La soluzione non convince l'Ordine: «Si abbassa la qualità dell'assistenza»

Anelli: «L'effetto è anche quello di precludere ai giovani colleghi qualsiasi possibilità di carriera»

lunedì 19 agosto 2019

QUOTIDIANODIPUGLIA(BR) - Estratto da pagina 5 - V. Damiani

«Il rimedio è peggiore del male». Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici italiani, non condivide l'impiego negli ospedali di giovani medici che ancora non hanno concluso il loro percorso di formazione. Il rischio, secondo il rappresentante della categoria, è che si produca «un duplice effetto negativo: quello di abbassare la qualità dell'assistenza ai cittadini e quello di precludere a questi giovani colleghi qualsiasi possibilità di carriera, impiegandoli a tempo indeterminato ma di fatto con una precarietà legata alle incertezze sull'inquadramento contrattuale e sulle modalità di copertura assicurativa. E questo in un momento in cui il Governo centrale ha aumentato i posti nelle specializzazioni». Quindi, per Anelli questa soluzione - adottata per prima dal Veneto e ora dalla Puglia - avrà ripercussioni negative per pazienti e medici stessi. «Il merito di Zaia - spiega ancora il presidente - è quello di aver scoperchiato il vaso di Pandora. Adesso, neolaureati in varie regioni italiane potranno essere utilizzati per tappare i buchi delle croniche carenze degli specialisti. Ma ci chiediamo, non sarebbe più utile trovare una soluzione legislativa con il ministro Bussetti, viste le affinità elettive con il presidente Zaia, piuttosto che rincorrere provvedimenti regionali di significato incerto e di tipo pseudo autonomistico?». Anelli è preoccupato anche che interrompendo, di fatto, il percorso formativo il livello della qualità delle cure possa abbassarsi: «La qualità dell'assistenza - spiega - è strettamente correlata con la qualità della formazione: più si riduce la formazione e minore è il livel- lo di assistenza sanitaria. Pur- tà del sistema». troppo, questo sta già avvenendo in Italia visto che per la prima volta l'indice di sopravvivenza degli italiani, indicatore che misura la qualità del nostro servizio sanitario nazionale, si sta riducendo invece che allungarsi. Siamo pronti a trovare insieme come Fnomceo le soluzioni al problema che oggi accomuna tutte le Regioni. Per questo chiediamo al presidente Bonaccini di convocare il tavolo di confronto permanente tra Conferenza delle Regioni e Federazione degli Ordini dei medici per affrontare insieme la questione». Anelli non nasconde che il problema della carenza di specialisti è ormai ingovernabile: «È un problema reale, però non inaspettato perché da tempo annunciato dall'Ordine e dai sindacati, al quale va trovata una soluzione seria e strutturale. Soluzione che può essere individuata nell'impiego, negli ospedali, degli specializzandi degli ultimi anni, colleghi già formati che possono completare sul campo il percorso avviato, unitamente all'aumento delle specializzazioni». Insomma, nessuna preclusione di principio verso l'utilizzo di giovani medici, ma che almeno abbiano già iniziato e quasi terminato il percorso di specializzazione. «Non possiamo mandare allo sbaraglio professionisti con minori competenze, che finirebbero per diventare una sorta di manodopera professionale a buon mercato e senza possibilità di evoluzione. Non possiamo permetterlo, non possiamo permettere un task shif-ting, un trasferimento di competenze tra medici più e meno formati, così come tra medici e infermieri, o tra infermieri e operatori socio-sanitari, che finirebbe per abbassare la quali- V.Dam. 99 Non possiamo mandare professionisti allo sbaraglio Diventerebbero una sorta di manodopera a buon mercato Asl, via libera ai medici "non specializzati" per gestire l'emergenza