque in tempi rapidi degli importi effettivamente versati. Le riforme successive del sistema di riscossione, che hanno portato alla fusione fra concessionari, con la creazione di strutture poco flessibili, hanno però progressivamente pregiudicato la tenuta del sistema, rendendo difficili le personalizzazioni delle procedure e in generale i rapporti fra Fondazione e strutture incaricate. Di qui la svolta della recente delibera, che testualmente prevede:  
Ferme restando le attuali scadenze (30 aprile dell’anno di riferimento del contributo in caso di versamento in unica soluzione ovvero 30 aprile, 30 giugno, 30 settembre, 30 novembre in caso di pagamento in forma rateale) e l’iscrizione a ruolo in caso di mancato adempimento entro i termini, a decorrere dall’anno 2014 il contributo dovuto alla “Quota A” del Fondo di Previdenza Generale è riscosso mediante bollettini MAV personalizzati ovvero mediante addebito diretto in favore della Fondazione.

Gli oneri amministrativi connessi all’invio dei bollettini (spese di spedizione e costo bancario di emissione del MAV) sono posti a carico degli iscritti.
In via transitoria, sono confermate le attuali modalità di riscossione del contributo “Quota A” per gli iscritti che hanno già attivato la domiciliazione in conto corrente in favore di Equitalia Nord.

In sostanza, nulla cambia per scadenze ed importi; ma gli iscritti non troveranno più la scritta “Equitalia” sulla busta, bensì quella molto più tranquillizzante della Fondazione Enpam (e chissà che in fondo la voglia di non aver nulla a che spartire con la famigerata Equitalia non abbia avuto il suo peso sulla decisione assunta!) Con Equitalia continueranno comunque ad avere a che fare i contribuenti meno tempestivi, perché chi non pagherà (in tutto o in parte) il dovuto nel corso dell’anno, si ritroverà l’anno successivo una cartella esattoriale tradizionale, con tutte le conseguenze previste in caso di ulteriore inadempimento (sanzioni, pignoramenti, blocco dell’autovettura, ecc.). Un ruolo sempre più importante nel futuro della gestione lo avranno infine i pagamenti tramite le domiciliazioni bancarie, sulle quali l’Ente sta spingendo molto. Per ora continueranno ad operare le domiciliazioni già raccolte da Esatri, alle quali nel prossimo futuro se ne aggiungeranno molte altre, visto che questa forma di pagamento dall’anno prossimo diverrà obbligatoria per tutti i liberi professionisti (e saranno verosimilmente numerosi, dato il progressivo incremento degli importi) che sceglieranno il pagamento rateale del contributo alla “Quota B” del Fondo Generale.