Fimmg: “Subito un confronto su un ‘modello pugliese’ per la medicina generale”
“Sistema sotto stress per pandemia e carenza di mmg”.
venerdì 18 febbraio 2022
Secondo Fimmg è necessario quanto prima avviare un confronto indispensabile per tracciare il futuro della Medicina Generale nell’ambito della riorganizzazione dell’assistenza territoriale, in un percorso condiviso che vada oltre l’emergenza Covid e prenda in considerazione quanto previsto dalle indicazioni nazionali per il nuovo ACN e degli investimenti previsti dal PNRR: “Sistema sotto stress per pandemia e carenza di mmg”.
17 FEB - Un incontro per affrontare con urgenza le criticità che mettono a rischio la sostenibilità delle attività della medicina generale sul territorio. È quanto ha chiesto ieri la Fimmg Puglia in una lettera inviata al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e al neo Assessore alla Sanità Rocco Palese.
Secondo Fimmg è necessario quanto prima avviare un confronto indispensabile per tracciare il futuro della Medicina Generale nell’ambito della riorganizzazione dell’assistenza territoriale, in un percorso condiviso che vada oltre l’emergenza Covid e prenda in considerazione quanto previsto dalle indicazioni nazionali per il nuovo ACN e degli investimenti previsti dal PNRR.
“Punto di partenza – scrivono dal Sindacato dei Mmg in una nota - deve essere il modello della medicina generale delineato con l’Air del 2007, che oggi è riconosciuto a livello nazionale come strategico, perché caratterizzato dal potenziamento dell’organizzazione della Medicina Generale attraverso la crescita dell’associazionismo, del personale di segreteria e in modo assolutamente lungimirante del personale infermieristico. Il 50% dei Medici di Famiglia pugliesi operano in associazioni con diverso grado di complessità organizzativa; il 60% di loro ha nella sua organizzazione personale di segreteria; il 20% ha personale infermieristico in stretta collaborazione”.
“In questi ultimi due anni proprio questa strutturazione organizzativa ed operativa ha contribuito significativamente a reggere sul territorio livelli assistenziali sufficienti, senza mettere assolutamente in secondo piano le problematiche legate alla cronicità, che in Puglia assorbe circa l’80% del valore tariffario delle prestazioni sanitarie erogate”, proseguono da Fimmg.
Sono 687.628 i cittadini che hanno contratto il COVID dall’inizio dell’emergenza; Al 16 febbraio le persone positive sono 92.071. Solo il 5% dei pazienti fino a maggio 2021 ha avuto bisogno delle cure ospedaliere, meno del 1% in quest’ultima ondata. La Medicina Generale ha vaccinato nella prima fase della campagna vaccinale i soggetti più fragili anche a domicilio, contribuendo in modo determinante a ridurre l’ospedalizzazione e la mortalità per Covid nella nostra regione. Nella seconda fase ha di fatto contribuito in modo determinante vaccinando in media da sola oltre 30.000 cittadini a settimana sull’intero territorio regionale.
“Ma non si può non rilevare che proprio il presente sta mettendo alla prova questo sistema rivelando criticità stressate da due fattori: uno imprevisto quello della emergenza pandemica, l’altro previsto, ma alquanto sottovalutato, quello della carenza di Medici di Medicina Generale. Dobbiamo essere assolutamente consci – proseguono dalla sigla - che il livello strutturale, organizzativo ed assistenziale della Medicina Generale raggiunto nella nostra regione non può essere messo in discussione da scelte nazionali che per nulla rispecchiano la nostra realtà. La realizzazione delle AFT e il potenziamento della rete dei CPT nei modi concordati nell’agosto del 2020 sono passaggi necessari ed urgenti per adattare il modello assistenziale della medicina generale a quelle che sono le esigenze che si determineranno con la realizzazione del PNRR sul territorio fino al 2026”.
Con l’esperienza del passato, per Fimmg è necessario guardare a un processo di riorganizzazione che partendo dalle prerogative proprie della medicina generale (fiduciarietà, prossimità, capillarità, capacità organizzativa), associate alla peculiarità del modello “pugliese” della medicina generale (associazionismo, personale di studio e infermiere - “microteam”) le integri nell’assetto organizzativo delle AFT e del sistema della continuità assistenziale. Solo in questo modo si può implementare il “CARE PUGLIA 3.0”, potenziando le cure domiciliari alla popolazione fragile e puntare quindi al raggiungimento di tutti gli obiettivi prioritari individuati dall’ACN 2016/2018 e dal PNRR.
“La sanità territoriale pugliese grazie all'associazionismo diffuso, agli oltre 2000 collaboratori di studio e i circa 800 infermieri rientra a pieno titolo tra le buone pratiche della sanità territoriale italiana, cui ha fatto riferimento il Ministro della Salute nel suo recente intervento in audizione alla Commissione Affari sociali della Camera - conclude Donato Monopoli, Segretario Fimmg Puglia -. In Puglia, con il nuovo ACN e grazie alle esperienze fatte in passato, possiamo anticipare molti dei temi della riforma ed essere così pronti a partire entro il 30 giugno, nei tempi fissati dal Ministro, per sviluppare una sanità territoriale incardinata sui principi di prossimità, innovazione e uguaglianza”.